Giorgio Andreotta Calò

Giorgio Andreotta Calò, Annunciazione, 2018 (dettaglio), impressione fotografica su carta politenata ai sali d’argento realizzata per contatto con vetrata policroma. Fotografia di Kirsten de Graaf. Courtesy dell'artista.

Giorgio Andreotta Calò "ELLISSI"

L’intervento dell’artista si accompagnerà alla visione di un’opera di Nicola Pulese, pittore veneziano scomparso nel 2017, in mostra per la prima volta a Bologna.

LabOratorio degli Angeli presenta “Ellissi”, progetto site-specific (visibile fino al 23 maggio) di Giorgio Andreotta Calò, a cura di Leonardo Regano, parte del Main program di ART CITY Bologna 2021 promosso dal Comune di Bologna nell'ambito di Bologna Estate. L’intervento dell’artista si accompagnerà alla visione di un’opera di Nicola Pulese, pittore veneziano scomparso nel 2017, in mostra per la prima volta a Bologna, nella sede di Palazzo Sassoli (Strada Maggiore, 54), per gentile concessione della famiglia Sassoli. La mostra al LabOratorio degli Angeli si può visitare dalle 15.00 alle 21.00 (ingressi contingentati: max 20 persone per volta nel rispetto del distanziamento sociale).

Negli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese Andreotta Calò espone la versione integrale dell’opera fotografica “Annunciazione”, realizzata nel 2018 in occasione di “Anàstasis” (άνάστασις), intervento installativo monumentale presso la chiesa Oude Kerk di Amsterdam (progetto vincitore della seconda edizione del bando Italian Council promosso dal MiBACT), i cui dodici elementi che la compongono sono il risultato di un’impressione fotografica diretta attraverso la luce naturale, avvenuta per contatto tra i fogli di carta fotosensibile e le vetrate policrome della chiesa.

L’indagine che Andreotta Calò ha compiuto su questa scena tratta dal ciclo delle Storie di Maria a cui è dedicata la Cappella della chiesa olandese, trova un rinnovato significato nella scelta dell’artista di esporla in questa occasione negli ambienti del LabOratorio degli Angeli, che ha sede proprio in una ex chiesa dedicata al culto mariano.

Mettendo da parte l’obiettivo e il mezzo fotografico, l’artista modula la luce naturale che diviene così strumento per riprodurre, in maniera diretta e senza alcuna mediazione, l’immagine dell’incontro tra la Vergine e l’Angelo annunciante. Sul supporto di carta fotosensibile è così impressa la visione di una scena che è mistica ma che al tempo stesso porta su di sé i segni di un confronto attuato dall’artista con il luogo, l’Oude Kerk, con la sua storia e le sue emergenze architettoniche, decorative e scultoree.

All’interno dell’ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli saranno esposti anche i dettagli preparatori, montati per l’occasione dal laboratorio di restauro, che ha ideato con l’artista il sistema espositivo nel rispetto di precisi criteri conservativi.

Nella sua opera, Andreotta Calò traduce attraverso il mezzo scultoreo, suggestioni e rimandi che ottiene nell’indagine sul luogo, inteso indifferentemente come ambiente architettonico e come paesaggio. Il contesto culturale e geografico sul quale insiste la sua ricerca è tradotto in un sistema di evidenze e di riferimenti che conducono lo spettatore a un significato più ampio dello spazio con il quale si rapporta.

Con il progetto “Ellissi”, LabOratorio degli Angeli continua una tradizione espositiva ormai consolidata, aprendo le sue porte al pubblico in occasione di ART CITY per omaggiare i protagonisti di ieri e di oggi dell’arte italiana, con un evento esclusivo in cui l’approfondimento storico-critico si unisce allo studio delle problematiche conservative del contemporaneo e dei grandi formati. Dopo le mostre dedicate ad Aldo Mondino, Piero Manai, Maurizio Osti, Luca Caccioni, Pinuccia Bernardoni, Simone Pellegrini e Maurizio Bottarelli, questa nuova edizione è dedicata a Giorgio Andreotta Calò, figura di spicco nel panorama artistico italiano e internazionale che ha rappresentato l’Italia alla 57esima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 2017.

