Mostre

 



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CARLO NIGRA. UNO SGUARDO CONTEMPORANEO

 

La nuova mostra nelle sale della storica Villa Nigra a Miasino, sul lago d’Orta.

Carlo Nigra. Uno sguardo contemporaneo è il primo importante passo per fare luce su una figura centrale dell’architettura italiana, personalità eclettica e poliedrica. Uomo del suo tempo ma anche, e soprattutto, proiettato al futuro, Carlo Nigra (1856-1942) è noto per avere partecipato alla costruzione del Borgo medievale di Torino e per i suoi importanti studi sull’architettura medievale subalpina. Nel primo Novecento ha modellato lo scenario della Riviera d’Orta e ne ha suggerito punti di vista estremamente moderni. Ha lasciato moltissimi disegni e schizzi, acquerelli e fotografie (i suoi scatti pionieristici gli sono valsi importanti premi internazionali), ha scritto guide e percorsi turistici. È stato automobilista (la sua prima macchina era una Welleyes di Antonio Ceirano del 1896, costruita in soli sei esemplari), organista, pianista, alpinista, motonauta.

La mostra inaugurata sabato 25 giugno resterà aperta fino a domenica 24 luglio. Alle fotografie, disegni e progetti autografi di Nigra si affiancano in mostra i lavori di Sara Manzan, Erjon Nazeraj, Fabio Roncato, Paola Tassetti, Gosia Turzeniecka. Si tratta di opere site specific che vanno a popolare le stanze affrescate del piano nobile di Villa Nigra a Miasino.

L’architetto ha lavorato tutta la vita sul tema del paesaggio, che vedeva come sintesi tra intervento dell’uomo e ambiente naturale; gli artisti si sono ispirati ai diversi approcci di Nigra per intervenire sul territorio, in un’idea di ricerca che continua, da lui a noi.

Asilo Bianco ha portato avanti in questi mesi un importante lavoro sulla figura di Carlo Nigra, anche grazie al recupero di pubblicazioni e libri autentici. Chi fosse interessato a contribuire può mettersi in contatto con l’associazione. Molto si deve alla collaborazione con la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Torino Musei, il cui importante archivio fotografico conserva il fondo de Andrade dove si trova parte della vastissima documentazione fotografica e disegni originali di Nigra.

Sabato 9 luglio dalle ore 10, nell’orangerie di Villa Nigra, ci sarà una tavola rotonda e una giornata di studi su Carlo Nigra. Per l’occasione sarà presentato il catalogo della mostra.

Villa Nigra a Miasino, in provincia di Novara, è una tra le più belle ville storiche sul lago d’Orta, oggi cuore pulsante di attività culturali. Casa cinque-seicentesca, già della famiglia Martelli, Carlo Nigra ne fece la sua base di esplorazione e lavoro.

Carlo Nigra. Uno sguardo contemporaneo è un progetto di Asilo Bianco a cura di Ilaria Macchi. Fa parte di Lago d’Orta Moving Connections finanziato da Fondazione Cariplo e del percorso Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”.

 

Carlo Nigra. Uno sguardo contemporaneo

a cura di Ilaria Macchi

dal 25 giugno al 24 luglio

ingresso libero

da giovedì a domenica 14:30-18:30

inaugurazione sabato 25 giugno ore 18

presentazione catalogo con tavola rotonda su Carlo Nigra sabato 9 luglio ore 10 – il testo sarà in vendita presso il desk della mostra

 



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 Maurizio Vetrugno, Wild Life Wild Heat, Installation view, Credits: AKAstudio-collective

 

"Wild Life Wild Heat" un’opera inedita di Maurizio Vetrugno a Pitti Immagine Filati 91

 

Un progetto inedito di Maurizio Vetrugno, a cura di Camilla Mozzato.

In occasione di Pitti Immagine Filati 91 (Firenze, Fortezza da Basso, 29 giugno - 1 luglio 2022), rassegna internazionale dedicata ai filati per maglieria, la Fondazione Pitti Discovery e il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presentano Wild Life Wild Heat, un progetto inedito di Maurizio Vetrugno, a cura di Camilla Mozzato. L’opera è allestita al Piano Terra del Padiglione Centrale, nella Hall Principale, dove resterà in visione per tutta la durata del salone.

