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 VEGA (Francesca Pionati e Tommaso Arnaldi) FLORILEGIO, 2021 Video Vincitore della Undicesima edizione del Premio Fabbri per le Arti Contemporanee, sezione Arte Emergente.

 

IL COLLETTIVO VEGA E SILVIA BIGI VINCONO L'UNDICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO FABBRI PER LE ARTI CONTEMPORANEE 

La manifestazione, curata da Carlo Sala, è promossa da Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la città di Pieve di Soligo.

Sabato 26 novembre 2022 si è svolta la cerimonia premiazione degli artisti vincitori e menzionati del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee. La manifestazione, curata da Carlo Sala, è promossa da Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la città di Pieve di Soligo.

A vincere per la sezione “Arte emergente” dell’undicesima edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee è il collettivo VEGA (composto da Tommaso Arnaldi e Francesca Pionati) con il lavoro FLORILEGIO del 2021. Gli autori si sono appropriati sul web di una serie di filmati d’archivio che delineano una sorta di immaginario collettivo odierno attraverso le sequenze di funerali, battesimi o baby shower che costituiscono dei nuovi riti contemporanei della cultura consumista. Questo magma visivo è stato alterato attraverso una visione fatta di primi piani che annullano i contesti, e permettono di intravedere solo alcuni elementi simbolici come i fiori o una serie di movimenti che danno corpo a una pluralità di istanze, dalla gioia alla follia. Nell’opera video gli artisti hanno voluto riferirsi al pensiero di Ernesto De Martino, mettendo in scena in chiave performativa dei riti funebri descritti dal grande antropologo e ponendo così una riflessione su come queste azioni possano essere portatrici di memoria.

La prima menzione della giuria è andata ad Andrea Bocca (Crema, 1996) per Osvaldo (2022), un’opera capace di rileggere, in chiave critica e ironica, la tradizione del design modernista. L’autore, nella sua scultura, ha ripreso e alterato il celebre appendiabiti AT16 di Osvaldo Borsani mutandone le fattezze: l’oggetto ha perso così la sua aura iconica attraverso nuove forme che mettono in crisi la funzionalità originale. Questo appare evidente in alcuni elementi, come i pomelli – dove dovrebbero essere appesi gli abiti – che sono rivolti verso il basso, innescando così una sensazione di straniamento. Roberto de Pinto (Terlizzi, 1996) con Prima prova d’incastro (2022) si aggiudica la seconda menzione, testimoniando anche quest’anno una forte vivacità delle opere pittoriche candidate al premio. Il mondo figurativo dell’artista è popolato da giovani uomini che compiono gesti minimi, allusivi, dove non accade quasi nulla, ma capaci di creare una tensione erotica sottesa. Le loro pelli brune e i loro lineamenti hanno dei tratti marcati che richiamano alla mente tutta una serie di raffigurazioni visive antiche della cultura mediterranea. I giovani raffigurati si pongono in modo ambiguo al nostro sguardo, perché, se da un lato, sembrano volersi celare sotto le foglie di un salice, dall’altro innescano un gioco di occhiate complici e voyeuristiche con il fruitore. L’ultima menzione è andata al lavoro Supports (The Botanic Garden of the University of Warsaw, 2) di Agnieszka Mastalerz (Łódź, 1991) realizzato tra il 2020 e il 2022.  Durante una passeggiata nel giardino botanico di Varsavia l’artista è stata attratta da una serie di strutture in acciaio destinate a far crescere le piante. Queste, con le loro forme sintetiche e instabili, sembravano già di per sé delle sculture, composizioni autoriali fatte di linee che lo sguardo dell’artista ha saputo cogliere ed enfatizzare.

Silvia Bigi (Ravenna, 1985) è la vincitrice della sezione “Fotografia contemporanea” con Are you nobody, too? (2022), un lavoro che unisce immagine e video, per porre una riflessione attorno al concetto di identità. L’opera è germinata dall’unica fotografia esistente della prozia dell’autrice, Irma, una donna affetta da disturbi mentali a causa dei quali è stata in parte allontanata dalla vita pubblica e familiare. All’interno dell’installazione, l’immagine vernacolare prende vita attraverso un’applicazione che idealmente dà voce alla donna facendole leggere una serie di testi di grandi poetesse e scrittrici – come Anne Sexton, Marina Cvetaeva, Gaspara Stampa, Mary Shelley, Sylvia Plath, Emily Dickinson e Virginia Woolf – tutte accomunate dall’aver sofferto di patologie come depressione, schizofrenia o bipolarismo. Questa polifonia di voci che si sprigionano dal volto della protagonista dell’opera, sembra scontrarsi con l’addomesticamento e la normatività sociale a cui è stata soggetta portando a riflettere sul concetto di sanità mentale e più in generale di diversità. Claudia Amatruda si è aggiudicata la menzione della giuria con Gigante (2020), un lavoro in bilico tra fotografia e performance, dove l’autrice indaga la sua condizione di persona affetta da una rara malattia degenerativa. Il corpo diventa così un terreno di comprensione di se stessi e della relazione con gli altri, dove il privato diventa collettivo, ma anche uno spigoloso campo di battaglia; le immagini sono il punto di sintesi formale di una pluralità di istanze tra speranza, consapevolezza e dolore.  La seconda menzione va al lavoro You Would Wear It as Pajamas and Even to Go Out With It Before Breakfast (2021) di Anaïs Horn (Graz, 1981). Anche in questo lavoro si parte dalla condizione personale dell’artista, ovvero una sindrome che durante l’adolescenza ha paralizzato la sua mano destra; questo avvenimento è il pretesto per realizzare una riflessione più ampia su temi come la conoscenza del proprio corpo, la malattia, la disabilità e le relazioni tra persone, specie in un periodo come quello degli ultimi anni dove i contatti sociali si sono attenuati a causa della pandemia di Covid-19. Il lavoro si presenta come un’opera dove la fotografia assume una forma espansa e tridimensionale attraverso le fattezze di un kimono costellato da una serie di immagini stampate su seta. L’ultima menzione va al collettivo Tetau (composto da Beatrice Zito ed Edoardo Montaccini) per il lavoro del 2021. La loro videoinstallazione porta a riflettere sulla presenza quotidiana di una pluralità di apparati legati al visivo. Quest’ultimi, nell’opera degli autori, si neutralizzano vicendevolmente attraverso un reciproco puntamento: gli strumenti che dovevano realizzare una ripresa oggettiva, o una trasmissione di informazioni, si ritrovano così a generare una forma aniconica e instabile che fa perdere ogni certezza e apre a una pluralità di significati.  

