art week

 

L’artista olandese Larissa Ambachtsheer firma l’immagine coordinata di MIA Fair 2022

 

MIA Fair – Milan Image Art Fair ritorna nella sua consueta collocazione primaverile: dal 28 aprile al 1° maggio 2022.

Importanti conferme e grandi novità caratterizzeranno la XI edizione della più prestigiosa fiera italiana, interamente dedicata all’immagine fotografica.

Sarà ancora SUPERSTUDIO MAXI a Milano (via Moncucco 35), in zona Famagosta a essere la casa di MIA Fair: oltre 7.000 m² capaci di accogliere in totale sicurezza espositori italiani e internazionali che porteranno a Milano quanto di meglio il mondo della fotografia è in grado di proporre; uno spazio per approfondire e ampliare ulteriormente i campi disciplinari di MIA Fair, concentrandosi sulla ricerca e sulla trasversalità dei linguaggi artistici contemporanei.

Tra le novità più importanti di questa edizione si segnala l’entrata di MIA Fair nel gruppo Fiere di Parma.

L’amministratore delegato di Fiere di Parma, Antonio Cellie, dichiara – “questa alleanza fieristica conferma la nostra stima nella famiglia Castelli e la fiducia nel loro progetto che, insieme, faremo crescere ulteriormente, facendo leva anche sul nostro network internazionale di buyers e collezionisti costruito in 30 anni di Mercanteinfiera. L’obiettivo comune è quello di proiettare il salone milanese tra le prime fiere al mondo del settore grazie alla straordinaria e vivace contemporaneità dell’evento e dei suoi espositori”.

“MIA Milan Image Art Fair e Fiere di Parma – sottolineano Fabio Castelli e Lorenza Castelli, ideatori di MIA Fair – uniscono le proprie forze con l’obiettivo di dare ulteriore impulso al mercato della fotografia, e di attrarre gli investimenti non solo dei collezionisti e dei buyer internazionali, ma anche per stimolare l’interesse del pubblico appassionato d’arte e, in particolare, di fotografia”.

L’artista olandese Larissa Ambachtsheer(1993) firmerà l’immagine coordinata di MIA Fair, con opere tratte dalla serie You Choose, I seduce(2017), in cui indaga il comportamento umano attraverso sperimentazioni varie creando set e messe in scena, per realizzare nature morte di frutta e verdura, interrogandosi sul ruolo del colore nel cibo e su come lo si possa utilizzare come strumento di manipolazione per interagire con il pubblico.

Il mosaico di MIA Fair si compone di numerose tessere. La più rilevante, il cuore dell’intera fiera, è rappresentata dalla Main section che accoglierà un panel di espositori, selezionato dal comitato scientifico della fiera.

Tra le altre sezioni, si segnala la conferma di Beyond Photography– Dialogue, curata da Domenico de Chirico, riservata alle gallerie che promuovono le generazioni più recenti di artisti internazionali, e la cui idea espositiva, pensata ad hoc per MIA Fair, si pone come un dialogo tra fotografia e una sola opera realizzata con altri linguaggi(scultura, installazione, pittura e video); per la prima volta, Unexpected, a cura di Micaela Flenda, propone opere dove il medium fotografico esplora la trasformazione dei processi culturali contemporanei su temi quali la diversità, la percezione del corpo e l’identità e si combina con altri mezzi, come video e animazioni in 3D, per riflettere sull’attuale stato dell’arte.

MIA Fair può contare su un affezionato gruppo di sponsor.

Per l’undicesimo anno consecutivo, BNL Gruppo BNP Paribas è partner di MIA Fair nel ruolo di Main Sponsor, promuovendo il Premio BNL Gruppo BNP Paribas, quello di maggior rilievo della manifestazione, assegnato da una giuria ad artisti che prendono parte alla fiera, esponendo con le proprie gallerie di riferimento.

Il riconoscimento sottolinea il forte interesse di BNL Gruppo BNP Paribas nello sviluppo della cultura e nella ricerca dell’arte contemporanea in Italia. L’opera vincitrice sarà acquisita da BNL Gruppo BNP Paribas e l’artista entrerà a far parte della collezione della banca, che a oggi conta oltre 5.000 lavori.