“La Fondazione Discovery lavora da oltre vent’anni sulle aree di confronto e di innesco reciproco tra moda e arte contemporanea - dice Lapo Cianchi, segretario generale di Fondazione Discovery - e inoltre siamo convinti sostenitori delle collaborazioni tra istituzioni culturali, soprattutto quando nascono spontaneamente. Questa collaborazione ha origine da una semplice cortesia di vicinato, che però, dopo soli dieci minuti di chiacchierata con il nuovo direttore del Centro Pecci, Stefano Collicelli Cagol, ha prodotto il desiderio e il bisogno di un progetto comune dedicato proprio a Pitti Filati, che è una fiera affatto speciale. Per il nostro Gruppo, perché il suo oggetto – i filati - è il primo anello della catena della moda e nel salone sono rappresentate le migliori produzioni a livello mondiale. Per Prato, distretto industriale e artigianale di fondamentale importanza in questo settore. E infine per una variegata classe creativa internazionale: da chi fa ricerca e curatela su materia, colori e punti agli uffici stile delle più importanti case di moda (e di altri settori manifatturieri), dai sociologi dell’evoluzione dello stile ai responsabili della comunicazione. Così, quando ci è stato proposto di coinvolgere Maurizio Vetrugno, la scelta ci è sembrata perfetta e ci siamo subito messi a lavorare per fargli trovare il contesto più adatto”.

“Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci sin dai suoi inizi ha avuto una vocazione interdisciplinare, promuovendo l’incontro tra le arti in un territorio ricco di eccellenze sia a livello culturale che imprenditoriale”, afferma Stefano Collicelli Cagol, direttore generale del Centro Pecci. “Questa dimensione, unica in Italia, sarà sempre più sviluppata nelle future attività della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, di cui il Centro Pecci è espressione. Strategica sarà la sinergia con altre istituzioni del territorio che operano in diversi settori tra i quali le immagini in movimento, il teatro, la musica, la letteratura e la moda. Poter collaborare insieme a Fondazione Pitti Discovery in occasione di una manifestazione come Pitti Filati – centrale per lo sviluppo della moda in Italia e nel mondo e per il distretto di Prato – testimonia il successo delle progettualità quando il territorio si fa rete. L’artista Maurizio Vetrugno è stato scelto per la sua capacità di muoversi tra i diversi linguaggi artistici attraverso una pratica concettuale che non rinuncia alla dimensione estetica e dunque alla sollecitazione dei sensi. Nessuno meglio di Vetrugno può interpretare il reale attraverso le sue tele e gli oggetti che compongono le sue collezioni, svelando le connessioni tra gli immaginari che attraversano la cultura pop, l’artigianato, la moda, che nel contesto unico offerto da Pitti Filati saranno ancora più esaltate.”

Le pratiche di Maurizio Vetrugno (Torino, 1957) partono dalla selezione di singoli elementi – oggetti, immagini, segni, opere - riconosciuti per la loro bellezza e successivamente rielaborati dall'artista secondo un'estetica contemporanea.

Prodotto in occasione di Pitti Immagine Filati 91, il progetto Wild Life Wild Heat, 2022 a cura di Camilla Mozzato, curatrice del Centro Pecci, evoca esempi di teatri del sociale, in particolare nella rassegna delle maschere: le presenze nella libreria surrealista di André Breton, metamorfosi di materie e spiriti; il pulsare attivo della Factory di Andy Warhol e il suo prolungarsi per decenni sulla scena disco di New York; Le Theatre de la Mode di Christian Bèrard. O ancora La Mode au Congo di Man Ray, che faceva indossare alle sue mannequins du monde, come Consuelo de Saint-Exupéry e Meret Oppenheim, copricapi e monili africani testimoniando – se mai ce ne fosse stato bisogno – il gusto sofisticato dell’arte africana e il perdurare della sua influenza nella controversa affermazione del modernismo internazionale. Rispetto a Man Ray, le opere di Wild Life Wild Heat prendono una direzione simmetrica ma rovesciata, portando soggetti noti e meno noti nel contesto cerimoniale e rituale del teatro di Bali. Le maschere di questo palcoscenico sociale sono icone celebri del pop o ribelli esemplari, modelle d’eccezione, profeti inascoltati, dadaisti della prima ora o figure di semplice e pura vanità.

 

 



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Marco Bagnoli © photo Ela Bialkowska OKNO studio.

 

Marco Bagnoli Settantadue nomi - Italian Garden presso il Centro Pecci

 

Presentazione del progetto presso la sede del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.

