art week

 

 

VENEZIA NELLE FOTOGRAFIE DI MASSIMO LISTRI 

Uno sguardo unitario e coerente sulla monumentalità architettonica degli spazi museali civici veneziani di oggi.

Gli scatti di Massimo Listri sono in mostra fino al 20 ottobre nel Salone da Ballo del Museo Correr, offrono uno sguardo unitario e coerente sulla monumentalità architettonica degli spazi museali civici veneziani di oggi, sulla bellezza dei suoi saloni, alcuni dei quali restaurati di recente, dei lunghi ariosi porteghi passanti, dei percorsi espositivi sempre capaci di continue sorprese.

Listri rivela l’anima dei luoghi, la densità della luce e del colore che li pervade durante le diverse ore del giorno. Un occhio colto e sapiente, imbevuto di storia dell’arte, ma nello stesso tempo capace di fare una sintesi originalissima di quel proliferare talvolta anche eccessivo di decorazioni e architetture dei maestosi saloni. Uno sguardo eccentrico che vede ciò che altri non vedono, che trattiene il respiro prima di inquadrare l’obiettivo, che ferma l’istante perfetto di quell’aura misteriosa che abita le stanze dei Musei.

Nell'introduzione al catalogo del Direttore Gabrielli Belli si legge: “Massimo Listri, tra i più importanti fotografi italiani, è stato per la nostra Fondazione quest’occhio, generoso e imprevedibile anche nella modalità del suo operare, in un rapporto di grande semplicità con lo spazio: il suo segreto è racchiuso in gran parte nella luce naturale, che rifugge dalla complicità con gli artifici e le tecnologie troppo sofisticate, sebbene nella postproduzione la sua mano sapiente non disdegni delle messe a fuoco e dei tagli prospettici che appagano appieno il suo desiderio di creare con la fotografia “un’opera d’arte nell’opera d’arte”. Da questo suo straordinario occhio sono nate centinaia di immagini che finalmente ci restituiscono, grazie alla sua cifra inconfondibile, un’idea unitaria della molteplicità e della complessità disciplinare che caratterizzano le nostre collezioni e gli spazi espositivi, una restituzione di inedite viste capaci di stupire anche chi, come noi, ogni giorno si confronta con le sale del museo.”