art week 

 Moriah Evans, Out of and Into (8/8): STUFF (2012). (Performance view: American Realness Festival, Abrons Art Center, NY, 2016). Costumes: Evelyn Donnelly. Photo: Ian Douglas.

 

Museion presenta "Capitolo III di Asad Raza: Plot Moriah Evans Out of and Into: PLOT

Una mostra interdisciplinare e processuale dell'artista Asad Raza con la partecipazione degli architetti BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava), dell'artista Lydia Ourahmane e della coreografa Moriah Evans.

Con Plot, Museion esplora nuovi territori per le pratiche esperienziali e collaborative dell'allestimento di mostre. È un progetto che costruisce un dialogo tra arte visiva, scienza, architettura, danza e partecipanti locali legati da un forte rapporto con la terra, e si basa sulle conoscenze localizzate nel territorio, generandone allo stesso tempo di nuove. Giovedì 27 e venerdì 28 luglio, ore 18.00.

La mostra di Raza nasce da una sua installazione site-specific, Absorption, e dal suo lavoro video in evoluzione Ge. Absorption, costituita da più di 60 tonnellate di “neosoil” (terriccio) artificiale, occuperà tutto il secondo piano di Museion, ed è stata realizzata in collaborazione con scienziati del suolo e un “soil coordinator” che metterà insieme materiali locali e prodotti di scarto, tra cui argilla, vinacce, polvere di marmo, fondi di caffè, cenere di forni per la pizza, capelli e molto altro. Questi materiali saranno mescolati, smossi e continuamente aggiunti da un gruppo di coltivatori, che offriranno ai visitatori del terriccio fertile da portare a casa per progetti e coltivazioni privati.

Il lavoro di Raza costituisce spesso un luogo ospite per interventi di altri artisti e artiste: in Plot Raza gli offre l'intera mise-en-scène perché possano sviluppare i loro personali capitoli temporali. Così, a partire dal primo giorno della mostra, il suo lavoro viene sottoposto a una serie di metamorfosi. L'ex biblioteca di Museion diventerà un deposito per gli ingredienti usati per il terreno e uno spazio laboratoriale in cui il terriccio verrà trasformato in mattoni di fango che formeranno le fondamenta del secondo capitolo del plot.

Nel Capitolo II, gli architetti BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava), insieme all'artista Lydia Ourahmane, utilizzeranno questi mattoni per indagare il concetto di “abitazione”, approfondendo tecniche di costruzione nate in Egitto e utilizzate ancora oggi. Insieme a un mattonaio, useranno dei materiali sostenibili per costruire un prototipo di una piccola struttura che farà riferimento a diversi spazi chiusi, dai bivacchi alpini ai santuari o “sacelli” del Rinascimento, o ancora ai rifugi del deserto algerino.

Nel Capitolo III, questo ambiente ibrido diventerà la scenografia per il debutto italiano di Moriah Evans, in collaborazione con Bolzano Danza. Out of and Into: PLOT contiene riferimenti sia al suo lavoro più recente, Remains Persist (2022), riguardante diversi tipi di informazioni che vivono in maniera differente nei nostri corpi, sia a uno dei suoi primi lavori, Out of and Into (8/8): STUFF (2012) che indaga le metafore del corpo “isterico” attraverso la recitazione espressiva. Concentrandosi sui processi di decadimento e risorgenza, questo suo lavoro riassorbe i detriti e i rimasugli fertili della sua pratica artistica, dando così vita a una nuova iterazione site-specific.

Nel Capitolo IV, la narrativa di Plot torna ad Absorption. I mattoni di fango si saranno decomposti nel terriccio e torneranno all'opera i coltivatori per riequilibrare la chimica del suolo, accertandosi che ridiventi fertile. Durante questa fase della mostra i visitatori saranno invitati a prendere la quantità desiderata di terriccio da portare con sé.

Intanto, in una narrativa parallela, per tutta la durata della mostra verrà proiettato il lavoro video in via di evoluzione Ge. Ge, il cui titolo si riferisce al nome originario di Gaia, mappa diversi biotopi della Terra e funziona come un diario poetico e una meditazione continui. La prima “strofa” di questo lavoro a finale aperto è un'esplorazione del paesaggio marino intorno al cottage di James Lovelock, che sviluppò la teoria secondo cui la terra viene descritta come un sistema vivente che si autoregola. La seconda parte offre una ricetta per fabbricare della terra artificiale in casa. Durante Plot, Ge si evolverà ulteriormente, con la comparsa di nuove “strofe”, ambientate tra gli altri sul lago Erie e presso il convento in rovina di Hildegard von Bingen.

Il titolo Plot, che può indicare un pezzo di terra, una planimetria o lo svolgersi di una trama narrativa, allude alle diverse dimensioni concettuali della mostra. Come il plot di un romanzo, la mostra si sviluppa in capitoli diversi, ciascuno dei quali crea incontri poetici e sensuali tra entità naturali, artificiali, viventi e inanimate, e un senso di porosità tra corpi, architettura e paesaggio.