Mercoledì 29 giugno 2022, alle 18, presso la sede del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, sarà presentato al pubblico il progetto di “Settantadue nomi – Italian Garden”, l’opera site-specific di Marco Bagnoli recentemente inaugurata nel parco che circonda la Villa Medicea dell’Ambrogiana di Montelupo Fiorentino. L’evento, durante il quale saranno presentati il catalogo e il video d’arte che costituisce parte integrante dell’opera, è il primo di una serie di appuntamenti che si svolgeranno nei musei partner del progetto: oltre al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Museo della Ceramica di Montelupo e Magazzino Italian Art Center a Cold Spring (NY).

Con l’opera “Settantadue nomi – Italian Garden” il Museo della Ceramica di Montelupo, con un progetto della Fondazione Museo Montelupo Onlus, ha vinto l’edizione 2020 di Italian Council, il bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per sostenere, promuovere e valorizzare l’arte contemporanea italiana nel nostro paese e nel mondo.

La serata al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato si aprirà con la presentazione del catalogo dell’opera, curato da Giuliano Serafini e edito da Fondazione Museo Montelupo. Il catalogo è arricchito da un testo critico di Pier Luigi Tazzi che è stato – fino alla sua triste scomparsa – parte attiva nella concezione del progetto.

A seguire la proiezione del video Settantadue nomi - Italian Garden, che su un’idea dell’artista, documenta l’intero processo di creazione dell’opera. La regia del video è di Giulia Lenzi con Okno Studio, la fotografia di Ela Bialkowska, la coreografia, infine, è di Catherine Galasso, che ha saputo magistralmente interpretare nel gesto le musiche vibranti del padre Michael e asse portante del video.

La presenza densa e simbolica dei luoghi di produzione, del fare stesso e degli artigiani sono tutti elementi che contribuiscono a rendere “Settantadue nomi – Italian Garden” un’opera scenica - termine coniato da Alessandro Magini per raccontare i tanti livelli di espressione e la molteplicità di linguaggi attraverso cui si esplica e si compie l’opera di Bagnoli.

Settantadue nomi – Italian Garden ha un'origine lontana: sorge nell’immaginario dell’artista nel 2010, dopo un viaggio in Iran e passa attraverso gradi di trasformazione. Se nella prima creazione, pensata per il giardino del Padiglione Italiano di Auroville (città indiana nata dalla visione del filosofo e mistico Sri Aurobindo) sono le piante a circondare una fontana che sta al centro, nella sua evoluzione pensata per il giardino ad Isfahān, in Persia, già i vasi sostituiscono le piante.

Pur cambiando nel suo aspetto formale l’opera si fonda sempre sul quinconce: gruppo di cinque unità, di cui quattro son vertici di un quadrato e la quinta è il suo centro. Da questa disposizione armonica - spesso utilizzata da Bagnoli - nasce nell’opera per la Villa Ambrogiana un giardino originario:

rappresentazione simbolica della terra nel momento della sua creazione; sospensione in un luogo in cui le cose ancora non emanano alcuna ombra e ci sono restituite in tutta la loro purezza.

Settantadue nomi - Italian Garden - è costituita da 72 vasi in ceramica smaltata blu, verde e rame a terzo fuoco; il centro del quinconce - che rimane apparentemente vuoto - ospita la forma ideale di un vaso asimmetrico che nella sua rotazione dà origine ai 72 profili dei vasi torniti. Posti a quinconce nel giardino.

Settantadue nomi - Italian Garden ha inoltre una componente sonora fondamentale: quasi una voce che emana dai vasi stessi e che intona le parole del persiano poeta Rumi: A completare la presentazione, infatti, sarà un proprio reading poetico di Bagnoli e di Sara Fruner, di fronte a La Città del Sole (1988), opera di Marco Bagnoli presente nella Collezione Pecci.

Il catalogo e il video d’arte saranno presentati, in seguito, negli altri musei partner del progetto: il 15 luglio, alle 21.30, presso la Fornace del Museo di Montelupo Fiorentino, in via Giro delle Mura 88, e il 18 agosto, alle 18.00 ore italiane, presso il Magazzino Italian Art Center a Cold Spring (NY), che metterà online sul suo sito il video della performance di inaugurazione dell’opera.

 



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 San Costanzo (PU), Marche. Ph. Wilson Santinelli 

 

UNA BOCCATA D'ARTE: 20 artisti 20 borghi 20 regioni

 

Il progetto d’arte contemporanea che promuove installazioni, mostre e performance di 20 artisti in 20 borghi, uno per ogni regione, valorizzando l’incontro tra arte e patrimonio storico, artistico e paesaggistico.