I vincitori hanno ricevuto un premio acquisto di 5.000 euro e i loro lavori sono entrati a far parte della collezione della Fondazione Francesco Fabbri Onlus, che li custodirà a Casa Fabbri, il centro residenziale teatro di numerosi eventi. I lavori finalisti rimarranno esposti fino al 18 dicembre nella mostra collettiva di Villa Brandolini.

La composizione delle Giurie del Premio ha potuto annoverare autorevoli critici e curatori: per la sezioneArte Emergente Lorenzo Balbi, Rossella Farinotti, Antonio Grulli, Angel Moya Garcia; per la sezioneFotografia contemporanea Daniele De Luigi, Francesca Lazzarini, Elisa Medde e Mauro Zanchi, con la partecipazione ad entrambe di Carlo Sala, curatore del Premio.

Il Premio è promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la Città di Pieve di Soligo e il patrocinio della Regione del Veneto. È inserito nel palinsesto regionale RetEventi Cultura Veneto 2022 per la Provincia di Treviso; con il patrocinio di LandscapeStories e Lago Film Fest.

 

 



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Infinito. L'universo di Luigi Ghirri 

Il documentario è protagonista di un tour italiano che lo porta in alcuni dei più importanti festival cinematografici dell’autunno e luoghi d’arte. 

A trent’anni dalla scomparsa di Luigi Ghirri – il grande fotografo nato e cresciuto tra Reggio Emilia e Modena, che con il suo sguardo sensibile ha rivoluzionato la fotografia contemporanea – Marazzi si unisce alle celebrazioni dell’anniversario sostenendo il documentario Infinito. L’universo di Luigi Ghirri del regista Matteo Parisini (Il nostro Paese, La mia virgola) e con la voce di Stefano Accorsi.

Dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2022, il documentario è protagonista di un tour italiano che lo porta in alcuni dei più importanti festival cinematografici dell’autunno e luoghi d’arte.

Il legame che unisce Marazzi Ceramiche – fondata a Sassuolo nel 1935 da Filippo Marazzi – e Luigi Ghirri – che in una frazione di Sassuolo si trasferisce con la famiglia sfollata subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale – non è rappresentato soltanto dal territorio tra Modena e Reggio Emilia che fa da sfondo alla crescente fortuna della fabbrica e alla vita del fotografo, che lì è nato e che in quei luoghi dà vita a tanti dei suoi progetti seminali. Il legame tra Marazzi e Luigi Ghirri diventa un vero e proprio sodalizio, che per dieci anni – dal 1975 al 1985 – apre al fotografo le porte della fabbrica e gli consente di sperimentare e approfondire nuovi aspetti della sua ricerca, gettando le basi del suo alfabeto visivo. Tale legame è stato al centro, nel 2021, dell’articolato progetto Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975 – 1985, che attraverso la produzione di un volume, un focus espositivo e due mostre ha portato alla luce e valorizzato un’esperienza culturale unica, capace di arricchire di nuovi elementi la conoscenza dell’opera di un maestro assoluto della fotografia italiana.

Il film Infinito. L’universo di Luigi Ghirri, sostenuto da Marazzi, intraprende il suo viaggio italiano facendo tappa in alcuni dei più importanti festival dedicati al cinema e nei luoghi deputati al cinema d’autore e all’arte: mercoledì 16 novembre alle ore 19.00 e alle ore 21.00 proiezione alla presenza di Adele Ghirri e del regista Matteo Parisini (ingresso gratuito); giovedì 17 novembre alle ore 21.15 al Cinema Masetti di Fano; venerdì 18 novembre alle ore 21.00 al Cinema Rosebud di Reggio Emilia; sabato 19 novembre alle ore 18.00 negli spazi della Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a mare; lunedì 21 novembre alle ore 21.15 al Terminale Cinema di Prato; mercoledì 23 novembre alle ore 21.15 al Cinema Eden di Carpi.