L’intervento di Giorgio Andreotta Calò al LabOratorio degli Angeli si accompagnerà eccezionalmente alla visione di un’opera di grande formato (2,5 x 6 metri) del pittore Nicola Pulese (Venezia, 1946 – 2017), intitolata “Allegoria familiare”. La tela, lasciata per lungo tempo in stato di abbandono, è stata recuperata al Castello di San Pelagio da Calò assieme alla restauratrice Bruna Mariani, e ripristinata dall’atelier bolognese per essere collocata a Palazzo Sassoli. 

L’intero progetto è, per espresso desiderio di Andreotta Calò, dedicato alla memoria di Nicola Pulese e Bruna Mariani, recentemente scomparsi.

Si ringrazia Vi.Bo. Artigiani Del Legno, San Lazzaro di Savena (BO). Falegnameria, produzione di cornici e telai per opere d’arte.

Giorgio Andreotta Calò (n. Venezia 1979) è un artista italiano che vive e lavora tra Italia e Olanda. Ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e alla Kunsthochschule di Berlino, diplomandosi nel 2005 con una tesi su Gordon Matta-Clark. Tra il 2001 e il 2007 è stato assistente di Ilya ed Emilia Kabakov. Nel 2008 si è trasferito in Olanda dove è stato artista in residenza alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam (2009-2011). Nel 2011 il lavoro di Calò è stato presentato alla 54ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia diretta da Bice Curiger. Nel 2012 ha vinto il Premio Italia per l’arte contemporanea promosso dal Museo MAXXI di Roma con l’opera Prima che sia notte. Tra il 2012 e il 2013 è stato artista in residenza presso il Centre National d’Art Contemporain di Villa Arson (Nizza, Francia). Nel 2014 vince il Premio New York, promosso dal Ministero per gli Affari Esteri Italiano. Nel 2017 Calò è uno dei tre artisti invitati a rappresentare l’Italia nel Padiglione curato da Cecilia Alemani nell’ambito della 57ma Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia. Nel 2017, con il progetto Anastasis, vince il bando Italian Council promosso dal MiBACT, per la realizzazione di un’installazione monumentale presentata nel 2018 presso l’Oude Kerk di Amsterdam. Nel 2019 gli viene dedicata una mostra personale presso Pirelli HangarBicocca.

Formatosi all’Accademia di Belle Arti veneziana, Nicola Pulese ha condotto una continua e meticolosa ricerca sulla città lagunare, descrivendo nella sua pittura la vita e i personaggi che l’hanno attraversata. Il pittore “di campo” come l’ha definito la sorella Marina Clara, amava dipingere fuori dal suo studio, trascorrendo le giornate intere nei pressi di Rialto, a contatto con la vita che amava raccontare nella sua pittura. Le sue opere si conservano in vari luoghi simbolo della città di Venezia, dall’Hotel Bauer alla storica alla Scoletta dei Calegheri, sede della biblioteca di quartiere alla quale la famiglia aveva donato un'opera.

Il LabOratorio degli Angeli, realtà storica conosciuta a livello nazionale, nasce dalla volontà di Maricetta Parlatore che nel 1982 trasferisce l’attività presso la Chiesa sconsacrata di S. M. degli Angeli e l’attiguo Oratorio. Nel 2005 viene rilevato da Camilla Roversi Monaco, diplomata all’OPD di Firenze, ora docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che continua a rivestire il ruolo di direttore tecnico dell’azienda. Dal 2019 entra in società Andrea Del Bianco, chimico e restauratore, responsabile dei settori restauro carta e del contemporaneo.