Al via in tutta Italia dal 25 giugno al 18 settembre 2022 la terza edizione di Una Boccata d’Arte, il progetto d’arte contemporanea di Fondazione Elpis realizzato in collaborazione con Galleria Continua e la partecipazione di Threes Productions, che promuove installazioni, mostre e performance di 20 artisti in 20 borghi, uno per ogni regione, valorizzando l’incontro tra arte e patrimonio storico, artistico e paesaggistico.

Per tutta l’estate, da nord a sud, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, la terza edizione di Una Boccata d’Arte presenta gli interventi di 20 artiste e artisti di differenti età, culture e provenienze geografiche: Antonio Della Guardia a Morgex (AO) in Valle d’Aosta; Natália Trejbalová a Neive (CN) in Piemonte; Alice Ronchi a Montemarcello (SP) in Liguria; Alina Kleytman a Cigognola (PV) in Lombardia; Giulia Mangoni a San Lorenzo Dorsino (TN) in Trentino-Alto Adige; Lucia Cantò a Malamocco (VE) in Veneto; Riccardo Benassi a Pesariis (UD) in Friuli-Venezia Giulia; Diana Policarpo a Montegridolfo (RN) in Emilia-Romagna; Serhiy Horobets a Sorano (GR) in Toscana; Luis López-Chávez a Panicale (PG) in Umbria; Eva Marisaldi a San Costanzo (PU) nelle Marche; Dessislava Madanska a Fumone (FR) nel Lazio; Victor Fotso Nyie a Rocca San Giovanni (CH) in Abruzzo; Tommaso Spazzini Villa a Castropignano (CB) in Molise; Fabrizio Bellomo ad Albori (SA) in Campania; Simone Bacco a Spinazzola (BT) in Puglia; Hanne Lippard a Grottole (MT) in Basilicata; Anna Zvyagintseva a San Donato di Ninea (CS) in Calabria; Isaac Chong Wai a Castiglione di Sicilia (CT) in Sicilia; Ludovica Carbotta ad Aggius (SS) in Sardegna.

Progetto corale e originale, nato nel 2020 in piena pandemia, Una Boccata d’Arte si configura come uno speciale itinerario culturale che invita il pubblico a scoprire ogni anno 20 nuovi borghi italiani, ricchi di tradizioni secolari e bellezze paesaggistiche. Grazie alla loro dimensione raccolta, i borghi diventano il luogo privilegiato per dar vita a un incontro autentico e ravvicinato con l’arte contemporanea, reso unico dal sorprendente dialogo che si genera fra territorio, opere d’arte, abitanti e visitatori. Le installazioni realizzate contribuiscono alla crescita del turismo rivolto alle aree interne, lontane dai principali flussi turistici e dai circuiti dell’arte, e invitano a riscoprire, con uno sguardo nuovo, storie e angoli di bellezza in tutta Italia.

“Una Boccata d’Arte è un progetto diffuso, di respiro nazionale e di partecipazione collettiva alla bellezza e alla cultura che, dalla sua nascita in piena pandemia, ha saputo progressivamente consolidare la propria vocazione iniziale di incoraggiamento alle comunità locali e al mondo dell'arte, fino a riunire oggi una vera e propria rete di artisti, curatori, associazioni e realtà locali che si ingrandisce anno dopo anno” spiega Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis. “Un dialogo che dall’Italia apre sempre più lo sguardo anche all'attuale situazione internazionale, con il coinvolgimento di numerosi artisti stranieri per questa terza edizione in avvio”.

Racconta Maurizio Rigillo, Direttore di Galleria Continua: "I borghi e gli artisti costituiscono il nucleo centrale del progetto, che deriva da un’attenta osservazione della storia e del paesaggio dei primi e della ricerca e del lavoro dei secondi. Il tempo di un sopralluogo, una breve residenza degli artisti per la prima volta nei borghi si sviluppa in un proficuo dialogo, dando vita a interventi e progetti artistici fortemente legati al territorio che li ospita. E proprio i valori dell’incontro e del dialogo ci hanno in particolare portato a ricercare e coinvolgere tre artisti ucraini, che per diversità di esperienze personali e di linguaggio, hanno arricchito con i loro progetti e la loro testimonianza, la terza edizione di Una Boccata d’Arte".