Venerdì 25 novembre grande appuntamento per due proiezioni alle 16.30 (Sala President) e alle 21.30 (Sala Rubino) alla presenza di Adele Ghirri e del regista Matteo Parisini al Cinema Anteo di Milano in occasione del Milano Design Film Festival, con la partecipazione del film all’interno di MDFF Official Selection.

Il viaggio di Infinito. L’universo di Luigi Ghirri prosegue sabato 26 novembre alle ore 21.00 con una proiezione al Supercinema di Santarcangelo di Romagna e poi lunedì 5 dicembre 2022 alle ore 21.00 al Cinema Eliseo di Cesena; martedì 6 dicembre 2022 alle ore 21.00 al Cinepark Apollo di Ferrara; martedì 6 dicembre 2022 alle ore 21.00 ai Cantieri Culturali Zisa di Palermo; martedì 13 dicembre 2022 alle ore 21.00 al Multicinema Galleria di Bari; venerdì 16 dicembre 2022 alle ore 17.00 al Palazzo del Governatore di Parma in occasione della mostra dedicata a Luigi Ghirri.

«Lo spazio tra infinitamente grande e infinitamente piccolo è riempito da qualcosa di infinitamente complesso: l’uomo e la sua vita, la natura. L’esigenza di conoscenza nasce dunque tra questi due estremi (…) per poter tradurre e interpretare il reale, il pensiero, la memoria, l’immaginazione. Da qui nasce il mio lavoro».

Così affermava Luigi Ghirri, uno dei maggiori e più influenti fotografi italiani del Novecento che ha scardinato la fotografia da qualsiasi definizione, ha rotto i codici che la definivano fino a quel momento, e ha creato un’estetica dell’immagine destinata a innovare radicalmente la cultura fotografica dell’epoca.

I suoi ritratti color pastello della provincia, considerata «il luogo per antonomasia» e punto privilegiato da cui osservare il mondo, diventano parte dell’immaginario

collettivo mentre la sua capacità di catturare il paesaggio, che sia un dettaglio banale, un’architettura o una spiaggia romagnola, ha influenzato lo sguardo di generazioni presenti e future.

In contrapposizione con le tendenze dell’epoca, Ghirri porta avanti un suo percorso personale e continua a interrogarsi sul senso dell’immagine per tutta la vita attraverso la parola scritta. Una scrittura prolifica, ben sessantanove testi in diciannove anni, che è insieme affermazione poetica, argomentazione esistenziale, diario che interroga il presente.

«L’aspetto riflessivo è un elemento fondamentale del lavoro di Luigi Ghirri» afferma il regista Parisini «e come il suo pensiero si interseca strettamente con le sue fotografie, allo stesso modo io volevo far luce sul Ghirri sia uomo sia artista»

In un intenso lavoro di sintesi, il regista Parisini cesella il suo pensiero a cui l’attore bolognese Stefano Accorsi regala la sua voce. 

La parola di Ghirri struttura tutto il documentario, che ripercorre i nuclei fondanti della sua carriera in un viaggio attraverso la provincia italiana anni ’70, ancora in bilico tra un passato rurale e il boom economico, e nei paesaggi della Pianura Padana.

«Di Luigi Ghirri, oltre alle sue bellissime foto, mi ha colpito la sua capacità di analisi e sintesi anche con le parole» commenta Accorsi «È come se riuscisse a immortalare esattamente quello che vedeva e raccontava. Riusciva a raccontare il mistero che si cela dietro l’immagine»

In una vera e propria immersione nel mondo di Luigi Ghirri, il documentario affianca alle parole del fotografo le testimonianze delle figure fondamentali che hanno lo accompagnato nelle tappe fondamentali del suo percorso. Come gli artisti concettuali Davide Benati e Franco Guerzoni, con cui, su una vecchia macchina, si aggiravano per la provincia, il suo primo stampatore Arrigo Ghi e lo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle. Non meno importanti sono i racconti intimi, come quelli della famiglia, la sua àncora «per rimanere attaccato al mondo», e del musicista Massimo Zamboni (CCCP, CSI), con cui il fotografo ha collaborato.

Il film è impreziosito da numerose immagini e video inediti provenienti dall’Archivio Eredi Ghirri che ha lasciato libero accesso per la realizzazione del documentario. Il pensiero di Ghirri si riflette continuamente nelle immagini, che a loro volta creano un dialogo fitto di rimandi con le voci degli altri protagonisti del film, continuando a porre allo spettatore la stessa domanda che il fotografo si è posto per tutta la vita: cosa vediamo quando guardiamo una fotografia?

Infinito. L’universo di Luigi Ghirri è prodotto da Lorenzo Cioffi per Ladoc con la collaborazione di Adele Ghirri, Eredi Luigi Ghirri, con il sostegno del Comune di Modena e della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, con il contributo di Marazzi e Bper Banca, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e con Film Commission Regione Campania e Regione Campania, Sky Arte e Rai Cultura. La distribuzione internazionale è di Rai Com.

Il Gruppo Marazzi, presente in più di 140 Paesi, è universalmente riconosciuto come sinonimo di ceramica di alta qualità per pavimenti e rivestimenti e simbolo del miglior made in Italy nel settore dell’arredamento e del design. Tutti i prodotti Marazzi in ceramica e gres sono realizzati con le migliori tecnologie applicate e con cicli di produzione ecosostenibili, certificati secondo i più severi standard internazionali. Marazzi fu fondata nel 1935 nel distretto di Sassuolo (Modena), polo di fama internazionale per la produzione di piastrelle di ceramica. Si devono a Marazzi le principali innovazioni tecnologiche, di processo e di design che hanno reso il distretto un punto di riferimento per l’intero mondo della ceramica.