Il LabOratorio degli Angeli, in possesso di attestazione S.O.A. OS2-A class. II, opera sia nell’ambito del restauro architettonico sia delle opere mobili, e si distingue per interventi su manufatti di grande formato e di arte contemporanea. Grande attenzione viene riservata alle metodologie d’intervento, nel rispetto delle peculiarità delle singole opere. Il laboratorio si occupa inoltre di conservazione programmata, di sistemi espositivi, di perizie, di condition report, di ricerca, anche tramite collaborazioni con istituzioni pubbliche e private.

 

 


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WONDERFUL! Premio a sostegno dell’arte italiana Museo Novecento, Firenze

La borsa di studio di 5 mila euro sarà assegnata a Binta Diaw, Riccardo Giacconi, Marco Giordano e Margherita Raso.

WONDERFUL! ha i suoi vincitori. L’iter per assegnare le borse di studio a quattro giovani artisti italiani è arrivato alla conclusione. Le giurie hanno dovuto analizzare ben 290 dossier prima di arrivare ad una scelta finale. La borsa di studio di 5 mila euro sarà assegnata a Binta Diaw, Riccardo Giacconi, Marco Giordano e Margherita Raso.

WONDERFUL! Il premio Ideato dal Museo Novecento Firenze, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze in collaborazione con MUS.E e realizzato grazie all’impegno di Publiacqua, è stato lanciato lo scorso dicembre e ha visto arrivare moltissime candidature, per l’esattezza 290, rivelando uno spaccato davvero interessante del panorama artistico italiano: un segnale incoraggiante e significativo al quale è doveroso rispondere, specialmente in un momento così difficile per gli artisti e la loro produzione. 

La prima selezione è stata portata avanti dal comitato scientifico del museo, che tra tutti i dossier arrivati ne ha scelti 36. Le scelte successive sono state invece effettuate da due diverse giurie, entrambe tutte al femminile. La prima, composta da Cecilia Canziani, curatrice indipendente e docente universitaria, Caroline Corbetta, curatrice indipendente, autrice e giornalista culturale, Rä di Martino, artista, e Arabella Natalini, direttrice Museo degli Innocenti, ha ridotto a 12 le preferenze.  La giuria responsabile dell’ultima selezione è invece formata da Pepi Marchetti Franchi, direttrice di Gagosian Gallery Roma, Cristiana Perrella, direttrice del Centro Pecci di Prato, Francesca Pinzauti, collezionista e imprenditrice e Paola Ugolini, curatrice indipendente. Quattro giurate, dal profilo scientifico e professionale internazionale, che ben rappresentano il variegato mondo del sistema dell’arte. 

“Questo premio ha un titolo di meraviglia, WONDERFUL!, che richiama l’intercalare delle conversazioni più entusiaste in lingua inglese – dichiara Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Firenze. - Ed è di fatto una meraviglia perché riesce in maniera concreta ad aiutare le nuove leve dell’arte italiana con borse di studio che incentivano il lavoro dei giovani artisti selezionati. Aver realizzato tutto questo in tempi di pandemia riempie di orgoglio l’amministrazione che ha sostenuto fin da subito il progetto. Non possiamo che ringraziare Mus.e che attraverso Sergio Risaliti ha avuto questa intuizione e Publiacqua, sempre attenta alle attività e alle sperimentazioni culturali della città, che ha contribuito alla realizzazione del progetto”.

I quattro vincitori, proclamati oggi, sono Riccardo Giacconi, artista dal linguaggio già pienamente maturo, la giovanissima Binta Diaw, piena di potenzialità, Marco Giordano, sperimentatore di nuove strade nell’arte e Margherita Raso, artista in grado di rinnovare dall’interno pratiche di grande tradizione. A loro saranno assegnate 4 borse di studio del valore di 5.000 euro ciascuna, per un totale di 20.000 euro. 