Confermato anche il supporto di Eberhard & Co., che accompagna MIA Fair da 10 anni e che si concretizza in un nuovo progetto per la divulgazione di una parte dell’archivio di Adriano Scoffone (1891-1980) contenente circa 40.000 lastre e pellicole realizzate dal fotografo piemontese, nonché la contestuale digitalizzazione in una banca dati consultabile online.

A MIA Fair, si terrà la mostra Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena, a cura di Giosuè Boetto Cohen, con il sostegno di Eberhard & Co., che racconterà, attraverso una selezione di 40 immagini, la sfida automobilistica Cuneo-Colle della Maddalena, tra il 1925 e il 1930, considerata per difficoltà e lunghezza come una delle corse più pericolose dell’epoca. Personaggio fondamentale delle foto in esposizione è Tazio Nuvolari, uno dei più grandi nomi dell’automobilismo mondiale, a cui, da oltre 30 anni, Eberhard & Co. dedica una speciale collezione.

Fin dalla prima edizione, MIA Fair si è contraddistinta per la qualità e la varietà delle proposte e dei premi, frutto di preziose collaborazioni con diverse istituzioni e partner culturali.

Grazie alla neonata partnership con Fiere di Parma, BDC, il polo culturale di Parma (acronimo della coppia di collezionisti parmigiani Lucia Bonanni e Mauro Del Rio e ‘C’ di Catalog) promuove la prima edizione di La Nuova Scelta Italiana, che mira a valorizzare il lavoro di tre fotografi che si ritiene possano diventare, in previsione futura, gli eredi dei grandi maestri della fotografia italiana. Gli artisti vincitori, oltre a un premio in denaro, esporranno le loro opere a MIA Fair 2022in uno spazio dedicato e, in autunno, nella sede di BDC, a Parma.

Fiere di Parma ha istituito un fondo di € 20.000 da impiegare per l’acquisto di opere, selezionate durante i giorni di MIA Fair, da una commissione composta da Fabio Castelli e da esponenti dello CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, fondato da Carlo Arturo Quintavalle, che entreranno a far parte della collezione Fiere di Parma.

Nell’edizione 2022, torna anche il Premio New Post Photography organizzato da MIA Fair e curato da Gigliola Foschi, giunto alla terza edizione, che si rivolge alla promozione delle tendenze più creative e alle ricerche artistiche del mondo della fotografia contemporanea.

Un altro fiore all’occhiello di MIA Fair è il programma culturale che, nei giorni di apertura della manifestazione, organizzerà incontri, conferenze, talk su alcuni dei temi più attuali nel campo dell’arte e della fotografia. Tra questi, si segnala l’approfondimento sulle opere d’arte realizzate attraverso la tecnologia NFT.

MIA Fair – Milan Image Art Fair gode del patrocinio della Regione Lombardia, della Città Metropolitana di Milano e del Comune di Milano.

Note biografiche

Larissa Ambachtsheer (1993) vive e lavora a L’Aia (Olanda), si è diplomata nel 2017 alla Royal Academy of Visual Arts de L’Aia.

Il suo lavoro si concentra su temi legati al comportamento umano come la consapevolezza, lo stile di vita minimalista e la sostenibilità. Osserva ciò che accade nella vita quotidiana e lo trasforma nella sua realtà. Ciò si traduce in nature morte, creazioni di moda e serie di immagini fotografiche. Con questi lavori, Larissa Ambachtsheer pone in evidenza i meccanismi manipolatori, sociali e automatici che spesso controllano il rapporto con noi stessi e le nostre vite.

 



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Cosa resterà di questi anni ’80? L’arte di Keith Haring nell’epoca dell’innocenza

 

Con Luca Beatrice critico, curatore d'arte e accademico italiano.

Gli ’80, i migliori anni della nostra vita, li abbiamo attraversati come stelle comete luminosissime ma destinate a cadere in fretta. Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, Robert Mapplethorpe, Freddie Mercury, Pier Vittorio Tondelli sono tra coloro che ci hanno lasciati troppo presto, portando con loro il mito dell’eterna giovinezza. E noi, che avevamo 20 anni allora e 18 adesso, come disegnò Andrea Pazienza, non siamo ancora (o mai) usciti vivi dagli anni ‘80.

  • 8 Aprile 2022 17:30 - 19:30

In auditorium e in diretta streaming dal sito web e dalla pagina Facebook di Palazzo Blu.