Marazzi Group fa parte di Mohawk Industries, Inc. il più grande produttore mondiale nel settore del flooring, gruppo multinazionale quotato alla Borsa di New York e che ha fatturato nel 2021 11 mld di dollari.

Proiezioni in programma

Mercoledì 16 novembre, ore 19.00 e 21.00

Cinema Rosebud, Reggio Emilia

Giovedì 17 novembre, ore 21.15

Cinema Masetti, Fano

Venerdì 18 novembre, ore 21.00

Cinema Rosebud, Reggio Emilia

Sabato 19 novembre, ore 18.00

Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare

Luned21 novembre, ore 21.15

Terminale Cinema, Prato

Mercoledì 23 novembre, ore 21.15

Cinema Eden, Carpi

Venerdì 25 novembre, ore 16.30 e 21.30

Cinema Anteo (Sala President e Sala Rubino), Milano nell’ambito del Milano Design Film Festival

Sabato 26 novembre, ore 21.00

Supercinema, Santarcangelo di Romagna

Lunedì 5 dicembre, ore 21.00

Cinema Eliseo, Cesena

 



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RE-THINK THE CITY Dibattito e progetti di arte pubblica per la valorizzazione della città 

Un’occasione per condividere esperienze e riflettere sul ruolo dell’arte nella valorizzazione e nel dialogo con lo spazio pubblico. 

Mercoledì 30 novembre 2022, alle ore 19.00, la Fondazione Arnaldo Pomodoro invita il pubblico all’incontro RE-THINK THE CITY. Dibattito e progetti di arte pubblica per la valorizzazione della città: un’occasione per condividere esperienze e riflettere sul ruolo dell’arte nella valorizzazione e nel dialogo con lo spazio pubblico.

All’incontro intervengono: Carlotta Montebello e Federico Giani, rispettivamente segretario generale e curatore della Fondazione Arnaldo Pomodoro; Matteo Pacini, curatore e ideatore del ciclo espositivo Orizzonte degli Eventi; l’artista Matteo Mezzadri, protagonista dell’esposizione RETHINK THE CITY a Malpensa; Luciano Bolzoni, responsabile Art&Cultural Projects SEA Milan Airports; Ilaria Morganti di Itinerari Paralleli.

Modera la tavola rotonda Claudio Nelli di Urbanfile.

Con l’organizzazione di questo dibattito, i comodati a breve e lungo termine, l’adesione al progetto degli Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia e altri progetti in corso di definizione, la Fondazione Arnaldo Pomodoro continua ad affermare come la fruizione pubblica dell'arte oggi non possa essere pensata e attuata al di fuori di una prospettiva integrata di rigenerazione territoriale e sociale, per la quale le istituzioni culturali possono avere un importante ruolo promotore.

 



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Nello spazio maria calderara di Milano si apre la mostra "Luca e Rosa. Opere filmiche di Patella e Foschi" 

Luca Maria Patella e Rosa Foschi sono marito e moglie, legatissimi, artisti entrambi, ispirazione l'uno per l'altro in uno scambio continuo e un intreccio inestricabile di arte e vita. 

Lo spazio maria calderara di Milano (Via Lazzaretto, 15) si apre ancora una volta all'arte contemporanea offrendo alla città la mostra Luca e Rosa. Opere filmiche di Patella e Foschi (1965-1971+2000), a cura di Bruno di Marino ed Elio Grazioli. L'esposizione sarà inaugurata giovedì 24 novembre 2022 alle ore 18.30, con una presentazione critica dei curatori.

Luca Maria Patella (Roma ,1934) e Rosa Foschi (Urbino, 1943) sono marito e moglie, legatissimi, artisti entrambi, ispirazione l'uno per l'altro in uno scambio continuo e un intreccio inestricabile di arte e vita. La mostra Luca e Rosa vuole rendere loro omaggio attraverso i film realizzati nel periodo iniziale della loro attività, ovvero la seconda metà degli anni '60. Un periodo questo in cui i due artisti sperimentano con più mezzi espressivi, dalla fotografia alla performance, dall'incisione ai sistemi di multiproiezione con slide, dal film fino al videotape e all'installazione audio, secondo un'estetica fortemente innovativa che, difficilmente situabile all'epoca nelle categorie più consolidate, apriva la strada a una concezione intermediale dell'arte oggi di grande attualità.

I tre film di Luca Maria Patella (Terra Animata, SKMP2 e Vedo, Vado!) costituiscono una sorta di trilogia, realizzata tra il 1967 e il 1969, in cui l'artista, adoperando anche tecniche di animazione (oggetti e pixillation), opera una riflessione comportamentale e linguistica sulla vita e sull'arte, mediante microazioni e micronarrazioni. Terra Animata (1967) è oggi internazionalmente considerata un'anticipazione della Land Art in ambito filmico. Vedo, Vado! (1969) ne è l'estensione a 360 gradi, un'opera come Patella teorizzava da allora e per sempre che doveva articolare tutti i livelli, dalla scienza alla tecnica, all'estetica, alla semiotica, alla vita quotidiana. In essa la collaborazione di Luca e Rosa è esplicitamente tematizzata. SKMP2 (1968) è il capolavoro di tutta un'attività filmica di Patella che oggi verrebbe situata nella docu-finzione, documentazione pensata ed elaborata come opera autonoma (il titolo è acronimo di Sargentini, Kounellis, Mattiacci, Pascali, Patella).