“Sono particolarmente felice e orgoglioso dell’esito del progetto WONDERFUL! - aggiunge Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento - Siamo stati tra i primi in Italia a concentrare l’attenzione sul destino delle nuove generazioni artistiche nel pieno della crisi pandemica. Lo scorso anno di questi tempi lanciavamo un appello. Chiedevamo alla politica, ai collezionisti, agli imprenditori di “fare presto” e di investire risorse per il sostegno dei giovani artisti, in modo da non perdere per strada il talento creativo che rappresenta una parte cospicua del nostro futuro e dell’identità della nostra città e della nostra nazione. Devo ringraziare tutte le giurate che hanno lavorato con dedizione e passione nelle diverse fasi della selezione e lo staff curatoriale del Museo, sempre eccezionale nello svolgimento del lavoro. Un lavoro che non si è svolto nella fretta, di corsa, ma con scrupolo scientifico e sensibile attenzione alla qualità. La scelta non è stata facile visto il livello generale delle candidature. Mi voglio complimentare con Binta Diaw, Riccardo Giacconi, Marco Giordano, Margherita Raso in attesa di presentare al Museo le loro opere nel prossimo futuro. Infine non posso mancare di ringraziare Publiacqua e il suo presidente Lorenzo Perra per il sostegno dato a questo premio”.     

“Il progetto WONDERFUL! – afferma il presidente di Publiacqua, Lorenzo Perra – ha rappresentato puro ossigeno per la produzione e l'elaborazione artistica under 40 in epoca di pandemia. Firenze è sempre stata una fucina di talento, di sperimentazione artistica ed il progetto WONDERFUL! non ha fatto che rinnovare e riaffermare questo ruolo della città come crogiuolo dell'arte e della bellezza. Sostenere i giovani artisti in un momento di forte crisi di tutto il settore culturale è una mission in cui Publiacqua ha riversato energie fin dall'inizio della pandemia. Abbiamo sostenuto la produzione culturale del nostro territorio con bandi dedicati ed abbiamo confermato la nostra vicinanza a partner storici. Essere a fianco del Museo Novecento per WONDERFUL! è stato quindi naturale e conseguente per un'azienda che fa della vicinanza al territorio ed alle eccellenze che esso esprime una delle sue cifre distintive”.

“Il premio WONDERFUL! è un’iniziativa importante per il sistema dell’arte italiano in questo momento storico – sostiene Cristiana Perrella, felice dell’esito del premio. – E sono stata molto felice di far parte del suo processo.  Il modo in cui è strutturato non solo dà visibilità e sostegno all’arte giovane italiana ma vuole anche costruire, attraverso il suo meccanismo di selezione, un sistema di dialogo e confronto molto plurale e aperto, di cui c’è davvero bisogno.  Anche per questo, credo, un progetto nuovo come questo è stato in grado di raccogliere subito candidature di alto profilo. La selezione finale non è stata semplice ma alla fine abbiamo scelto di sottolineare le molteplici possibilità di questo premio, scegliendo un artista dal linguaggio già molto maturo come Riccardo Giacconi e una giovanissima piena di potenzialità come Binta Diaw; uno sperimentatore di nuove, transdisciplinari, strade nell’arte come Marco Giordano e un’artista in grado di rinnovare dall’interno pratiche di grande tradizione come la tessitura e la scultura quale Margherita Raso”.

“Mus.e ha accolto fin dall’inizio con entusiasmo il premio WONDERFUL!. – conclude Matteo Spanò, Presidente Mus.e – Collaborare con l’amministrazione comunale alla valorizzazione del Museo Novecento, nelle diverse forme ideate dalla sua direzione artistica, fa parte della nostra mission quotidiana. La valorizzazione di un patrimonio artistico deve contemplare anche la formazione e il sostegno dei giovani artisti, senza le cui performance creative lo scambio tra passato e presente si interromperebbe, facendo venire meno la vitalità di un sistema dell’arte che non può limitarsi alla conservazione e quindi alla rendita di posizione culturale. La crisi pandemica ha colpito soprattutto i giovani e quindi, con grande attenzione, abbiamo accompagnato in questi mesi il progetto WONDERFUL!, la cui finalità è dare un sostegno concreto alle nuove generazioni”.

