COME È STATO PER TE IL COLLEZIONISMO NEL 2020?

      
 
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Alcuni tra i principali collezionisti italiani ed estimatori del settore si confrontano sulla loro esperienza di collezionismo durante questo particolare 2020. 

By Camilla Delpero   

 

Inauguriamo questa Rubrica con una prima grande domanda. "Com'è stato per te il collezionismo nel 2020?" Quest'anno è stato un anno particolare per il mondo dell'arte. In questa Rubrica porremo la stessa domanda a diverse personalità del mondo dell'arte. Per questa prima uscita abbiamo chiesto ad alcuni tra i principali collezionisti italiani, estimatori e appassionati del settore qual è stata la loro esperienza. Abbiamo collezionato le esperienze di Roberta Ceretto, Umberta Gnutti Beretta, Giuseppe Iannaccone, Luigi Leardini, Antonino Martino, Annapaola Negri-Clementi, Filippo Pappalardo, Nicoletta Rusconi, Rebecca Russo, Patrizia Sandretto, Roberto Spada e Valeriano Visconti.

 

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Roberta Ceretto, collezionista e responsabile dei progetti culturali per l’Azienda Ceretto

A mio avviso, un collezionista non perde la sua passione nemmeno di fronte ad una chiusura forzata. Certo non poter accedere a mostre, gallerie o agli studi d’artista è stato penalizzante ma come in tutto anche nell’arte si sono organizzati e alcune cose sono state promosse in modo piacevole e curioso. Noi però siamo collezionisti atipici poiché per noi il progetto e il coinvolgimento sono legati al luogo, le colline delle Langhe e i loro scorci dove vogliamo portare arte e opere. Questo è stato impossibile poiché già solo far fare sopralluoghi ad artisti stranieri era vincolato e tuttora lo è da regole sanitarie ben precise. Purtroppo il 2020 ha visto fermare un progetto ambizioso che subirà ancora un ritardo ma nel 2022 saremo pronti per un nuovo inizio.
 
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Giuseppe Iannaccone della Collezione Giuseppe Iannaccone

Nella vita di un Collezionista l’atto del collezionare corrisponde al circondarsi di buoni amici, interrogare e lasciarsi indagare dalla loro presenza nella propria vita. I buoni amici, si sa, si vedono nel momento del bisogno, e così è stato per me anche con l’arte in questo anno 2020 difficile, rallentato e pieno di preoccupazioni.

Quando tutto sembrava buio, fermo e senza speranza, l’arte è riuscita a stupirmi, la produzione degli artisti non si è fermata ed anzi, come vere e proprie sentinelle del tempo presente, molti sono stati in grado di condensare, nelle proprie realizzazioni, una via di fuga come di indagine di questo periodo. Sono stupito anche dal modo con cui il sistema dell’arte è riuscito a procedere spedito, seppur con qualche intoppo pratico e di percezione, nella sua divulgazione e nel suo essere presente, per il pubblico così come per i collezionisti. 

Collezionare è da sempre per me la viscerale necessità di circondarmi di presenze vive, di attimi di umanità e di storia; ogni momento storico ha avuto le sue vicissitudini, raccogliere opere dell’arte fra le due guerre è stato per me molto significativo, perché ogni opera racchiude una personale lettura di quel periodo, una trasposizione del pensiero dell’artista sulla tela che diviene ora un rimando al difficile momento che era, ora una lettura disincantata di quel periodo.

I cambiamenti e le strategie del sistema dell’arte sono state tante, come un corpo colpito, ha reagito egregiamente, per curarsi e per continuare a curare. Io non ho mai smesso di credere agli artisti e alle Gallerie che, non senza difficoltà, hanno continuato a promuovere l’attività artistica; la non presenza, in fiera, nelle gallerie, negli studi degli artisti, ha cambiato la modalità con cui lasciarsi “permeare” dall’arte, ma non l’ha fermata. Il virtuale, personalmente, non potrà mai sostituire a pieno l’esperienza visibile, quasi tattile del rapporto de visu, con l’opera d’arte così come degli abitanti del mondo dell’arte; sarei però un pazzo a negare l’importanza e il supporto che il reparto digitale ha dato a questo particolare momento a cui, sono sicuro, non potremo più rinunciare. Sono mancate personalmente le novità librarie, nuovi testi da consultare e studiare per poter approfondire vecchie conoscenze artistiche e lasciarmi stupire e affascinare dalle nuove generazioni di artisti.