Selezionati per il loro talento e la loro ricerca tra voci emergenti e nomi più affermati, gli artisti sono stati invitati a progettare 20 interventi site-specific ispirati alla storia e all’identità dei borghi. Dopo un breve periodo di residenza, affiancati in ogni fase progettuale da un coordinatore locale, hanno dato vita a venti progetti che abbracciano le diverse forme d’arte, dalla pittura alla scultura fino alla fotografia, al video, al suono e alla performance, frutto del dialogo e dell’incontro con la comunità, le maestranze e gli artigiani locali.

Partendo dal Nord Italia, nel borgo di Morgex in Valle d’Aosta l’installazione “Ai camminatori di storie” di Antonio Della Guardia è composta da sette bastoni da passeggio che si rifanno alla tradizione locale di intaglio del legno e invitano chi li utilizza a intraprendere comportamenti performativi; a Neive in Piemonte “Pic nic sul ciglio della strada” di Natália Trejbalová è un’installazione che intreccia la fantascienza con la ricchezza del sottosuolo e la biodiversità del territorio, creando un parallelismo tra alieni e funghi; con “Endless Shine of Human Violence” Alina Kleytman porta a Cigognola in Lombardia alcune macerie e oggetti di uso quotidiano raccolti in Ucraina dopo i bombardamenti, rivisitati in un’installazione che attiva un dialogo con il Monumento ai caduti delle due Guerre Mondiali; con “Caro Montemarcello” Alice Ronchi ha coinvolto gli abitanti di Montemarcello in Liguria nel racconto del senso di comunità e amore che pervade il borgo, attraverso una performance partecipativa e una scritta in acciaio posizionata sul portale delle mura difensive; nel borgo di San Lorenzo Dorsino in Trentino-Alto Adige “Il Salmerino Viandante” di Giulia Mangoni è un percorso diffuso composto da dieci sculture in bronzo e un dipinto dedicati al Salmerino, pesce simbolo del territorio alpino, aprendo una riflessione sul cambiamento climatico e la preservazione della biodiversità; a Malamocco in Veneto “Restrizione emotiva” di Lucia Cantò è un’installazione diffusa composta da dodici sculture, ognuna delle quali raccoglie una frase pronunciata dagli abitanti del borgo; “Così per dire” di Riccardo Benassi a Pesariis in Friuli Venezia Giulia è una performance incorporea composta da un monologo proiettato sulla facciata di una scuola abbandonata attraverso un laser bianco che si sincronizza quotidianamente come un orologio - simbolo del borgo - ai cicli di luce diurna della valle.

Proseguendo in centro Italia, a Montegridolfo in Emilia Romagna “Hyperbolic Dreams” di Diana Policarpo è un invito a compiere passeggiate botaniche in compagnia di una guida turistica locale e l’ausilio di tracce sonore progettate per la meditazione, insieme a una scultura che accoglie il visitatore all’ingresso del borgo; “Il dolce dolore” di Serhiy Horobets a Sorano in Toscana è una mostra diffusa di fotografia e scultura nella quale è protagonista un busto femminile deformato, metafora delle ferite del tempo, della globalizzazione, della guerra; a Panicale in Umbria “Nadine in Panicale” di Luis López-Chávez è un progetto di quattro dipinti che portano in questo contesto una sintesi dell’architettura e la società di Cuba e due video basati sulle esperienze e le amicizie sorte all’interno del borgo durante la sua residenza; “Per vari motivi” di Eva Marisaldi è un intervento diffuso nel borgo di San Costanzo nelle Marche, dove luoghi simbolici come il teatro e il forno comunale ospitano installazioni video, sonore e luminose in un percorso tracciato a terra con disegni a gessetto; a Fumone nel Lazio “INTANGIBLE” di Dessislava Madanska è un’esperienza percettiva che racconta il borgo attraverso tre sculture viventi ispirate alla nebbia, al campanile e alla cava di calcare locale; con l’installazione “Il pomeriggio della vita” Tommaso Spazzini Villa ridona nuova vita al Castello d’Evoli di Castropignano in Molise, permeando i suoi spazi con disegni, suoni e luci; “Tesori e Meraviglie” di Victor Fotso Nyie a Rocca San Giovanni in Abruzzo è un intervento diffuso di sculture e installazioni in ceramica che nascono dal passato medievale del borgo e dal ritrovamento di un carapace sulle sue spiagge.