Questa prima edizione di WONDERFUL! sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo e da una mostra dedicata al lavoro dei vincitori. Verrà inoltre dato inizio ad un archivio sull’arte italiana che raccoglierà i dossier inviati dai partecipanti alla call, che si arricchirà negli anni restando a disposizione di curatori, storici dell’arte, critici e collezionisti come materiale di studio e approfondimento.

WONDERFUL! si inserisce, inoltre, nel solco della tradizione delle Borse di studio per giovani artisti assegnate dall’amministrazione comunale di Firenze tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. 

 

 


 MOIRA

 

Al MACTE: primo progetto Moira / Mɔjra / Mɔɪ.rə di Caterina Silva

MACTE Digital. Nuovo progetto di committenza di operazioni artistiche digitali pensate espressamente per il sito del museo.

Il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta MACTE Digital, nuova sezione che ospiterà - a partire da Moira / Mɔjra / Mɔɪ.rə di Caterina Silva a cura di Marta Federici - una serie nuove opere commissionate appositamente per questo spazio digitale.

Come afferma Caterina Riva Direttrice del museo: “MACTE Digital abbraccia nuove ambizioni, sperimentazioni e materiali, e apre l’istituzione ai più innovativi linguaggi del contemporaneo e alle sue continue trasformazioni.”

Il primo contributo dell'artista Caterina Silva si traduce in un percorso pensato in quattro tappe che seguono il calendario delle fasi lunari: dall’11 maggio, proseguendo poi il 14 e il 19 maggio, il percorso si concluderà mercoledì 26 maggio con una performance corale in streaming dalle ore 19,30 alle 21 sulla piattaforma Twitch.

Moira / Mɔjra / Mɔɪ.rə si articola come un’indagine sul linguaggio, dando alle parole la possibilità di trasformare la realtà senza che queste esercitino un effettivo potere sugli oggetti nominati. Moira cambia continuamente forma e formato: da testo si fa screensaver, per poi mostrarsi, muoversi e parlare in una stanza d’animazione virtuale. Lo spettatore che seguirà la performance live sarà invece trasportato in un luogo fisico, reso tale grazie ai movimenti nello spazio dei performer.

Il nome Moira, come racconta la curatrice Marta Federici, fa riferimento a contesti culturali variegati: dalle Moire della tradizione greca alle mouras encantadas del folklore portoghese. Mancano invece nel culto cristiano corrispondenze con le sante ricordate nel calendario liturgico, risultando così un nome adespota (letteralmente “senza padrone”). Caterina Silva ha fatto tesoro di queste suggestioni creando una base per un racconto inedito.

Il progetto si apre a dialoghi tra passato e futuro, in termini di strumenti come di contenuti, e si relaziona inoltre a un’opera scelta tra quelle della collezione del Premio Termoli, la tela di Anselmo Anselmi Interspazio 10 (1973), che rappresenta delle finestre che si aprono su uno sfondo scuro, prestandosi a una trasposizione digitale di finestre di accesso ad altri schermi, mondi e consapevolezze.

Sul portale MACTE Digital rimarranno disponibili tutte le fasi del progetto e al termine sarà pubblicato un glossario che raccoglierà le parole di Moira e che potrà essere scaricato dal pubblico.

 

 


 formafantasma

 Formafantasma, Cambio Vallombrosa © Margherita Villani

 

"CAMBIO" del duo di designer FORMAFANTASMA al Centro Pecci

Cambio è il frutto dell'indagine del duo di designer Formafantasma (Andrea Trimarchi e Simone Farresin) sulle responsabilità politiche e ecologiche dell'industria del legno.