In assenza di un rapporto visivo, la concentrazione maggiore è andata sulla poetica, sulla comprensione ancor più profonda, di ciò che muove le corde dell’anima di un’artista; mi sono mosso con ancor più cautela, con ancora più attenzione, ma non mi sono mai fermato! In un momento storico di malattie pericolose ed infide, voglio continuare a circondarmi dai mei cari “amici” perché, alla fine, collezionare è l’unica malattia da cui non vorrò mai guarire.

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Umberta Gnutti Beretta collezionista e filatropa

Il 2020 per me è stata l'occasione per non comprare di getto (cosa che magari avveniva andando ad una fiera) e di pensare di più a cosa acquisire. È stata l'occasione per pensare insieme ad alcuni artisti a lavori ad hoc e dedicare più tempo agli emergenti. Forse anche in generale dedicare più tempo agli italiani. Non è stato un anno di pausa perché ho comunque aggiunto opere alla mia collezione ma l'ho fatto seguendo modalità diverse. Ho per esempio per la prima volta comprato un lavoro via zoom...per cui direi che l'arte non si ferma per quel che mi riguarda.

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Luigi Leardini General Manager di Byblos Art Hotel Villa Amistà

Il collezionismo non si è mai arrestato, nemmeno in tempo di pandemia. Sebbene siano mancate fiere di settore molto importanti, il mercato dell’arte è rimasto fervido, i sistemi di compravendita non sono mutati, ci si rivolge principalmente alle gallerie d’arte, con un incremento significativo della modalità online. Il vero collezionista d’arte, appassionato e cultore, trova sempre il modo di tenersi aggiornato e di arricchire la propria collezione. Nelle restrizioni di viaggio e di conseguenza nella necessità di restare a casa il collezionista ha trovato un risvolto positivo: avere più tempo da dedicare alla ricerca e all’acquisizione di nuove opere d’arte. L’emergenza sanitaria non ha quindi fermato i collezionisti facoltosi, che sono rimasti molto attivi sul mercato. La maggior parte di loro si affida a gallerie di fiducia in un rapporto sempre più forte di Customer Loyalty e anzi i collezionisti, in tempo di crisi, hanno mostrato un maggiore interesse a voler sostenere gli artisti e le gallerie rispetto al passato.

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Antonino Martino collezionista

Il 2020 è stato un anno complicatissimo per tutti e a 360 gradi. Per quanto mi riguarda, i rischi, le responsabilità e le complicazioni connesse alla mia professione di Medico Ospedaliero, sempre in prima linea, non hanno assolutamente scalfito la mia immortale storia d’amore passionale con l’Arte, che non è rappresentata per fortuna, esclusivamente dal dover collezionare ad ogni costo.
Ho sofferto comunque moltissimo la chiusura dei Musei, questo si...!! 
Piuttosto colgo l’occasione in questo contesto, per inviare una preghiera alle vittime del COVID che non fanno più parte del mondo dell’Arte, e anche la mia solidarietà e sensibilità a tutti gli operatori del settore, colpiti da questa grave crisi economica.  
Non è mia consuetudine normalmente rendere noto pubblicamente quello che acquisto e se acquisto, e non stravolgerò questa mia consuetudine, soprattutto in un momento come questo. Riconosco la mia costante predisposizione e sensibilità  all’argomento.