A questi film di Luca Maria Patella, si intrecciano tre cortometraggi di Rosa Foschi, Ma Femme (1969), Amour du Cinéma (1970, regia di Rosa Foschi con la collaborazione di Luca Maria Patella) e L'amor di Don Perlimplino per Belisa nel giardino (1971), dove il collage pitto-fotografico e il lettering danno vita mediante la truka (una macchina da presa verticale che produce effetti speciali e animazioni) a un piccolo universo denso di citazioni iconografiche e contaminazioni letterarie. In tutti e tre la presenza di Luca è costante e il tema stesso di tutti è dichiaratamente l'amore che da relazione tra innamorati si amplia in amore per il cinema, per l'arte, per la vita.

Gli accostamenti e i rimandi tra i film "animano", danno anima all'insieme e restituiscono un'immagine se non inedita comunque poco evidenziata dell'opera di entrambi e, di nuovo, del loro rapporto, ovvero, di nuovo, del senso dell'arte per questa coppia inossidabile.

A questi sei film dello scambio si aggiunge Glovis, un film inedito che Luca Maria Patella ha realizzato nel 2000 assemblando materiali vari del 1973, 1983 e 1994. Subito dopo il titolo - che allude alla lunetta affrescata Vertumno e Pomona del Pontormo nella villa medicea di Poggio a Caiano, in cui compare proprio la parola "Glovis", da leggersi al contrario come "Si volg(e)" - vi sono due diciture ulteriori che indicano bene la natura polimorfa e psico-scientifica del cortometraggio: "Minerale, animale, digitale" e "Materiali/Psichici". All'interno vi sono sequenze di un altro film dell'artista, il mai completato esperimento comportamentale Lu' capa tella, con Carlo Cecchi e Marino Masè. Glovis è, insomma, un mix tra il film d'artista e il documentario, con la voce dell'artista che commenta alcuni suoi lavori (per esempio le foto stenopeiche di Montefolle), sintetizzando in poco più di un quarto d'ora la sua attività poliedrica di alchimista dell'immagine.

I film e i cortometraggi saranno proiettati grazie alla disponibilità della Fondazione Cineteca di Bologna Archivio Film. L'esposizione sarà visitabile fino al 7 dicembre 2022, da lunedì a venerdì con orario 18.30-21.00. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 02 6705211, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.mariacalderara.it.

Luca Maria Patella (Roma, 1934) è uno dei più significativi artisti italiani. Ha compiuto studi classici, artistici (anche con S.W. Hayter a Parigi), scientifici (con E. Riesz a Montevideo) e psicologici (con E. Bernhard). Artista ricercatore, utilizza e sperimenta vari mezzi espressivi (fotografia, cinema, grafica, azione, ambiente, testi scritti, installazioni sonore, ecc.). Nel campo del cinema aderisce alla Cooperativa del Cinema Indipendente nel '67 e, in quello stesso periodo, realizza alcuni cortometraggi per la Corona cinematografica. In seguito - insieme alla moglie Rosa Foschi - Patella insegna media (fotografia, cinema) e realizza film d'animazione. Ha pubblicato numerosi libri e creato installazioni multimediali, brevettando anche particolari dispositivi per la comunicazione audiovisiva, come, ad esempio, sistemi di dissolvenza per la proiezione di diapositive. Tra i suoi film ricordiamo: Ritratto tecnico naturalista (1964), Tre e basta (1965), Fanimesto-manifesto, oggettivo-razionale, soggettivo-irrazionale (1965-66), Chi mi pettina? (1967), Terra Animata (1967), Piove! (1967, realizzato per "Ambiente proiettivo animato"), Intorno fuori (1967), SKMP2 (1968), Vedo, Vado! (1969), Sram & Cram (1974). Numerosi e in gran parte ancora da restaurare, i suoi videotapes e le sue videoinstallazioni, in cui il medium elettronico interviene parzialmente a circuito chiuso o in situazioni ambientali e interattive: Preghiere marziane (1970), Pianta parlante con Luca (1971), Arte della conoscenza dialettica (1974), Grammatica dissolvente - Gazzùff! Avventure & cultura (1974-75), Luca Patella e il test Lüscher dei colori (1974), Porci in alto non è il caso (1977). Tra le ultime mostre: Ambienti Protettivi Animati, MACRO, Roma (2015); partecipazione all'esposizione Renverser ses yeux, autour de l'Arte povera 1960 - 1975, Jeu de Paume, Parigi (2022).