Cambio è il frutto dell'indagine del duo di designer Formafantasma (Andrea Trimarchi e Simone Farresin) sulle responsabilità politiche e ecologiche dell'industria del legno. L'evoluzione di questa attività economica nel tempo e la sua tentacolare espansione in tutto il mondo ne hanno reso difficile la regolamentazione e la gestione sostenibile, con un impatto ambientale progressivamente sempre più negativo. Caratterizzata da un approccio multidisciplinare,  la mostra vuole sollecitare lo sviluppo della consapevolezza su questo tema e presenta dati e ricerche sotto forma di interviste, installazioni di oggetti, video,  più una serie di casi studio che forniscono approfondimenti sul modo in cui il legno viene acquistato e utilizzato. Realizzata in collaborazione con scienziati, filosofi e climatologi, Cambio propone un nuovo modo di intendere il design come disciplina focalizzata sui processi più che sulle forme, sottolineandone il ruolo cruciale che può avere nei confronti dell'ambiente.

La mostra, visibile dal 15 maggio al 24 ottobre 2021, è stata commissionata da Serpentine Galleries, è a cura di Hans Ulrich Obrist e Rebecca Lewin in collaborazione con Cristiana Perrella.

Al Centro Pecci, le riflessioni condotte dal progetto originario diventano oggetto di inediti accostamenti e suggestioni ulteriori offerte dal dialogo con il contesto toscano e italiano, come il confronto con la pluriennale ricerca di Giuseppe Penone sugli alberi.

Si ringraziano Margaritelli Spa - Listone Giordano, Tessilfibre Spa, Fil.pa 1974 Snc per il contributo art bonus.

 

 


 bloom

  1. Sidsel Meineche Hansen,SECOND SEX WAR ZONE(dettaglio), 2016. Courtesydell’artista; e Rodeo Gallery, Londra/Pireo.7. Carolyn Lazard,In Sickness and Study, (2015-in corso). Vedutadell’installazione nella mostra “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis.Foto: Bobby Rogers.EN1. Trisha Baga,Mollusca & The Pelvic Floor, 2018. Installation view in “The BodyElectric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo: Bobby Rogers.2. Martine Syms,Notes on Gesture, 2015. Video still. Single channel video (color,sound), 10:27 minutes, loop. Image copyright: Martine Syms. Courtesy of the artist,and Bridget Donahue, New York City.3. View of the exhibition “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis, 2019.Photo: Bobby Rogers4. Ed Atkins,Happy Birthday!!, 2014. Video still. HD video, sound; 6:32min.Courtesyof the artist; and Cabinet, London.5. Sondra Perry,Graft and Ash for a Three Monitor Workstation, 2016.Installation view in “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo:Bobby Rogers.6. Sidsel Meineche Hansen,SECOND SEX WAR ZONE(detail), 2016. Courtesy ofthe artist; and Rodeo Gallery, London/Piraeus.7. Carolyn Lazard, installation view ofIn Sickness and Study, (2015-present) in
     
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    “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo: Bobby Rogers.
     
 
 
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Copyright © 2021 Cramum Art & Ama Nutri Cresci, All rights reserved.

Cramum partecipa alla DesignWeek di Milano con la mostra "(LA) NATURA (E') MORTA?" e le opere inedite di Fulvio Morella e Bloom&me

La mostra apre il 7 settembre presso la prestigiosa Villa Mirabello, aperta per l'occasione al pubblico dopo il restauro.

Cramum partecipa alla DesignWeek 2021 di Milano con la mostra internazionale "(LA) NATURA (E') MORTA?" a cura di Sabino Maria Frassà. La mostra apre il 7 settembre presso la prestigiosa Villa Mirabello, aperta per l'occasione al pubblico dopo il restauro.

La mostra è il momento conclusivo dell'ottava edizione premio Cramum che si caratterizza per affiancare ai giovani artisti finalisti - nominati tra meno di un mese - artisti di fama internazionale. Quest'anno la mostra si pregia così dell'adesione di 12 noti artisti fuori concorso: il duo Bloom&me (Carolina Trabattoni e Valeria Vaselli), Ludovico Bomben, Letizia Cariello, Gianluca Capozzi, Michele De Lucchi, David LaChapelle, Alberto Emiliano Durante, Ingar Krauss, Fulvio Morella, Paola Pezzi, Elena Salmistraro, Carla Tolomeo.