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Annapaola Negri Clementi

 

Annapaola Negri-Clementi collezionista e avvocato dello Studio Legale Pavesio e Associati with Negri-Clementi

“L’arte per me è prima di tutto piacere e condivisione. Collezionare opere d'arte e prendersene cura è una forma di restituzione dell'educazione ricevuta, quasi un dovere morale di divulgazione del bello. L’arte è il nostro passato e presente ma è anche un monito sul futuro, l’arte ci parla in maniera misteriosa e straordinaria, racchiudendo in sé significati nascosti e diversi per ciascuno in differenti periodi e contesti della vita. In quest’anno horribilis caratterizzato da uno shock pandemico e da incertezza economica e sociale di cui nessuno ha un’esperienza vivente (Y. N. Harari), il mio amore e passione per l’arte e per il collezionismo si sono rafforzati ancora di più. Seppur la tecnologia e il digitale si siano rivelati un valido strumento alternativo di acquisto in questi mesi di “riposo” obbligato, non vedo l’ora di tornare presto a far visita a fiere, gallerie e mostre d’arte in presenza dove poter nutrire il mio dividendo estetico, scambiare opinioni e confrontarmi con amici e colleghi del settore.”

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Filippo Pappalardo collezionista

Per chi come me ha nel rapporto con l'arte un momento di gioia oltre che di crescita culturale, di permanente curiosità, di voglia e ricerca del nuovo, il 2020 e la devastante crisi pandemica hanno rappresentato un brusco stop e, devo con sincerità ammettere anche questo, una presa di coscienza di problematiche e valori che, un'indubbia posizione privilegiata, spesso mi portava a sottovalutare e trascurare. Esercitando una professione sanitaria, sono titolare di farmacia, ho concentrato la mia attenzione su di essa marcandone soprattutto il contributo sociale che ero in grado di poter dare. Completamente messa da parte l'arte? No. Questo chi ha in sé il demone collezionistico non riesce mai a farlo e non ho fatto eccezione. Non ho seguito molto le varianti virtuali di fiere e mostre perché togliere a questi eventi l'aspetto di confronto con amici artisti, galleristi e collezionisti, significa dimezzarne la validità. Questa mancanza di stimoli visivi e discorsivi, mi ha portato a indagare meglio la mia città, soprattutto le proposte di giovani; confesso anche una piccola involuzione con un'accentuata voglia di semplicità ed estetica. Devo dire di essere riuscito a colmare in questo modo la sindrome di astinenza con acquisti non impegnativi di opere caratterizzate da una impagabile freschezza. Mi fa piacere citare le opere di un giovane scultore in legno proveniente da una famiglia di artigiani di pupi siciliani, Carmelo D'Agosta, in arte DAGO, che riproduce in legno smaltato immagini della sua infanzia come matite colorate, gelati che si sciolgono e così via. Speriamo adesso di considerare presto come una brutta parentesi quanto sta succedendo e di riprendere al più presto in nostro indispensabile nomadismo per eventi d'arte.

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Nicoletta Rusconi collezionista e ideatrice di Nicoletta Rusconi Art Projects 

Indubbiamente si è trattato di un anno di pausa, un intervallo che perdura tuttora, una sospensione temporale che può essere impiegata per riprendere temi troppo a lungo trascurati come il coinvolgimento nel marcato dell'arte di nuovi collezionisti che si aggiungano a quelli che da sempre sostengono l'arte e ai quali va la nostra gratitudine.  Io ho trovato la risposta ideando un profilo instagram dove proporre all'acquisto piccole opere di artisti di grande qualità a prezzi interessanti sia per chi vuole continuare ad alimentare la passione per il collezionismo, anche in condizioni, quelle pandemiche, che non facilitano i trasporti, sia per chi vuole provare ad approcciare l'arte. Molti artisti che ho proposto attraverso @artbite_project stanno crescendo rapidamente in quanto ad affermazione nel mondo dell’arte. Ciò mi fa pensare che il mio progetto possa esprimere una forma di collezionismo a basso rischio, ma ad alta resa.