Rosa Foschi si diploma al Corso superiore di grafica pubblicitaria dell'Istituto d'Arte di Urbino, città dove è nata nel 1943. Trasferitasi a Milano, si occupa di pubblicità, cinema e fotografia. A Roma, tra il 1967 e il 1971, frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia. In questi anni collabora con la Corona Cinematografica, realizzando una serie di cortometraggi tra cui Un bosco magico (1967), Amour du Cinéma (1969), Ma Femme (1970), Amore e Psiche (1978), partecipando a numerosi festival tra cui Oberhausen, Annecy e il festival dei Popoli a Firenze. Ha collaborato inoltre a Sram & Cram (1973) realizzato dal marito Luca Patella, nei cui film Terra Animata (1967), SKMP2 (1968) e Vedo, Vado! (1969), compare in veste di interprete-performer. Come pittrice e fotografa dal 1986 ha realizzato diverse personali ed esposto in mostre collettive. Foschi ha inoltre pubblicato diversi libri di poesie (Wit, esterno interno fuori, 1997; Wood Note, 2004). Ha inoltre realizzato una trentina di libri-opera, esemplari unici in formati e tecniche diverse. Tra le sue mostre principali ricordiamo: Rosa Foschi: esterno, interno, fuori, MLAC, Roma 1999; La magia della Polaroid. Gli autori italiani interpretano il mito, Centro Italiano della Fotografia d'Autore, Bibbiena (AR), 2009; Il paesaggio italiano 1950-2000, Palazzo della Provincia, Pordenone 2010; Photosensibilité, Hybrida, Roma, 2010; Donne & Fotografia, Chiesa di San Francesco, Udine 2017-2018; L'immediatezza del presente, Chiesa di San Lorenzo, San Vito sul Tagliamento 2018; Polaroid Rosa & Film Foschi, Galleria Il Ponte, Firenze 2019; partecipazione all'esposizione Vita nuova, Nouveaux enjeux de l'art en Italie, Wiei at Mamac, Nizza (2022).

Maria Calderara fonda a Venezia il brand omonimo nel 1985. Unendo la sua passione per l'arte alla sua formazione in architettura realizza linee di abbigliamento e di gioielli con tagli rigorosi e concettuali. Le sue creazioni si trovano negli showroom di Milano e Parigi e vendute in tutto il mondo. spazio maria calderara prende vita nel cuore di Milano, tra Porta Venezia e Piazza della Repubblica, in una ex fonderia sapientemente restaurata, attraverso un dialogo continuo fra Maria e gli architetti Berselli Cassina Associati. L'architettura industriale unita alle linee minimal crea un luogo iconico, già sede della galleria Stain, che oggi si offre alla città come uno spazio polivalente e multidisciplinare in cui investigare letteratura, video e arti visive, specchio delle passioni e dello spirito curioso e ricercatore della sua fondatrice. Tra le principali esposizioni, si segnalano: Ryan Mendoza - Fear in a time of superheroes, con Galleria Massimo Minini, 2004; Andy Warhol - Illustrations for Fashion Magazines 1951-1963, a cura  di Giorgio Maffei e Paola Varello, 2015, in occasione dei trent'anni dello spazio; Oscar Santillán - The Messenger, a cura di Simone Menegoi, con Galleria Mazzoli, 2015; Processo alla natura, 2018, con Galleria Umberto di Marino; Gianni Pettena - …Per Immagini e per Parole…, con Galleria Giovanni Bonelli, 2022; Luca e Rosa. Opere filmiche di Patella e Foschi (1965-1971+2000), a cura di Bruno di Marino ed Elio Grazioli, 2022. spazio maria calderara ha inoltre ospitato alcune iniziative editoriali: il dialogo tra Angela Vettese e Marco Senaldi per la presentazione dei rispettivi libri Desiderio e Duchamp. La scienza dell'arte (2017) e Postmedia Parole, tre giorni di incontri con gli autori della casa editrice Postmedia Books, che in vent'anni di attività ha pubblicato oltre 330 titoli sulla comunicazione visiva (2022). Per ulteriori informazioni: https://www.mariacalderara.it/spazio-maria-calderara.

 



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La 10a edizione di MILANO DESIGN FILM FESTIVAL sta arrivando 

Con la Direzione Artistica di Cristiana Perrella e i Guest Curator Emanuele Coccia, Bianca Felicori e India Mahdavi.

La kermesse culturale che attraverso il video avvicina il grande pubblico alle concezioni più contemporanee del design e dell’architettura è alle porte

Milano Design Film Festival celebra i suoi primi dieci anni con un’edizione speciale rinnovata nella forma e nei contenuti, e con la nuova Direzione Artistica di Cristiana Perrella che sceglie di essere affiancata da un team di Guest Curator composto dal filosofo Emanuele Coccia, l’architetta, ricercatrice e autrice Bianca Felicori e l’architetta e designer franco-iraniana India Mahdavi. 

Dal 22 al 26 novembre 2022, in vari luoghi della città, dal centro alla periferia - Triennale Milano, Anteo Palazzo del Cinema, Cinema Teatro Edi/Barrio’s, Milano, Tilane, Biblioteca e centro culturale, Paderno Dugnano, ADI Design Museum, Milano - MDFF porta in scena film di designer e film sul design di registi e artisti che esplorano le nuove tendenze e leggono il design da diverse prospettive, ampliando il contesto e i significati della disciplina, mostrandone nuove visioni e indagando il linguaggio dell’immagine in movimento come elemento di ricerca progettuale.