Nel Sud Italia e nelle isole, ad Albori in Campania l’opera “Albori è destinata a scomparire?” di Fabrizio Bellomo fa riaffiorare memorie e storie del borgo grazie a un intervento corale che coinvolge gli abitanti e gli artigiani della ceramica; “Maratona” di Simone Bacco a Spinazzola in Puglia è una performance collettiva, una vera e propria competizione agonistica, aperta a residenti e visitatori caratterizzata dall’impossibilità di vincere (il perimetro del borgo è di soli 700 metri); a Grottole in Basilicata “Ruin” di Hanne Lippard è un’installazione sonora site-specific in dialogo con la Chiesa Diruta, monumento-rovina caratterizzato da una cupola ellittica che unisce il cielo alla terra; “To the rocks that hold roofs and to the plants that grow through stones” di Anna Zvyagintseva a San Donato di Ninea in Calabria è una grande bandiera stampata a mano dall’artista e cucita sulla spontaneità della natura e dell’architettura sandonatese, un omaggio alla resistenza privo di significati politici; nel borgo di Castiglione di Sicilia in Sicilia “Post-Mythical Accidents” di Isaac Chong Wai è una mostra diffusa di cinque installazioni che intrecciano realtà, mito, religione e magia; “Paphos” di Ludovica Carbotta ad Aggius in Sardegna è una installazione architettonica di natura partecipativa, assemblata con materiali naturali e artificiali come legno, sughero, lana e materiali di recupero, soggetta a una progressiva evoluzione nel tempo.

Una Boccata d’Arte si riconferma un’esperienza espositiva unica che porta il pubblico a intraprendere un viaggio straordinario alla scoperta dell’arte contemporanea e del patrimonio più autentico del nostro Paese, un vero e proprio museo a cielo aperto che anno dopo anno offre una inedita esperienza culturale rivolta a tutti, non solo agli addetti ai lavori ma soprattutto a turisti, curiosi e appassionati.

Le inaugurazioni della terza edizione di Una Boccata d’Arte

Valle d’Aosta, Morgex (AO)

Antonio Della Guardia – Ai camminatori di storie

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 11.00, Place de l'Archet, Morgex

Piemonte, Neive (CN)

Natália Trejbalová – Pic nic sul ciglio della strada

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.00, Piazza Negro, Neive

Liguria, Montemarcello, frazione di Ameglia (SP)

Alice Ronchi – Caro Montemarcello

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.30, Piazza XIII Dicembre, Montemarcello

Lombardia, Cigognola (PV)

Alina Kleytman – Endless Shine of Human Violence

Inaugurazione: domenica 26 giugno ore 18.00, Belvedere di Cigognola, Cigognola

Trentino-Alto Adige, San Lorenzo Dorsino (TN)

Giulia Mangoni – Il Salmerino Viandante

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 17.00, Piazza delle Sette Ville 4, San Lorenzo Dorsino

Veneto, Malamocco, frazione di Venezia (VE)

Lucia Cantò – Restrizione emotiva

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 19.30, Patronato di Malamocco, Rio Terà 36, Lido

Friuli-Venezia Giulia, Pesariis, frazione di Prato Carnico (UD)

Riccardo Benassi – Così per dire

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 20.00, Bar Ristorante da Sardo, via Pesariis 123, Prato Carnico

Emilia-Romagna, Montegridolfo (RN)

Diana Policarpo - Hyperbolic Dreams

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 16.30, Via Roma 2, Montegridolfo

Toscana, Sorano (GR)

Serhiy Horobets - Il dolce dolore

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.00, Piazza Cairoli all’interno della Fortezza Orsini, via Giuditta Finetti, Sorano

Umbria, Panicale (PG)

Luis López-Chávez - Nadine in Panicale

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.00, L'Arca di Pan, viale Regina Margherita 11, Panicale

Marche, San Costanzo (PU)

Eva Marisaldi – Per vari motivi

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.00, Piazza San Pio da Pietrelcina, San Costanzo

Lazio, Fumone (FR)

Dessislava Madanska – INTANGIBLE

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 12.00, Collegiata di Maria SS. Annunziata, Fumone

Abruzzo, Rocca San Giovanni (CH)

Victor Fotso Nyie – Tesori e meraviglie

Inaugurazione: domenica 26 giugno ore 10.00, Piazza degli Eroi, Rocca San Giovanni

Molise, Castropignano (CB)

Tommaso Spazzini Villa – Il pomeriggio della vita

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.30, Castello d'Evoli, Castropignano

Campania, Albori, frazione di Vietri sul Mare (SA)

Fabrizio Bellomo – Albori è destinata a scomparire?