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Rebecca Russo, collezionista e presidente della Fondazione Videoinsight®

Sono una Collezionista d’Arte perché sono innamorata dell’Arte. Credo nell’Arte, mi prendo cura dell’Arte. Colleziono per devozione, missione di vita, attrazione innata, passione, sentimento, ispirazione. Collezionare è un’Arte. Contiene verità, amore, libertà. Quando colleziono mi sento più viva, eterna. Non si può fingere con l’Arte. L’Arte preme, simbolicamente, ti raggiunge, per destino. L’opera scelta diventa un’estensione emotiva dell'essere. Ogni acquisizione è un atto vergine, esprime una motivazione estetica vitale, causa eventi nel futuro, si connette con il passato, accende una rete di relazioni circolari. L’Arte definisce l’identità, scolpisce il momento, trasporta in luoghi misteriosi, segreti, profondi, legati all’inconscio.  È un dono circolare, immortale, relazionale. Integra elementi contrapposti, sintetizza, rinnova. L’Arte è una formidabile terapia, nutre la mente e il cuore, consola, protegge, salva. Lo slancio dell’acquisizione è un rituale magico, frutto di illuminazione, di levitazione interiore. Scelgo con l’intuizione opere che elevino, rigenerino, contengano soluzioni, attivino consapevolezze.  Ogni opera d’Arte della mia Collezione cela profezia, lungimiranza, anticipazione del futuro. Coltivo con dedizione il mio orto di bellezza e di cura, poi lo condivido con il pubblico. La Collezione è storia scolpita, narrazione, celebrazione della vita, un vero vaso terapeutico. Ho un animo romantico e rinascimentale. I Collezionisti come gli Artisti sono Eroi Contemporanei. Si espongono, rischiano con curiosità, volontà, forza d’animo, coraggio. Le mie acquisizioni durante la pandemia sono state molte, intense, intime e urgenti: vaccini e antidolorifici di emergenza, rimedi naturali per la rinascita e la sopravvivenza. Tra queste segnalo i commoventi dipinti di Cristian Avram “A dream about you” (2019) e “The night of daydreaming” (2019), l’opera “Neynik – Mirror” (2020) di Zehra Dôgan, l’olio su tela “Boys will be boys” (2019) di Nebojša Despotović, l’installazione neon “Fake it till you make it” (2018) di Edson Luli, il dipinto di Thomas Braida "Siesta de sol, Siesta per tutti" (2019), olio su tela, 280x480 cm. Quanto più è aumentato il dolore, tanto più fortemente mi sono aggrappata all'Arte. Curo da anni con l’Arte, il Metodo Videoinsight® è nato dieci anni fa. Ho continuato a divulgare nel mondo programmi di Cura attraverso l’Arte, in modo sempre più diffuso e capillare. 

La Fondazione Videoinsight® ha una mission più che mai attuale: promuove il benessere psicofisico della persona e della collettività attraverso l’Arte Contemporanea. Introduce opere d’arte nei contesti sociali per migliorare la qualità della vita, orientare le attitudini e i talenti, stimolare e riabilitare le risorse umane, attivare insight, ovvero prese di consapevolezza, ai fini dell’evoluzione e della crescita. La Fondazione, nata come realtà no profit nel 2013, si avvale della Collezione Videoinsight®, una raccolta in progress di opere d’arte dotate di un elevato e sperimentato impatto psicodiagnostico e psicoterapeutico. La Fondazione esporta nel mondo l’innovativo Metodo Videoinsight®, ideato nel 2010, sperimentato nel setting psicoterapeutico (Programma Videoinsight® Art for Care) e nella Medicina (Ricerche Video Acl, Video Tka, Pf Project). Il Metodo Videoinsight® è stato approvato e riconosciuto dalla Comunità Scientifica grazie ai risultati oggettivi raggiunti, presentati in Congressi e Riviste scientifiche internazionali. Nel 2020 abbiamo realizzato un Programma di Emergenza Covid attraverso la Videoarte, un’estensione dell’App Videoinsight® Art for Care nata nel 2018. Nel 2021 stiamo per lanciare presso il Centro Videoinsight® il nuovo format Videoinsight® Cube che permetterà l’esperienza reale delle Mostre d'Arte Videoinsight® Art for Care evitando gli assembramenti." 

