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ADI DESIGN INDEX 2023 - SELEZIONE PREMIO COMPASSO D’ORO, PREMIO ECCELLENZE DEL DESIGN NEL LAZIO 2023

 


Installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022.


ADI Design Index 2023 seleziona per il Compasso d’oro 2024 FRAMMENTO FATICA N.26 di Daniele Puppi, installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022. Nella serata inaugurale della mostra, per questo progetto la Carla Fendi Foundation riceverà inoltre il PREMIO ECCELLENZE DEL DESIGN NEL LAZIO 2023 che viene conferito ad Aziende/Organizzazioni/ Fondazioni/Associazioni/Istituti/Università/Scuole di design che hanno sede nel Lazio, pubblicati nell’ADI Design Index.

Dal 27 novembre al 2 dicembre il video di FRAMMENTO FATICA N. 26 di Daniele Puppi, installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022, sarà in mostra a Roma presso lo Spazio WeGil, hub culturale della Regione Lazio gestito da LAZIOcrea. L’esposizione raccoglie oltre 120 lavori preselezionati da ADI Design Index per l’edizione 2024 del Compasso d’Oro 2024.

Frammento Fatica n. 26 è un lavoro fotografico tridimensionale realizzato dall’artista nel 2004, rielaborato concettualmente per diventare un wall-drawing di grandi dimensioni che, come richiesto dal progetto della Fondazione, ha coperto per tutta la durata del Festival la facciata del Teatro Caio Melisso. Il prezioso teatro seicentesco affacciato sulla piazza del Duomo di Spoleto richiedeva importanti interventi di restauro di cui la Fondazione ha supportato i lavori nel corso di cinque anni. In seguito a questo importante contributo il teatro è stato ribattezzato Teatro Caio Melisso - Spazio Carla Fendi.

“Arte e design sono da sempre nel DNA della Carla Fendi Foundation, in particolare nei progetti pensati e commissionati per Spoleto Festival dei Due Mondi, il prestigioso festival culturale interdisciplinare di cui la Fondazione è Main Sponsor da molti anni” dichiara Maria Teresa Venturini Fendi, Presidente della Carla Fendi Foundation. “La gigantesca mano che Frammento Fatica n.26 riproduce mi ha fatto subito pensare ad un gesto di protezione e cura nei confronti di un prezioso bene culturale del passato a cui la Fondazione è particolarmente legata. Sono convinta che un’opera site-specific elaborata per avere una forte relazione con un dato contesto storico possa inserirsi positivamente e con grande impatto visivo e concettuale nel design urbano, anche in un’antica città d’arte come Spoleto, e apprezzo che le intenzioni, il significato e l’estetica contemporanea di questo progetto siano stati compresi e selezionati per ADI Design Index” aggiunge Maria Teresa Venturini Fendi.

Questa selezione chiude, insieme con quella del 2022, un ciclo particolarmente importante di ADI Design in preparazione dell’ XXVIII edizione del Compasso d’Oro, che si terrà nel 2024 nel 70° anniversario dell’istituzione del premio, nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per dare un riconoscimento alla scelta dei migliori prodotti e servizi di tutti i settori del design e della creatività italiana.

Durante la serata di presentazione svoltasi lo scorso 6 novembre nella sede di ADI DESIGN Museum a Milano è stato presentato il nuovo Comitato scientifico, il gruppo ristretto di esperti che coordina il lavoro di selezione dell’Osservatorio permanente del Design, oggi composto da Laura Badalucco, Makio Hasuike, Domenico Sturabotti, Laura Traldi, Francesco Zurlo. Dal 1999 l’Osservatorio va alla ricerca del miglior design in tutto il territorio italiano e l’apertura nel 2022 dell’ADI DESIGN Museum ha reso disponibile alla consultazione diretta dei ricercatori e all’interesse del pubblico generale la collezione di tutti i prodotti premiati dal Compasso d’Oro dal 1954.

 



 

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Presso Artphilein Bookstore la presentazione di “Trapa Natans”, il nuovo libro di Igor Ponti 


Un progetto durato due anni, durante i quali il fotografo si è dedicato a catturare l'anima mutevole del paesaggio circostante il lago di Muzzano.