Cinque sezioni, tre a candidatura libera  Official Selection, AFA Architecture Film Award, MDFF Student Award  due curatoriali – IMMAGINARE con La moda fuori stagione a cura di Emanuele Coccia e Inflatable, Baby a cura di Bianca Felicori e Iranità a cura di India Mahdavi e RADICI dedicata a Gae Aulenti  e due Premi, oltre a eventi speciali e talk.

www.milanodesignfilmfestival.com

 



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 Installation view, “Minerali Cosmogonie”, mostra bi-personale di Tiziana Lorenzelli e Giorgio Palù, a cura di Ilaria Bignotti e Vera Canevazzi, Cremona, Metalli d'Autore Hangar, 2022, foto Matteo Piazza.

 

"MINERALI COSMOGONIE" TIZIANA LORENZELLI | GIORGIO PALÙ 

A cura di Ilaria Bignotti e Vera Canevazzi.

Minerali Cosmogonie è il titolo della prima mostra di un progetto lungimirante che coinvolge artisti italiani e internazionali, facendoli dialogare con i prodotti di forniture design di Metalli d’Autore, azienda gioiello del Made in Italy che nasce nel contesto di Steel Group, leader nella lavorazione e nella fornitura dell’acciaio e di altri metalli, dal corten al bronzo.

La prima tappa di questo progetto vede in dialogo le opere recenti di Giorgio Palù (Cremona, 1964) e di Tiziana Lorenzelli (Lecco, 1961).

Due artisti che condividono la medesima generazione, l’indagine nei campi dell’architettura e del design, l’attenzione ai materiali e alle loro potenzialità espressive, lo sguardo rivolto alla natura e ai suoi principi organici e metamorfici. Da qui la scelta delle curatrici di farli dialogare nella mostra inaugurale di questo progetto più ampio, che vedrà succedersi negli spazi dell’Hangar di Metalli d’Autore, mostre a carattere bi-personale dove agli artisti invitati sarà richiesto non solo di pensare ad allestimenti site-specific, ma anche di intervenire con il loro linguaggio artistico su un elemento d’arredo prodotto da Metalli d’Autore, per renderlo oggetto unico di design attraverso il segno estetico riconoscibile e appositamente scaturito dalla sensibilità artistica.

La prima tappa espositiva vede dunque in dialogo le opere di recente produzione di Lorenzelli e Palù: la versatilità delle loro esperienze di ricerca confluisce e si distingue in cicli di opere che paiono essere state concepite assieme dai due artisti, che invece qui si incontrano e dialogano per la prima volta.

Lorenzelli, già definita dal maestro dell’avanguardia artistica italiana del secondo dopoguerra Agostino Ferrari quale esponente di un raffinato Naturalismo Cosmico, propone in mostra una selezione delle sue opere realizzate con un particolare foglio di alluminio, da lei stessa pensato e brevettato, di nome Aluflexia® proprio per evidenziare la componente materica e la straordinaria attitudine alla plasmabilità del materiale stesso, che viene piegato con le mani dall’artista, a formare tessiture o sculture di metalli riflettenti e assorbenti la luce, frequentemente virati nei toni dell’oro e del blu cobalto: disseminazioni plastiche che punteggiano le pareti, come ad addensare la luce di lucciole di una campagna minerale (Gold Fractalis Extended); cascate e gorghi che si inerpicano e scaturiscono dall’ambiente, invitando lo sguardo a nutrirsi di un’acqua di cosmica origine (Cobalt Blue Aluflexia); pepite dorate che galleggiano e fluttuano (Flying Sculpture), punti di luce che chiamano a sé eppure esistono come testimoni silenziosi e sospesi tra il presente tecnologico e il primordiale metafisico (Gold and Blue Contractions).

La sensibilità estetica e lo sguardo soffuso sulle cose della natura e i misteri del cosmo di Tiziana Lorenzelli si posano sulla materia incandescente e sul tormento plastico delle opere di Giorgio Palù, che dialetticamente si dispongono in una danza apollinea e dionisiaca con le opere dell’artista lecchese.

Apollo e Dioniso è anche il titolo del più recente ciclo di lavori dell’artista cremonese, caratterizzati da un incontro linguistico e metaforico tra la politezza dei metalli e il gorgo materico di resine colorate: qui il ventre della materia che pulsa e brucia, lì la quiete esatta di una lavorazione meditata; le forme, circolari o ellittiche della parte dionisiaca, paiono arginate dalla quadratura apollinea. in altri lavori, quali le Floating Gea, Palù sembra rispondere alla espansione celeste di Lorenzelli, condensando i suoi lampi di luce metallica in gorghi e grumi di materia energetica, ancora chiamata a specchiarsi e distendersi nel metallo rilucente; altri totem di resina punteggiano lo spazio, definendo direzioni di fruizione negli spazi ampi dell’Hangar.

Questo, si apre al pubblico con una selezione di mobili ed elementi d’arredo di Metalli d’Autore, caratterizzati, tutti, dall’attenzione alla materia prima, dalla tensione tra lucentezza e opacità, specchiature e assorbimenti della luce, rigore della funzione ed esaltazione della forma: elementi al centro del Made in Italy più sofisticato si confrontano con le tecnologie più avanzate della materia e della progettazione.

Lorenzelli inaugura le danze con un intervento su Lucentia: mobile in bronzo architettonico e acciaio inox, le cui ante a scacchi lucidi fanno risplendere di luce l’ambiente circostante. Su di esso, l’artista interviene con il suo metallo plasmato, a creare onde blu che si incastonano: la natura, misteriosa eppure vicina a noi, ha preso il suo posto, rompe le geometrie, accoglie la potenzialità del caos cosmico.