 



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La Cortesi Gallery di Lugano apre agli NFT

 

Redefining Space, mostra in collaborazione con The Cryptonomist che riunisce le opere di tre importanti e innovativi artisti contemporanei: Leo Caillard, Matteo Mauro ed Emanuele Dascanio.  

Dal 7 aprile al 13 maggio sarà visitabile negli spazi di Lugano di via Nassa Redefining Space, mostra in collaborazione con The Cryptonomist che riunisce le opere di tre importanti e innovativi artisti contemporanei: Leo Caillard, Matteo Mauro ed Emanuele Dascanio. 

Un percorso tra sette opere fisiche e sei NFT il cui obiettivo è quello di volgere lo sguardo all’arte del presente per instaurare un interessante dialogo tra classico e contemporaneo. I lavori presentati rinnovano il concetto tradizionale di spazio, ancorato alla dimensione fisica e materica del reale, per estenderlo oltre sé stesso nella sfera virtuale del mondo odierno. È la mitologia di una nuova dimensione, dall’arte materica a quella digitale, dal classico all’ipercontemporaneo. Nascono le nozioni di universo, multiverso e metaverso, concetti antropocentrici che ambiscono a cancellare i limiti del movimento e dell’esistenza nello spazio fisico per permetterci di intravedere un nuovo strato di realtà.

Leo Caillard (Parigi, 1985) nella sua produzione gioca sul proficuo contrasto tra classicità e modernità, prendendo come punto di partenza il concetto di tempo. Nelle sue opere rivivono i miti dell’antica Grecia ma acquistano un nuovo significato: essi sono interpretati dall’artista come metafore del presente che permettono di ripensare il futuro dell’arte. Grazie all’anacronistico accostamento di figure classiche a oggetti e atmosfere appartenenti al XXI secolo, l’artista libera l’arte dalla sua finitezza, riunendo passato e presente in una temporalità circolare che rende possibile lo scambio tra mondo reale e dimensione virtuale.

Anche Matteo Mauro (Catania, 1992) intuisce le infinite possibilità di espansione dello spazio, ponendo la sua attenzione sul concetto di volume che risulta centrale sia nelle sue sculture sia nei suoi NFT. Nel primo caso l’artista evidenzia lo spazio in senso negativo utilizzando i vuoti che si distinguono per materiali diversi, in contrasto con i volumi cubici. Nelle opere digitali, invece, è preminente la dimensione ambientale, lo spazio è reinventato dall’artista seguendo un’ispirazione barocca che, come una furia, si appropria di ogni centimetro disponibile, espandendosi fino al digitale. Qui volumi antropomorfici si fondono con dettagli ispirati ai quattro elementi naturali, creando un nuovo universo, il Metaverso.

Emanuele Dascanio (Garbagnate Milanese, 1983) è forse l’artista più tradizionale perché utilizza la tecnica del disegno chiaroscuro come base per la creazione dei suoi NFT. Troviamo immagini popolate da figure suggestive provenienti dal mondo religioso, rappresentate in maniera iperrealistica con atmosfere classicheggianti, rese ancora più drammatiche grazie al contrasto del bianco e nero. Qui la storia dell’arte è trasformata in un mondo fantastico, la finitezza dell’uomo viene espressa e negata attraverso la trasformazione delle forme in caratteri infiniti, grazie al movimento e al suono. Tra le sue opere in mostra alla Cortesi Gallery da non perdere l’esclusiva Praise of Idleness che, dopo Lugano, raggiungerà la Biennale di Venezia nello stand dedicato agli NFT.

L’esposizione, curata dagli artisti e da Lorenzo Cortesi, formalizza l’inizio di una nuova avventura per la Cortesi Gallery. La mostra, infatti, non è che il primo passo di un’operazione pensata a lungo termine, che vedrà susseguirsi indagini nel mondo della crypto arte come in quella dell’arte generativa. Una vera e propria sezione della Cortesi Gallery che prenderà il nome di C-VERSO.