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 Patrizia Sandretto della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Nel 2020, ho continuato a visitare mostre, gallerie e fiere (online) e a comprare nuove opere. Ho acquistato lavori di artisti brasiliani già presenti nella collezione: Luiz Zerbini e Ana Elisa Egreja, oltre a opere di Victor Man, Ambera Wellmann, Pia Krajewski, Manuele Cerutti e David Czupryn, tra gli altri. Ho inoltre acquistato Rest, un'installazione di Michele Rizzo, di cui ho sostenuto la produzione per la Quadriennale a Roma. Un'altra delle più recenti acquisizioni è l’opera video di Marwa Arsanios Who’s Afraid of Ideology? (Part 3) - Microresistances (2020), commissionata dalla 11ma Berlin Biennale. Anche in questo caso ho sostenuto la co-produzione. Nel contesto della seconda collaborazione con il Philadephia Museum of Art, abbiamo di recente co-prodotto e co-acquisito l’opera di Martine Syms, Neural Swamp. Syms ha sviluppato una nuova installazione, che sarà presentata a Torino a settembre 2021. L’opera impiega l’intelligenza artificiale per la scrittura della sceneggiatura e lo sviluppo dei personaggi di un potenziale film. Ho quindi continuato a comprare opere già realizzate per le mostre nelle gallerie e nelle fiere; e ho continuato a seguire la produzione di nuovi lavori, partecipando alla loro realizzazione e poi acquistandoli per la Collezione.

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Roberto Spada

 

Roberto Spada della Collezione Roberto Spada 

"È stato ovviamente un anno particolare per l'impossibilità di frequentare le fiere dell'arte contemporanea che per quel che mi riguarda sono sempre stati fonti di ispirazioni e di acquisti. C'è stata altresì una grande attività dei galleristi nello stare vicino a potenziali clienti, con invio di presentazioni e di immagini delle principali mostre. Ho imparato quindi, a godermi una mostra anche via web e confesso che sono anche riuscito a fare due acquisti senza vedere dal vivo le opere, e questo per la prima volta. Certamente è una strada che rimarrà anche per il futuro, il lungo tempo passato a casa è stato fonte di ispirazioni per la modifica degli allestimenti della propria collezione, di cogliere la necessità di procedere a restauri e di aggiungere anche pezzi nuovi, quindi tutto sommato il bilancio è positivo".

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Valeriano Visconti estimatore d'arte

Collezionista non collezionista torinese ha trascorso il 2020 in uno stato di "sospensione dinamica" o per mutuare una definizione di Artissima in uno stato di "stasi frenetica".
Il 2020 era iniziato con Artefiera, anche se il ricordo più pregnante della week bolognese era stato un bellissimo "Tristan und Isolde" al Teatro Comunale. Il resto dell'anno era scivolato tra letture di centinaia di libri d'arte accumulati negli anni passati e mai aperti, tra pratiche artistiche e soprattutto tra la grande abbuffata di online viewing room, private preview, virtual tour, zoom e ogni genere di comunicazione online, newsletter e post su tutti i social di gallerie, musei, fondazioni, artisti.
Questo ricco buffet artistico comodamente recapitato a casa, come un qualsiasi food delivery, offrendo, il più delle volte, una scialba e appena basica esperienza, tutt'altro che immersiva ed ovviamente poco invogliante all'acquisto. L’impegno del mondo dell'arte di ricreare sale virtuali identiche agli spazi fisici, come riproporre in tv o in streaming opere liriche o concerti sinfonici come vengono proposte in teatro: non funziona. Occorre ripensare completamente l'arte on line sia visiva, sia performing.