Ricominciano gli appuntamenti con il pubblico di Artphilein Bookstore con una presentazione di un progetto editoriale: Trapa Natans, realizzato dal fotografo svizzero Igor Ponti, e pubblicato dalla casa editrice ticinese Fontana Edizioni. La presentazione avrà luogo giovedì 6 dicembre, alle ore 18:30, in via San Salvatore 2 a Paradiso.
Un progetto durato due anni, durante i quali il fotografo si è dedicato a catturare l'anima mutevole del paesaggio circostante il lago di Muzzano. Il risultato è un'indagine approfondita del rapporto intricato tra l’essere umano e la natura.
Attraverso l’obiettivo fotografico, Ponti è riuscito a creare una narrazione visiva che esplora la complessità del paesaggio urbano e naturalistico, evidenziando la bellezza e la fragilità dell'ambiente che ci circonda.
Il focus viene posso sulla Castagna d'Acqua -Trapa Natans -, una pianta che un tempo prosperava nelle acque del lago di Muzzano, e che si è estinta a causa della mancanza di riguardo e cura da parte del territorio.
Un monito potente: un avvertimento sulle conseguenze della nostra indifferenza nei confronti dell’ambiente, e un invito a impegnarsi nella protezione del patrimonio naturale.
Le sue immagini sono testimonianze visive dello stato attuale del territorio. Il fotografo ci invita a riflettere riguardo il nostro impatto sul mondo che ci circonda e sull'importanza di prendersene cura, onde evitare perdite irreparabili, come quella della Trapa Natans.
La presentazione è a ingresso libero e non vi è bisogno di prenotazione.

Igor Ponti è un fotografo svizzero con sede in Svizzera. Durante i suoi studi in arte applicata, ha iniziato a sviluppare il suo interesse per la fotografia. Nel corso degli anni, ha lavorato anche come fotografo editoriale, spinto dal desiderio di continuare la sua ricerca sul paesaggio fotografico e su come è correlato all'ambiente umano. Le sue immagini fanno parte di collezioni private e istituzionali e hanno fatto parte di mostre personali e private.

 



 

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Careof presenta due giorni di appuntamenti aperti alla città dedicati all’immagine in movimento

 


Un calendario di appuntamenti aperti alla città dedicati al video, tra cinema e arti visive.


Giovedì 30 novembre e venerdì 1° dicembre 2023, Careof presenta un calendario di appuntamenti aperti alla città dedicati al video, tra cinema e arti visive. Due giorni di tavole rotonde, talk, panel e proiezioni gratuiti e aperti al pubblico che si inseriscono all’interno di ArteVisione 2023, progetto annuale di Careof nato nel 2011 con l’obiettivo di supportare, produrre e promuovere le ricerche più innovative nel campo all’immagine in movimento, sviluppato attraverso un percorso di formazione e la produzione di nuove opere filmiche.

In particolare, giovedì 30 novembre si terranno due momenti aperti al pubblico. Alle 18:30 è prevista la tavola rotonda “Distributing Moving Images: Context and Geographies”, moderata dalla storica dell’arte, curatrice e docente Lorenza Pignatti, volta ad analizzare come cambia la diffusione delle artists’ moving images a seconda di contesti sociali e culturali differenti. Una conversazione, in lingua inglese, che vedrà coinvolti professionisti ed esperti internazionali quali Andreas Bertman (produttore e curatore Filmform, Stoccolma), Eva Sangiorgi (direttrice artistica VIENNALE, Vienna), Shireen Seno (artista e co-fondatrice di Los Otros, Manila) e Giulio Squillacciotti (artista e regista). A seguire alle 21:00 si potrà partecipare alla proiezione di alcune fra le opere video più significative di Los Otros e Filmform, due delle più interessanti voci internazionali nel campo della distribuzione delle immagini in movimento.

Venerdì 1° dicembre alle 19:00 sarà protagonista della programmazione un’ospite d’eccezione, l’artista e co-fondatrice di Los Otros (Manila) Shireen Seno, con un talk e una proiezione moderati da Maria Paola Zedda, curatrice indipendente e direttrice artistica di ZEIT (Cagliari). Attraverso questi due momenti, verrà analizzata l’indagine artistica di Seno, che si concentra sulla memoria coloniale del proprio Paese e su come essa influenza la storia delle immagini e le convenzioni della fotografia.

Gli artisti di ArteVisione 2023

I cinque finaliste/i selezionate/i per Artevisione 2023 sono Claudio Beorchia, Martin Errichiello, Eleonora Luccarini, Beatrice Marchi, Federico Pozuelo. Questi ultimi avranno l’opportunità di partecipare a un workshop intensivo della durata di sei giorni - dal 27 novembre al 2 dicembre 2023 - presso gli spazi di Careof all’interno della Fabbrica del Vapore di Milano, articolato in lezioni frontali, seminari collettivi e incontri one-to-one con artiste/i e professioniste/i del settore dell’audiovisivo di fama internazionale. La rete di partner del progetto permetterà alle artiste e agli artisti di entrare in contatto e mostrare la propria ricerca a una serie di istituzioni internazionali, tra cui Argos (Bruxelles), FIDMarseille (Marsiglia), SODA (Manchester), Circuit (Wellington).