Inaugurazione: domenica 26 giugno ore 19.00, Via Capo di muro 31, Albori

Puglia, Spinazzola (BT)

Simone Bacco – Maratona

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.00, Angolo tra Via Primo Maggio e Largo Pignatelli, fronte rovine del Castello, Spinazzola

Basilicata, Grottole (MT)

Hanne Lippard - Ruin

Inaugurazione: domenica 26 giugno ore 18.30, Chiesa Diruta - ingresso da Via Giuseppe Garibaldi, Grottole

Calabria, San Donato di Ninea (CS)

Anna Zvyagintseva – To the rocks that hold roofs and to the plants that grow through stones

Inaugurazione: sabato 25 giugno ore 18.00, Piazzale Motta, San Donato di Ninea

Sicilia, Castiglione di Sicilia (CT)

Isaac Chong Wai – Post-Mythical Accidents

Inaugurazione: domenica 26 giugno ore 18.00, Castello di Lauria, Via Edoardo Pantano, Castiglione di Sicilia

Sardegna, Aggius (SS)

Ludovica Carbotta - Paphos

Inaugurazione: domenica 26 giugno ore 18.00, Parco Alvinu, Piazza Alvinu, Aggius

GRJB Gabriella Rhodeen & Jesse Bonnell, Flag Semaphores 2020-21, Pietragalla (PZ), Basilicata. Una Boccata d’Arte 2021. Foto Giovanni Lancellotti.

Fondazione Elpis

Costituita nel 2020 da Marina Nissim, imprenditrice e collezionista d’arte contemporanea, ha tra le sue finalità la tutela, la valorizzazione e la promozione delle forme espressive delle arti e della creatività contemporanee. Attraverso la realizzazione di progetti - fra cui in particolare Una Boccata d’Arte - mostre, residenze e incontri, la sua azione si concentra in particolare sul sostegno di artisti giovani ed emergenti, provenienti da Paesi e culture differenti, il cui talento meriti opportunità di visibilità e supporto.

La nuova sede espositiva, in via di ristrutturazione, aprirà al pubblico a Milano nell’autunno 2022.

www.fondazioneelpis.it

Galleria Continua

Galleria d’arte contemporanea fondata nel 1990 da Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, ad oggi conta sette sedi in tutto il mondo: nel 1990 apre a San Gimignano, piccolo borgo toscano; nel 2004 a Pechino, nel distretto 798; nel 2007 a Les Moulins, nella campagna parigina; nel 2015 a La Habana, Cuba; nel 2020 a Roma, all’interno del The St. Regis Rome, e a São Paulo, in Brasile, nel complesso sportivo di Pacaembu. Nel gennaio 2021 ha inaugurato un nuovo spazio espositivo a Parigi, nel quartiere Le Marais. Nel novembre 2021 ha aperto uno spazio espositivo temporaneo a Dubai all’interno del Burj Al Arab, Jumeirah.

www.galleriacontinua.com

Threes Productions

Team curatoriale e agenzia creativa con base a Milano, concentra la propria pratica su progetti che intersecano suono, arte e paesaggio. Per la terza edizione di Una Boccata d'Arte, Threes cura gli interventi di Riccardo Benassi in Friuli Venezia Giulia, Eva Marisaldi nelle Marche e Hanne Lippard in Basilicata.

www.threesproductions.com

Informazioni

Una Boccata d’Arte - III edizione

20 artisti, 20 borghi, 20 regioni

25.06 – 18.09.2022

Inaugurazioni: 25 e 26 giugno 2022

Un progetto di Fondazione Elpis, in collaborazione con Galleria Continua,

con la partecipazione di Threes Productions.

www.unaboccatadarte.it

Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Social

IG: @unaboccatadarte | FB: Una Boccata d’Arte | #unaboccatadarte

Artisti della terza edizione

Simone Bacco (1995, Roma, Italia), Fabrizio Bellomo (1982, Bari, Italia), Riccardo Benassi (1982, Cremona, Italia), Lucia Cantò (1995, Pescara, Italia), Ludovica Carbotta (1982, Torino, Italia), Isaac Chong Wai (1990, Guangdong, Cina), Antonio Della Guardia (1990, Salerno, Italia), Victor Fotso Nyie (1990, Douala, Camerun), Serhiy Horobets (1985, Lviv, Ucraina), Alina Kleytman (1991, Kharkiv, Ucraina), Hanne Lippard (1984, Milton Keynes, Gran Bretagna), Luis López-Chávez (1988, Manzanillo, Cuba), Dessislava Madanska (1991, Smolyan, Bulgaria), Giulia Mangoni (1991, Isola del Liri, Frosinone, Italia), Eva Marisaldi (1966, Bologna, Italia ), Diana Policarpo (1986, Lisbona, Portogallo), Alice Ronchi (1989, Ponte dell’Olio, Piacenza, Italia), Tommaso Spazzini Villa (1986, Milano, Italia), Natália Trejbalová (1989, Košice, Slovacchia), Anna Zvyagintseva (1986, Dnipro, Ucraina).