Tra le opere in mostra anche i due progetti artistici inediti di Bloom&Me e di Fulvio Morella incentrati sul tentativo di celebrare, catturare e conservare attraverso l'arte l'effimera bellezza della natura.

Bloom&me risponde alla domanda "La natura è morta?" posta dalla mostra con un ciclo di 8 opere intitolato "L'erbario apparente", pensato come progetto site-specific per Villa Mirabello. Il duo formato da Carolina Trabattoni e Valeria Vaselli lavora su un mix di fotografia e disegno a china, e realizza una sorta di erbario in cui la natura è morta solo apparentemente. Come spiega il curatore della mostra Frassà "L'erbario ha origini antichissime; era un modo non solo per conservare le piante e i fiori, ma anche per catalogarli e confrontarli come un vero e proprio strumento di conoscenza. Il duo Bloom&Me reinterpreta l'erbario quale strumento di memoria oltre che di conoscenza. Nella memoria il reale si confonde e si fissa con la parte emozionale di ciascuno di noi; allo stesso modo le piante rappresentate "crescono" e si trasformano al di là di ciò che erano veramente. Con il loro sofisticato linguaggio le artiste cristallizzano la bellezza e l'armonia della natura nel suo splendore vitale in divenire. Tale forza è enfatizzata dallo sguardo fotografico di Carolina che ritrae i fiori sempre dal basso verso l'alto a celebrarne la grandiosità. Se grazie al suo sguardo la natura prende nuova forma, dal segno sottile (su entrambi i lati della carta) di Valeria si genera un intenso gioco di luci, ombre e rimandi caleidoscopici. In bilico tra il Magico mondo di Alice e quello di Lilliput, accompagnati dal vento sempre ritratto e fil-rouge del ciclo di opere, lo spettatore non può che perdersi in questo sogno a occhi aperti".

Fulvio Morella è l'artista noto per esser riuscito a portare la tornitura del legno nell'arte contemporanea. In occasione della mostra "(LA) NATURA (E') MORTA?" presenta l'inedito progetto Stone Wood: l'artista realizza per la prima volta sculture totemiche in frassino olivato che racchiudono inserti in pietra ollare della Valmalenco (Valtellina). Il curatore Frassà spiega come "secondo Fulvio Morella la natura è il più grande artista di sempre e l'essere umano non può che ispirarsi, imitare e tendere alla bellezza "naturale". Proprio la riflessione sul significato più profondo di armonia e bellezza è una delle costanti dell'arte di Morella: se la natura spontaneamente è foriera di bellezza, l'essere umano per tendere a tale risultato deve mettere in atto uno sforzo titanico. Dietro alle forme minimali ed essenziali che contraddistinguono il suo lavoro, si nasconde perciò una costante e infaticabile ricerca tecnico-materica. Il peso di tale ricerca non traspare però mai nelle opere, che rifuggono qualsiasi orpello, di cui del resto la natura non ha bisogno. Con Stone Wood l'artista rende omaggio e riflette sulla potente bellezza dell'acqua: la forza genitrice del suo scorrere è rappresentata attraverso l'accostamento del legno alla pietra tornita. Queste opere diventano così il luogo di incontro tra natura ed essere umano che finiscono con lo scrivere insieme - con venature e intagli - un racconto che parla di meditazione, silenzio e trascendenza".

 