«C-VERSO – spiega il giovane Lorenzo Cortesi - è nata dal desiderio di fornire supporto ai collezionisti interessati agli NFT e , allo stesso tempo, di far parte di questa nuova community artistica in continuo fermento. L’obiettivo della nostra galleria con C-VERSO è proprio quello di  fare da ponte tra questi due mondi». Secondo Lorenzo Cortesi, che da tempo si occupa di digitale, la crypto art non può essere considerata solo

un movimento artistico, ma piuttosto un movimento culturale.  Nell’ultimo anno l’interesse di molte gallerie internazionali si è concentrato nelle nuove possibilità dell’arte digitale, ma in pochi, pochissimi, hanno concretizzato la loro attenzione. La scelta di Cortesi Gallery rappresenta dunque un’assoluta novità e, anche, una presa di posizione ben definita, specialmente se pensiamo alla nativa specializzazione della galleria, cioè l’arte dal Secondo Dopo Guerra. La Galleria Cortesi, nata nel 2013, con sede a Lugano e Milano, da anni frequenta le maggiori fiere italiane e internazionali (il Brafa a Bruxelles, Montecarlo, Armory NY, MiArt, ArteFiera). Con C- VERSO si apre dunque a un nuovo mondo.  «L’arte digitale – afferma Lorenzo Cortesi - sarà sempre più presente e verrà considerata arte contemporanea senza distinzioni, la nostra sfida è quella di concentrarci sul valore artistico di queste opere d’arte digitali; gli NFT sono l’innovazione tecnologica che ci aiuta a veicolare questo tipo di arte».

 

REDEFINING SPACE

ARTISTI:  Leo Caillard, Matteo Mauro ed Emanuele Dascanio

OPENING: 7 aprile 2022 dalle 18 alle 20

PERIODO MOSTRA: 8 aprile – 13 maggio dalle 10 alle 18

LUOGO MOSTRA: Cortesi Gallery Lugano, Via Nassa 62, 6900, Lugano

CURATORI: Lorenzo Cortesi, Leo Caillard, Matteo Mauro ed Emanuele Dascanio

IN COLLABORAZIONE CON The Cryptonomist

 



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Gilberto Cavagna fonda lo studio legale BIPART - Beyond Intellectual Property and ART law

 

Con BIPART esperienza e passione per la creatività si fondono per dare vita a una realtà in grado di seguire da vicino le diverse esigenze di imprese, professionisti, privati, associazioni, fondazioni, istituzioni e non solo.

Nasce “BIPART”, studio specializzato in diritto della proprietà intellettuale e diritto dell’arte che, come si evince dal nome, acronimo di “Beyond Intellectual Property and ART law“, vuole essere parte e dalla parte delle persone e delle società che assiste.

Lo studio è fondato da Gilberto Cavagna, avvocato cassazionista specializzato nella valorizzazione e protezione dei diritti di proprietà intellettuale e dell’arte, in particolare in relazione a marchi, nomi a dominio, design, brevetti e know-how, diritto d’autore e software, diritto dell’arte e dei beni culturali, diritto della pubblicità, dei media e dello sport, con una vasta esperienza nell’assistenza legale a clienti italiani e stranieri maturata in questi anni in importanti studi legali, sia nazionali che internazionali, oltre che in Expo 2015 S.p.A. dove si è occupato degli aspetti riguardanti la proprietà intellettuale e le sponsorizzazioni legate all’esposizione universale.

L’avv. Cavagna assiste regolarmente società e persone attive nel mondo della moda, del design, dell’organizzazione di eventi artistici e sportivi, della creatività e dell’editoria, fornendo alla clientela assistenza nella negoziazione dei contratti aventi ad oggetto i propri assets di proprietà intellettuale e nella loro tutela.

Da sempre appassionato e cultore attento della proprietà intellettuale e dell’arte, l’avv. Gilberto Cavagna svolge attività di docenza e tiene regolarmente conferenze, workshop e seminari, anche presso università e master, è autore di testi monografici e scrive su quotidiani, riviste e newsletter, nazionali e internazionali, su argomenti legati a queste tematiche, oltre a curare «TIP TAP -Thoughts on Intellectual Property and Art Protection», un blog specializzato su Linkedin e Facebook.

In BIPART collabora anche Sofia Kaufmann, giovane ma già valente specializzanda in diritto della proprietà intellettuale e dell’arte con focus sulla tutela dei segni distintivi e dei beni artistici.

