art weekPresentazione della monografia di Antonino Bove "L’arte più potente della fisica" a cura di Bruno Corà

 

La monografia raccoglie le opere realizzate dall’artista in cinquanta anni di attività, analizzando il progetto di oltrepassare la metafora artistica e concepire l’immortalità della fisica. 

Mercoledì 11 maggio, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta la monografia sull’opera di Antonino Bove dal titolo L’arte più potente della fisica, curata da Bruno Corà e pubblicata dalla Casa Editrice Forma di Firenze. Al termine della presentazione, Antonino Bove effettuerà la performance Acronos dona la formula dell’immortalità.

La monografia raccoglie le opere realizzate dall’artista in cinquanta anni di attività, analizzando il progetto di oltrepassare la metafora artistica e concepire l’immortalità della fisica.

Nello scorrere continuo della vita ci pensiamo eterni e in questa ottica rimane irrisolta la tragedia della morte relegata nel segreto della sfera personale. Come scrive Corà nel suo saggio all’interno della monografia, l’immaginario artistico di Bove antesignano e originale interprete del pensiero post-umano, ha come obiettivo imprescindibile di impedire la degradazione cellulare, porre argine all’entropia e addirittura osare ostacolare il raffreddamento termico dell’universo. In questa ottica vanno letti i periodi artistici della sua ricerca a partire da Materializzazione dei sogni e Società degli Onironauti (1973), all’Arte Vivente tramite organismi unicellulari come alghe marine e lievito che si riproducono all’infinito sempre uguali a se stessi, contenendo un principio di immortalità (anni ‘80 e ‘90), alle Cerebralizzazioni e alla Memoria Indelebile (1990 e primi anni 2000), ad Acronos (un essere completamente sostanziato di cervello), alle attuali opere sulla Luce afisica non di origine elettromagnetica.

Alla base di questi orientamenti, le ricerche di etno-antropologia caratterizzate da interessi sociali, politici e storici, aperti tuttavia alla sfera mistica, utopica e onirica.

Lo sviluppo esponenziale inarrestabile della tecnologia con l’intelligenza artificiale, l’ingegneria genetica, le neuroscienze, le nanotecnologie, il cyborg, la robotica migliorano ed emendano la natura, potenziano la fisiologia umana ma contemporaneamente innescano forti problematiche etiche e filosofiche. In una futura evoluzione della specie umana, superati i primordiali istinti e pulsioni di violenza e crudeltà della quale

ancora l’uomo è fortemente permeato, Bove intravede una umanità immortale dalle facoltà e capacità cerebrali aumentate e dai sentimenti espansi, oggi a noi sconosciuti. Tale iperumano, depositario delle migliori qualità come l’empatia, la compassione e il rispetto verso il proprio simile, finalmente potrà accede alla completa conoscenza dei segreti del cosmo e addirittura essere in grado di agire su di esso per evitare la scomparsa della coscienza del sé e del patrimonio umano di intelligenza e di ingegno accumulatosi, attraverso i secoli, sul nostro pianeta.

Presentazione della monografia di Antonino Bove L’arte più potente della fisica a cura di Bruno Corà

Mercoledì 11 maggio, ore 17.30 - Sala delle Colonne

Intervengono: Bruno Corà, docente, critico e curatore, direttore della Fondazione e Museo Alberto Burri di Città di Castello

Alessandro Picchiarelli, ingegnere e teologo Alessandro Vezzosi, fondatore del Museo Ideale Leonardo da Vinci