Per l’edizione 2023 Careof, grazie al sostegno di Fondazione AEM, ha selezionato tra i cinque progetti finalisti anche un progetto improntato all’indagine di temi quali sostenibilità energetica, transizione ecologica, accesso all’energia e alle risorse.

I Visiting Professor di ArteVisione 2023 sono Shireen Seno e John Torres, filmmaker e founder di Los Otros, Manila.

Le artiste e gli artisti avranno la possibilità di incontrare e confrontarsi con professioniste/i del settore, tra cui: Andrea Bellini, direttore Centre d’Art Contemporain Genève e direttore artistico della Biennale de l’Image en Mouvement di Ginevra; Andreas Bertman, produttore e curatore Filmform, Stoccolma; Eva Sangiorgi, direttrice Viennale, Vienna; Maria Paola Zedda, direttrice artistica ZEIT, Cagliari / Milano.

Per l’edizione 2023 l'artista vincitrice/ore riceverà da Careof un premio di 8.000 euro lordi a supporto della produzione del progetto.

Cuore delle attività di Careof, ArteVisione è un progetto che supporta il talento creativo e lo sviluppo di nuove produzioni artistiche, offre opportunità di crescita personale e professionale e favorisce la creazione di relazioni con realtà e professionisti internazionali tra cui artiste/i, registe/i, curatrici/ori, programmer, istituzioni, festival, musei, accademie, università.

In dodici anni di attività, attraverso ArteVisione, Careof ha prodotto opere di Yuri Ancarani, Francesco Bertocco, Fatima Bianchi (in fieri), Giuseppe Fanizza, Riccardo Giacconi, Martina Melilli, Rebecca Moccia (vincitrice 2022), Caterina Erica Shanta, Giulio Squillacciotti, The Cool Couple, Luca Trevisani, ZimmerFrei e promosso il lavoro di oltre 80 artiste e artisti.

Tutti i dettagli sono disponibili sul sito careof.org.

ArteVisione Focus: artiste e artisti finalisti e mentor 2022, photo Diego Mayon

Careof

Careof è un’organizzazione non profit per l’arte contemporanea, fondata nel 1987 con sede a Milano, all'interno di Fabbrica del Vapore. È un centro di ricerca e produzione sull’immagine in movimento, uno spazio espositivo, una biblioteca, un archivio fotografico e un archivio video, riconosciuto di interesse storico dal Ministero della Cultura. L’archivio video in continua espansione raccoglie oltre 9000 titoli e restituisce una visione privilegiata sull’evoluzione artistica dagli anni ‘70 a oggi.

www.careof.org

 



 

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Ultimo appuntamento con "Art 4 a Better Future" alla Collezione Guggenheim 


Immaginare futuri possibili: nuovi paradigmi. Venerdì 17 novembre presso Cuoa Business School l’ultimo appuntamento del ciclo Art 4 a Better Future.


Quali strumenti hanno a disposizione le organizzazioni per comprendere il cambiamento e adottare modelli rigenerativi ad alto impatto? È questo il quesito intorno al quale ruoterà il terzo e ultimo appuntamento di Art 4 a Better Future. Arte Sostenibilità Innovazione, progetto promosso dalla Collezione Peggy Guggenheim, dedicato ai temi della Sostenibilità e dell’Arte quali agenti del cambiamento per un futuro sostenibile.

Immaginare futuri possibili: nuovi paradigmi è il titolo dell’incontro che si terrà venerdì 17 novembre, alle ore 17.30, presso la sede di Cuoa Business School, Altavilla Vicentina, durante il quale verranno trattati i temi ESG – Environment, Social, Governance – che sono oggi al centro di riflessioni e pratiche che coinvolgono sempre più da vicino le organizzazioni ad ogni livello. Protagonisti di questo ultimo appuntamento saranno volti dell’imprenditoria e dell’ambito universitario, tra cui: Daniele Brombal, Università Ca’ Foscari, LAST Lab e NICHE, Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa e di Fondazione Assolombarda, Walter Bertin, Founder e CEO Labomar - Delegato Sostenibilità Confindustria Veneto Est, Matteo Faggin, General Manager SMACT Competence Center I 4.0, Roberto Marin, Director PwC Italia, ESG, Matteo Borsari, Head of communication & sustainability Florim, Gloria Pianta, Chief Financial Officier Itago, Cristiano Crosetta, Ceo Tubes Radiatori. L’incontro è aperto al pubblico, su iscrizione, fino a esaurimento posti.