BIPART nasce dalla passione e dalla determinazione di assistere al meglio i clienti nella tutela e valorizzazione di marchi, design, diritto d’autore e software, media e pubblicità, brevetti e know-how, nomi a dominio, e-commerce, protezione e valorizzazione di beni culturali e di opere d’arte, nonché organizzazione di eventi, culturali e sportivi e promozione della loro immagine e diritti, con quella attenzione, disponibilità e flessibilità che un piccolo studio – ma che pensa in grande - può dare, anche avvalendosi di solide collaborazioni internazionali.

Con BIPART esperienza e passione per la creatività si fondono per dare vita a una realtà in grado di seguire da vicino le diverse esigenze di imprese, professionisti, privati, associazioni, fondazioni, istituzioni e non solo. Una nuova realtà, un colpo di colore nel mondo del diritto della proprietà intellettuale e dell’arte.

Sono felice di questa nuova avventura – ha dichiarato l’avv. Gilberto Cavagna – nella quale ci buttiamo con entusiasmo, passione e dedizione, con il presupposto e la finalità di essere veramente parte e della parte dei nostri clienti, come dichiariamo fin dal nome dello studio, per aiutarli nella valorizzazione dei loro diritti e a crescere su solide basi giuridiche”.

Lo studio ha sede a Milano, in via Aurelio Saffi n. 25, ed un desk operativo presso DP IUS in via Durini n. 25.

Lo studio ha sito Internet (www.bipartlaw.com) e account sui principali profili  (LinkedinInstagramFacebook e Twitter)

 



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 Jannis Kounellis gli anni sessanta, installation view, ML Fine Art di Matteo Lampertico, 2022

 

ML FINE ART presenta JANNIS KOUNELLIS: GLI ANNI SESSANTA

 

Il progetto espositivo pensato per la prossima primavera presso ML Fine Art si concentra su un momento cruciale del percorso artistico di Jannis Kounellis. 

Il progetto espositivo pensato per la prossima primavera presso ML Fine Art, visibile dal 23 marzo al 27 maggio 2022, si concentra su un momento cruciale del percorso artistico di Jannis Kounellis (Il Pireo 1936 – Roma 2017), uno tra i più importanti esponenti dell’Arte povera.

Artista di origine greca, Kounellis si trasferisce a vent’anni a Roma per studiare presso l’Accademia di belle arti. Smarcandosi dalle ultime derivazioni dell’arte informale, Kounellis elabora presto una pratica artistica subito tesa al superamento dei limiti tradizionali del quadro.

Attraverso alcune opere di assoluta qualità, la mostra intende raccontare quel momento, a cavallo tra 1961 e 1967, in cui l’artista transitò dalla stagione folgorante dei cosiddetti Alfabeti - opere caratterizzate da composizioni di lettere e numeri su fondo bianco, di grande forza costruttiva e comunicativa - verso un graduale recupero di forme più articolate di rappresentazione.

Una formidabile tela del 1961 ben illustra la serie degli Alfabeti. Resi in questo modo indecifrabili, i segni perdono la loro valenza semantica e, ricomposti in una struttura, emergono con forza dalla superficie dell’opera. Una tela del 1963, in cui campeggia la sagoma di un arcobaleno, è invece uno splendido esempio di quel ristretto gruppo di opere - che prelude alla serie delle Rose del 1966-67 - in cui l’artista mostra un rinnovato interesse per la figurazione e la pittura. Costituita da dipinti meno noti, ma molto significativi, quella stagione segna la riappropriazione diretta, da parte di Kounellis, di elementi di realtà, che vengono rielaborati nel campo della pittura, in modi che si allontanano dalle tendenze dell’arte pop americana allora emergente.

Attraverso una selezione di opere raramente esposte in passato e con l’apporto di una ricerca scientifica condotta da Francesco Guzzetti (Università degli Studi di Firenze), la mostra vuole dunque rivelare al pubblico una stagione in cui l’artista seppe confrontarsi e anticipare le tendenze della nuova avanguardia, imprimendo la propria cifra espressiva su un intero periodo della storia dell’arte a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta.

La mostra è in collaborazione con Rizziero Di Sabatino.

 



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 Gianmarco Taietti, Giovanna, Sale con lantico abito tradizionale di Lula. Preziosissimo viene conservato nelle famiglie come una reliquia ed esposto durante le manifestazioni importanti.