Borghi della terza edizione

Albori (SA), Aggius (SS), Castiglione di Sicilia (CT), Castropignano (CB), Cigognola (PV), Fumone (FR), Grottole (MT), Malamocco (VE), Montegridolfo (RN), Montemarcello (SP), Morgex (AO), Neive (CN), Panicale (PG), Pesariis (UD), Rocca San Giovanni (CH), San Costanzo (PU), San Donato di Ninea (CS), San Lorenzo Dorsino (TN), Sorano (GR), Spinazzola (BT).

 



art week

Kelly Robert, Coraggio, 2021, terraglia bianca italiana e smalto, 60x33x35 cm.

 

"THE SCULPTURE SHOW" Peter Simon Mühlhäußer, Alex Rane, Kelly Robert, Bruno Walpoth

 

Un nucleo di circa dieci opere di medie e grandi dimensioni realizzate appositamente per l’esposizione a partire dall’invito della stessa galleria a creare sculture che li allontanassero dalla loro “comfort zone” per dare alla luce pezzi inusuali e innovativi.

È interamente dedicata alla scultura la mostra che la Accesso Galleria di Pietrasanta propone per la stagione estiva 2022: sono infatti quattro gli scultori figurativi protagonisti della collettiva “The Sculpture Show”, esposta dal 26 giugno al 7 agosto 2022.

Peter Simon Mühlhäußer, Alex Rane, Kelly Robert e Bruno Walpoth presentano un nucleo di circa dieci opere di medie e grandi dimensioni, in bronzo, marmo, terraglia, legno e sabbia, realizzate appositamente per l’esposizione a partire dall’invito della stessa galleria a creare sculture che li allontanassero dalla loro “comfort zone” per dare alla luce pezzi inusuali e innovativi.

La spinta a muoversi su territori nuovi è stata interpretata da ciascun artista in modi differenti: chi ha rivoluzionato i propri soggetti, chi ha sperimentato sui materiali, chi sulle dimensioni.

Sulle grandi misure ha per esempio lavorato l’artista tedesco Peter Simon Mühlhäußer che in mostra presenta tre sculture di cui due calchi in bronzo ondulato e un’opera in sabbia, la più grande mai creata dall’artista.

Nelle nuove sculture si ritrovano però anche alcuni punti fermi del suo stile: la necessità di raccontare attraverso di esse una storia o di riflettere su un tema di attualità, oppure di concentrarsi talvolta sulla pura armonia estetica delle forme sperimentando nuovi materiali in modo che risultino sempre funzionali al messaggio che l’opera intende trasmettere.

L’elemento di novità nelle opere del newyorchese Alex Rane è rappresentato dalle posizioni inconsuete che per questa occasione ha fatto assumere alle sue figure. Una delle due sculture in marmo è inusualmente seduta, quasi compressa in se stessa, ed è affiancata a una scultura in piedi che risulta così spiccare in modo esagerato. Da sempre, del resto, Rane indaga con il suo lavoro la gestualità esprimendo attraverso di essa la sua personale visione della spiritualità.

Per la prima volta nel suo percorso artistico Kelly Robert dà vita a un soggetto dalle sembianze maschili. Come nelle sue sculture femminili, anche qui l’artista californiana esaspera forme e posture per esprimere energia e potenza: profili sinuosi si alternano a repentini spigoli che guidano lo sguardo dell’osservatore lungo la silhouette delle forme da lei create.

Il colore, spesso vivace, asseconda il messaggio di forza e vitalità che Robert intende lanciare con il suo lavoro.

Si reinventa nei materiali lo scultore trentino Bruno Walpoth che espone a Pietrasanta due sculture, di cui una a grandezza naturale, che accostano al legno, suo materiale d’elezione, la carta cinese.

Come nel lavoro degli altri autori presenti in mostra, anche in Walpoth l’elemento di novità si affianca a una continuità nella poetica e nello stile: nelle opere in mostra si ritrovano infatti quella caratteristica introspezione e distanza psicologica per cui le figure di Walpoth sono già note e amate dal pubblico.

Accompagna l’esposizione un catalogo, con le immagini delle opere in mostra e apparati bio-bibliografici aggiornati.