Con Art 4 a Better Future. Arte Sostenibilità Innovazione la Collezione Peggy Guggenheim ha aperto un dialogo a più voci, coinvolgendo soggetti attivi in diversi ambiti, volto alla promozione di azioni legate alla sensibilizzazione sui temi del climate change e della sostenibilità, sia essa sociale, ambientale ed economica. L’arte, l’ambiente naturale, le prassi umane e le mediazioni tecnologiche si trovano al centro di un sistema di interrelazioni che rende sempre più chiara la fragilità degli ecosistemi e la necessità di nuove pratiche comportamentali grazie ad un approccio critico e transdisciplinare. Per questo il progetto ha posto al centro la riflessione critica sulla relazione tra Arte, Natura, Scienza e Tecnologia, eleggendo il museo a luogo di sperimentazione e promozione della sostenibilità, aperto al dialogo sul contemporaneo, che mette insieme la conoscenza umanistica e quella scientifica, in un’ottica di apertura, inclusione, partecipazione attiva e promozione del dibattito intersettoriale sulle sfide sociali e ambientali.

Art 4 a Better Future. Arte Sostenibilità Innovazione ha visto la fondamentale collaborazione di due prestigiose realtà culturali e imprenditoriali, quali Università Ca’ Foscari Venezia con THE NEW INSTITUTE Centre for Environmental Humanities (NICHE), Ca’ Foscari Alumni, e CUOA Business School. Ha inoltre il patrocinio di CNR-ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale – Centro Nazionale delle Ricerche), ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), Confindustria Veneto Est, SMACT Competence Center, wetlands, con il contributo tecnico di PwC e la media partnership di Domus.

 



 

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Fondazione Pastificio Cerere e Centrul de Interes pesentano Perspectiva Cluj Traiettorie dinamiche dal Centrul de Interes 


Immaginare futuri possibili: nuovi paradigmi. Venerdì 17 novembre presso Cuoa Business School l’ultimo appuntamento del ciclo Art 4 a Better Future.


La Fondazione Pastificio Cerere e il Centrul de Interes (Cluj-Napoca, Romania) presentano la collettiva Perspectiva Cluj. Traiettorie dinamiche dal Centrul de Interes a cura di Gaia Bobò e Marcello Smarrelli, realizzata con il supporto della Fondazione Culturale Intact. La mostra sarà aperta al pubblico da giovedì 16 novembre 2023 a sabato 27 gennaio 2024.

Il percorso espositivo presenta una selezione di opere, alcune delle quali appositamente prodotte per gli spazi della Fondazione, realizzate da Radu Abraham & Ovidiu Leuce, Delia Avram, Sasha Bandi, Mathias Bar, Andrei Budescu, Ana Horhat & Vlad Sulea e Florin Ștefan. La mostra è il risultato della ricerca condotta dai due curatori durante la residenza svolta a Cluj-Napoca a luglio del 2023, nel corso della quale hanno avuto la possibilità di incontrare artiste/i, architette/i e designer collegati a vario titolo al Centrul de Interes, un polo culturale polifunzionale da anni estremamente attivo nella scena di Cluj, cittadina divenuta particolarmente nota per la Scuola di Pittura, interna all’ Accademia di Belle Arti, in cui si sono formati artisti del calibro di Victor Man e Adrian Ghenie.

Caratterizzato da un taglio interdisciplinare, il progetto è mirato a restituire diverse possibili visioni della città di Cluj-Napoca e della sua variegata e sorprendente produzione artistica che la rende una realtà di grande rilievo nel panorama culturale europeo. Ne emerge un percorso intergenerazionale, particolarmente incentrato sulla pittura, attraverso il confronto tra i lavori di Delia Avram (1980), Mathias Bar (1997), Sasha Bandi (1989) e Florin Ștefan (1968) ma anche segnato dalla volontà di evidenziare un’attitudine collaborativa tra artisti, architetti paesaggisti e designer impegnati a vario titolo nella definizione di progettualità e prospettive future. È il caso della collaborazione tra lo scultore Ovidiu Leuce (1981) e il designer Radu Abraham (1989), o ancora tra l’architetta paesaggista Ana Horhat (1980) e il graphic designer Vlad Sulea (1980).