 

Fondazione Luciana Matalon di Milano inaugura la mostra “Incontri a Lula – Adzovios a Luvula”

 

Un viaggio fotografico compiuto da Nello e Gianmarco Taietti nella comunità e nei dintorni di Lula, nella regione aspra e selvaggia della Barbagia, diventata emblema della resistenza allo spopolamento e al rischio di estinzione.

Inaugura il 26 marzo alla Fondazione Luciana Matalon di Milano la mostra “Incontri a Lula – Adzovios a Luvula”, un viaggio fotografico compiuto da Nello e Gianmarco Taietti nella comunità e nei dintorni di Lula, nella regione aspra e selvaggia della Barbagia, diventata emblema della resistenza allo spopolamento e al rischio di estinzione.
L’esposizione curata da Mariangela Dui, che resterà aperta fino al 23 aprile 2022, presenta circa 100 fotografie di medio e grande formato, in bianco e nero e a colori, che restituiscono il carattere e la quotidianità di un territorio dalle forti radici che, seppur tra molte difficoltà, si proietta energicamente verso il futuro.
La mostra si avvale del patrocinio della Regione Sardegna, del Comune di Lula, del Centro Sociale Culturale Sardo e della Federazione Associazioni Sarde in Italia. 
 
Il progetto fotografico presenta i lavori che padre e figlio Taietti hanno realizzato in un territorio da loro particolarmente amato. Di questi luoghi, Nello conosce ogni pietra e in questa occasione ha condiviso le sue conoscenze con il figlio Gianmarco, viaggiatore appassionato. Ognuno ha realizzato le sue immagini e le ha poste in dialogo con quelle dell’altro, sottolineando l’intensità dell’incontro con il territorio, così vero e così forte.
L’esigenza di comunicarlo al mondo è avvertita, seppure in modi espressivamente differenti, da entrambi: se Nello sceglie di darne conto attraverso il ritratto e la fotografia in bianco e nero, come a porsi in linea con la documentazione fotografica già esistente dai primi del Novecento, Gianmarco preferisce adottare un approccio da street photographer ritraendo la quotidianità della vita del paese in tutta la sua spontaneità.
“Nello Taietti entra in relazione con i suoi soggetti con grande umanità – spiega Angela Madesani nel suo testo critico – cercando di cogliere nei loro sguardi le storie e i percorsi esistenziali. Esse sono spesso frutto di rapporti dialettici, di confronto. Gianmarco è più portato all’indagine sociale, le sue sono fotografie narrative, in cui emergono le tradizioni, le abitudini, la peculiarità dei luoghi”.

L’identità e la storia di Lula sono così forti che il passo da diario personale a racconto antropologico è breve: la raccolta fotografica diventa narrazione di un luogo, della sua gente e della sua cultura.
“Gli scatti di Nello e Gianmarco Taietti esplorano quello che, con un neologismo, viene chiamata ‘paesitudine’ – commenta la curatrice Mariangela Dui –, quella capacità cioè di resistenza e di resilienza di alcune piccole comunità, che consente loro di sopravvivere puntando sulle proprie radici per orientarsi nella contemporaneità”.
 
Territorio che per anni ha potuto contare sull’attività estrattiva, dismessa poi negli anni Ottanta, Lula diviene in seguito oggetto di interesse scientifico. In corsa, insieme ai Paesi Bassi, come sede per l’allestimento del più grande telescopio al mondo per lo studio delle onde gravitazionali, l’Einstein Telescope, ospita dal 2010 un laboratorio per lo studio del peso del vuoto.
Proiettati nel futuro, gli abitanti di Lula sanno però bene che la loro forza sta nella loro storia e nel loro patrimonio, in particolare quello paesaggistico. Sin dagli anni Settanta si sono dunque impegnati nella salvaguardia del patrimonio ambientale, scontrandosi anche con gli industriali del petrolchimico e costringendoli a dirigere altrove i propri interessi.
Lula ha vissuto sin dal secolo scorso il proprio impegno politico e sociale in favore dei diritti non solo delle persone ma anche dell’ambiente, ben prima che questo rappresentasse una “tendenza”.
 
Accompagna la mostra un catalogo con i testi di Mariangela Dui e Angela Madesani.