Nell'Epilogo, durante La lunga notte dei musei, l'8 settembre, il terriccio rimasto sarà trasportato a Museion Passage e donato ai visitatori, seminando così nuovi paesaggi e prosecuzioni.

Asad Raza

Nella sua opera, Asad Raza (*1974 a Buffalo, USA, vive a Berlino) concepisce l’arte come un’esperienza metabolica, attiva e interdisciplinare. Il progetto Absorption è stato presentato al 34th Kaldor Public Art Project a Sydney (2019) e più tardi ospitato al Gropius Bau, Berlino (2020), alla Ruhrtriennale di Essen (2021), e al Centre for Contemporary Arts di Glasgow (2022). In Diversion (2022), l’artista ha deviato il fiume Meno facendolo passare attraverso la Kunsthalle Portikus di Francoforte, filtrando l’acqua in modo che il pubblico potesse berla. In Untitled (plot for dialogue) (2017), i visitatori e le visitatrici giocavano a tennis in una chiesa milanese del Sedicesimo secolo. Root sequence. Mother tongue, realizzato alla Whitney Biennial del 2017 combinava 26 alberi con le persone che si prendevano cura di essi e vi conservavano con amore degli oggetti. L’opera Schema for a school era una scuola sperimentale alla Ljubljana Biennale of Graphic Arts del 2015. Il suo film Minor History è stato proiettato per la prima volta nel 2019 all’International Film Festival di Rotterdam. Raza ha studiato letteratura e cinema alla John Hopkins University e alla New York University.

BB è uno studio di design fondato nel 2022 a Milano e diretto da Fabrizio Ballabio e Alessandro Bava.

Alessandro Bava (*1988 a Napoli, Italia) è un architetto che vive a Milano dove ha fondato il project space zaza' nel 2022. Dopo il diploma all’Architectural Association di Londra con Pier Vittorio Aureli, è entrato a far parte di åyr, un collettivo di artisti che si occupa di sharing economy (economia collaborativa) e di domesticità, ed è stato editore di ECOCORE, una rivista di ecologia. Nel 2022 è stato curatore ospite del numero 2 di PROspectives, la rivista accademica del B-Pro program alla Bartlett School of Architecture - UCL, Londra. Il suo lavoro interdisciplinare e collaborativo è stato esposto alla Biennale di Venezia, alla Berlin Biennale, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Museum Ludwig di Colonia, alla Fondazione Cartier di Parigi, al Moderna Museet di Stoccolma e alla Quadriennale di Roma.

Fabrizio Ballabio (*1986 a Napoli, Italia) è architetto e ricercatore a Milano. Si è laureato in Svizzera all’Accademia di Architettura di Mendrisio (AAM), ha conseguito il Master in Storia dell’arte alla University of York. Oltre a lavorare nello studio BB, Ballabio è professore associato all’AAM alla cattedra di Kersten Geers, ha fondato ed è editore della rivista accademica STOÀ – Tools for Architectural Design Pedagogies. Tra il 2014 e il 2019, è stato tra i fondatori di åyr–un collettivo di artisti focalizzato sui temi della sharing economy (economia collaborativa) e della domesticità. 

Lydia Ourahmane

Lydia Ourahmane (*1992 a Saïda, Algeria) è un’artista con base ad Algeri e Barcellona. La pratica di Ourahmane, orientata sulla ricerca, si muove tra spiritualità, geopolitica contemporanea, migrazione e le complesse storie del colonialismo. Integra video, suono, performance, scultura e installazione, spesso in dimensioni grandi o monumentali. Tra le sue mostre più recenti figurano sync, KW Institute of Contemporary Art, Berlino; Tassili, SculptureCenter, New York e Fondazione Louis Vuitton, Parigi (2022), Survival in the afterlife, Portikus, Francoforte, e De Appel, Amsterdam (2021); Barzakh, Kunsthalle Basel, Triangle – Astérides, Marsiglia, S.M.A.K. Gent (2021-2022); صرخة شمسية Solar Cry, CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco (2020). Le sue opere sono state esposte alla 34a Bienal de São Paulo (2021) e alla New Museum Triennial (2018).

Moriah Evans

Moriah Evans interpreta la coreografia quale processo speculativo e sociale. Sviluppando il movimento dalla materialità del corpo e da un’interiorità affettiva invisibile, ma percepibile, i progetti di Evans indagano le gerarchie tra carne, corpo, sé e soggetto. Evans mantiene nella sua pratica artistica un approccio poliedrico, creando performance site-specific, produzioni teatrali, installazioni museali, simposi, testi e progetti curatoriali. Tra le opere più recenti figurano Remains Persist al Performance Space di New York (2022); Rehearsals for Rehearsal nell’ambito del Public Art Fund di New York (2022); RESTOS all’Espacio Odeon di Bogota, Colombia (2021); REPOSE nell’ambito di Beach Sessions di New York (2021); Be my Muse a Pace Live di New York (2021); Configure a The Kitchen di New York (2018) e Figuring allo SculptureCenter di New York (2018).