La risonanza tra la storia e le attività della Fondazione Pastificio Cerere e quelle del Centrul de Interes, nonché il loro ruolo nella produzione e promozione della scena culturale del territorio, costituisce un’occasione di riflessione sui centri di produzione artistica considerati “punti panoramici” privilegiati per l’osservazione della città come ecosistemi in evoluzione. Allo stesso tempo, questa esperienza si pone quale passaggio iniziale di un processo volto a favorire lo scambio e la reciproca conoscenza delle scene artistiche delle città di Roma e Cluj-Napoca.

Inoltre, nel 2024 è prevista la pubblicazione di un volume che approfondirà i punti di intersezione della progettazione dei due centri culturali, in particolare con un focus analitico sulle ricerche delle artiste e degli artisti del Centrul de Interes.

 



 

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 Motherboy Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski 23.11.2023-17.02.2024 Gió Marconi, Milan Photo: Fabio Mantegna

 

GióMARCONI presenta MOTHERBOY  


Un progetto a cura di Stella Bottai e Gray Wielebinski.


Gió Marconi é lieto di annunciare Motherboy, importante mostra collettiva, visibile fino al 17 febbraio, nata dal dialogo tra la curatrice Stella Bottai e l'artista Gray Wielebinski attorno alla nozione del cosiddetto “mammone”, un concetto che le loro proprie esperienze, rispettivamente come madre e figlio, celebrano, criticano e riconfigurano.

La mostra attinge alle teorie queer, femministe e psicoanalitiche sul rapporto tra madri e figli – rapporto che é carico di grande intensità e simbolicamente ricco – per affrontare i temi del sacrificio, della co-dipendenza, del desiderio, dell’identità, della negazione, delle gerarchie, della possessività e del tradimento. Motherboy riprende la strana convergenza di potere codificata in questo concetto – il lavoro sottovalutato, spesso invisibile, della madre versus il destino privilegiato e viziato del “mammone” – trattandola come punto di partenza per una critica politica più ampia.

Allo stesso tempo riflette in modo esteso sulla categoria del mammone, esaminando le variazioni di questo legame attraverso diverse configurazioni di genere, etnia e cultura. Indicizzando le molteplici modalità, astratte e non, in cui questo concetto si manifesta storicamente – attraverso l’immaginario della lingua materna, della patria, della Santa Madre e del figliol prodigo – Motherboy offre un punto di accesso a questioni fondamentali dei rapporti umani, come l’amore, il potere e l’asimmetria.

La mostra presenta opere nuove e recenti, selezionate in stretto dialogo con gli artisti partecipanti. Spaziando tra pittura, collage, scultura, video e installazione, l’allestimento articola diverse atmosfere sui tre piani della galleria. Tra i leitmotiv del percorso visivo ed espositivo sono le posture e gli atteggiamenti del corpo, che amplificano il significato di determinate azioni – come stare in piedi, mettersi in posa, dormire, colpire o abbracciare – in connessione con le gerarchie interpersonali e il linguaggio emotivo.

Motherboy è radicato nel contesto italiano e tuttavia proietta uno scenario più ampio oltre le identità nazionali. Il termine mammismo è un esempio di tradizione inventata nel dopoguerra, per via –– secondo la storica Marina d'Amelio – di scrittori come Corrado Alvaro, che per primo coniò il termine nel 1952, alla ricerca di ragioni che spiegassero i mali sociali dell’Italia. Un’attenzione materna carente o distorta è stata ritenuta responsabile delle carenze degli uomini italiani e quindi della società italiana in generale – un concetto che in gran parte filtra all’interno della cultura odierna, come notato dall’accademica Jacqueline Rose, che scrive “le madri sono socialmente il sommo capro espiatorio per i nostri fallimenti personali e politici, per tutto ciò che è sbagliato nel mondo”.

Nel complesso, la mostra mette in scena una riflessione sugli aspetti terribili, teneri e comici del rapporto madre-figlio come specchio sia dell'associazione che della dissociazione, affrontandone le ricadute sull'immaginario sociale collettivo. Riflettendo su concetti quali autorità, emancipazione, amore e vulnerabilità, Motherboy tenta di mettere in atto, in maniera generativa, un ritiro dai costrutti patriarcali di questa nozione, alla ricerca di un legame familiare che sia consapevole ma liberato dalla propria storia.

La mostra Motherboy e’ accompagnata da un nuovo saggio di Asa Seresin, disponibile presso la galleria e online su giomarconi.com