 Allenza olio su tela 150x150

  1. Sidsel Meineche Hansen,SECOND SEX WAR ZONE(dettaglio), 2016. Courtesydell’artista; e Rodeo Gallery, Londra/Pireo.7. Carolyn Lazard,In Sickness and Study, (2015-in corso). Vedutadell’installazione nella mostra “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis.Foto: Bobby Rogers.EN1. Trisha Baga,Mollusca & The Pelvic Floor, 2018. Installation view in “The BodyElectric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo: Bobby Rogers.2. Martine Syms,Notes on Gesture, 2015. Video still. Single channel video (color,sound), 10:27 minutes, loop. Image copyright: Martine Syms. Courtesy of the artist,and Bridget Donahue, New York City.3. View of the exhibition “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis, 2019.Photo: Bobby Rogers4. Ed Atkins,Happy Birthday!!, 2014. Video still. HD video, sound; 6:32min.Courtesyof the artist; and Cabinet, London.5. Sondra Perry,Graft and Ash for a Three Monitor Workstation, 2016.Installation view in “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo:Bobby Rogers.6. Sidsel Meineche Hansen,SECOND SEX WAR ZONE(detail), 2016. Courtesy ofthe artist; and Rodeo Gallery, London/Piraeus.7. Carolyn Lazard, installation view ofIn Sickness and Study, (2015-present) in
     
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    “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo: Bobby Rogers.
     
 
 
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"WRITE YOUR ERA" di AIR DARYAL al OPIFICIO PICCITTO

La mostra avrà luogo in una delle location più caratteristiche dell’intero territorio bresciano: L’Opificio Piccitto, spazio restaurato dall’architetto Vincenzo Piccitto.

La nuova mostra di Air Daryal “Write Your Era” arriva dopo le ultime esposizioni: “The Shining Hardness”, a cura di Angelo Crespi al M.A.C. di Milano, in collaborazione con la Fondazione Maimeri, e “The White Shadows” a cura di Luca Beatrice. Alcune opere di Air Daryal sono inoltre comparse nel film “The Burnt Orange Heresy”, 2019, diretto da Giuseppe Capotondi con protagonista Mike Jagger. La mosyra è a cura di Elisabetta Roncati con testi di Elisabetta Roncati e Patrizia Giovannini.

“Write Your Era” avrà luogo in una delle location più caratteristiche dell’intero territorio bresciano: L’Opificio Piccitto, spazio restaurato dall’architetto Vincenzo Piccitto, di elevate metrature e dal design moderno di grande impatto. Un white cube che si sposa perfettamente con l’arte contemporanea.
A corredare la retrospettiva vi sarà un catalogo con testi di Elisabetta Roncati e della storica dell’arte Patrizia Giovannini.

“Le creazioni dell’artista Air Daryal hanno la consistenza di apparizione oniriche, le suggestioni visionarie lasciano trasognati i visitatori ormai perduti in spazi infiniti senza tempo e tra i simboli nascosti nei colori e negli spessori materici. Air consegna visioni trascendentali ed armoniose, dove immagini e note cromatiche tessono una trama impalpabile, che unisce l’antichità classica ed il mito all’età contemporanea, un tessuto artistico permeato di astrattismo sgocciolante di colori, scritte misteriose, spessori materici e da una simbologia figurativa esaltata dalla densità della pittura. L’arcaismo ed il modernismo nelle opere di Air si nutrono l’uno dell’altra in un’equilibrata coesistenza, frutto dell’originale progetto ideale dove il mito ispiratore si fonde con armonia alla contemporaneità a cui l’artista appartiene. Nella dimensione atemporale dei suoi quadri, coabitano tigri accanto a divinità olimpiche; le mute vestigia della statuaria greco-romana e le architetture classiche decadenti sono i corpi immateriali del passato che cerca di ritrovare un campo d’esistenza nella modernità del presente; le automobili, le barche, i grattacieli moderni che costellano le città di Air sono oggetti velati dal tempo che fluttuano sulle vie lattiginose di città smaterializzate.”
(Patrizia Giovannini)


Per informazioni: Univocal Art Gallery + 333 208 6813

1 – 15 Maggio 2021, in mostra ore 10.00 – 18.00

Opening 1 Maggio 2021 ore 14.00 – 19.00


Partner: Artsail, Art Nomade Milan, Architetto Piccitto, Comune di Palazzolo sull’Oglio

Univocal Art Gallery ospita all’Opificio Piccitto, Via XXI Luglio Palazzolo sull’Oglio, 1-15 maggio 2021, la nuova mostra dell’artista Air Daryal, a cura di Elisabetta Roncati.