All’inaugurazione, aperta alla stampa e al pubblico, saranno presenti i due artisti, le due curatrici e la Cortesi Gallery Milano / Lugano che rappresenta l’opera di Tiziana Lorenzelli e ha contribuito alla realizzazione della prima tappa espositiva di Metalli d’Autore.

La sede espositiva è l’hangar-show room di Steel Group, azienda cremonese nata per vincere la sfida contro i limiti del metallo, a partire dall’acciaio, ma anche dal corten, bronzo e altri metalli, superando i vincoli imposti dalla materia e creando opere di grande impatto estetico. La ricerca tecnologica è cresciuta negli anni al passo con l’esplorazione nel campo del design, rendendo ogni progetto un’occasione per esplorare nuovi orizzonti. Nel percorso di consulenza e realizzazione di serramenti, giardini d’inverno, scale e rivestimenti di edifici, il cliente modella il proprio mondo, dalla possibilità di progettare per intero la propria struttura fino alla scelta delle finiture (https://steel-group.it/la-nostra-azienda/)

Espressione della maestria artigiana Made in Italy, le opere artistiche del brand Metalli d’Autore, artisticamente diretto da Giorgio Palù, sono oggetti di arredo e design in metallo, realizzati in serie limitata e caratterizzati da uno stile esclusivo che intende soddisfare con originalità ed eleganza ogni esigenza di living.  La linea è composta da diverse categorie ideate per arredare tutti gli spazi di indoor (https://metallidautore.it/ ).

BIOGRAFIE

Tiziana Lorenzelli (Lecco, 1961) è un’artista, architetto, designer, autrice e docente. Laureatasi in Architettura al Politecnico di Milano nel 1984, dal 1990 al 1992 si trasferisce a Los Angeles, per insegnare Disegno Industriale all’Università di California (UCLA) e all’Art Center College of Design di Pasadena.  Sin dalla metà degli anni Ottanta affianca alla sua produzione progettuale quella artistica, concentrandosi sul tema della Natura attraverso l’utilizzo di metalli di recupero o di nuova produzione. Dal 1997 comincia a insegnare Disegno Industriale con continuità alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano e dal 2008 presso la Facoltà di Ingegneria di Brescia. In questi anni prosegue la sua ricerca sulle potenzialità di nuovi materiali sia nel design che nell’arte, facendo tesoro delle sperimentazioni portate avanti dai suoi colleghi e amici. Nel 2009 elabora un nuovo materiale molto sofisticato, l’Aluflexia®, inizialmente concepito dall’artista per il vaso FOIL (oggetto di design premiato nel 2011 all’International Design Award di Los Angeles) e successivamente utilizzato per una nuova serie di sculture ispirate alla Natura e al Cosmo, esposte per la prima volta nel 2012 nella mostra 100% Recyclable a Saint Moritz. Tra il 2015 e il 2018 l’artista esplora le potenzialità di queste sculture inserite all’interno di contesti spaziali, anche grazie alla collaborazione con il noto architetto Savin Couelle (1929-2020). Nel 2019 Lorenzelli inserisce alcune di queste opere nella collettiva The Nascence presso la Oblong Contemporary Art Gallery di Dubai a cui farà seguito nel 2021 la personale Goldish nella sede di Forte dei Marmi, esposizione che ha visto il coinvolgimento dell’artista Agostino Ferrari. La sua opera è oggi rappresentata da Cortesi Gallery, Lugano Milano dove ha esposto nel 2022 in occasione della sua mostra personale Naturalismo Cosmico a cura di Vera Canevazzi.

https://www.tizianalorenzelli.com/TizianaLorenzelli/art/

https://cortesigallery.com/exhibitions/tiziana-lorenzelli-naturalismo-cosmico/

Giorgio Palù (Cremona, 1964) laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1989, inizia l’attività di libero professionista nel 1991 e nel 1994, con il collega Michele Bianchi, fonda lo studio Arkpabi Giorgio Palù & Michele Bianchi architetti a Cremona.
Nel corso degli anni ha firmato progetti multidisciplinari per il settore pubblico e privato, con un approccio basato sulla sperimentazione tipo-morfologica e tecnico-materica e sulla innovazione tecnologica. L’attenzione alle forme organiche, alle esigenze dell’uomo nell’ambiente e alle potenzialità dell’esperienza nello spazio ha prodotto opere architettoniche che gli hanno valso titoli e riconoscimenti internazionali, dall’Architectural Award for Best New Hotel per The European Hotel Design Award nel 2002, al Compasso d’Oro ADI nel 2016. Palù, che da architetto deve saper coniugare la visionarietà progettuale con la solidità e le necessità fruitive, nell’ambito artistico si assume il rischio di sperimentare, in un corpo a corpo con la materia e con l’imprevedibilità, anche, delle risposte date dalla tecnica e dai materiali. Ed è proprio nella tensione tra controllo e libertà del farsi dell’opera, che si sprigiona la fertilità creativa dell’artista. Tra le sue principali installazioni ricordiamo: L’anima della città (Cremona, 2016); Frattura (Ricomposizione) (Cremona 2019); Albero del Cambiamento (Milano 2020). Tra le principali esposizioni ricordiamo PATHOS (Cremona, 2014); SUBSTANTIA (Pietrasanta, 2016); EARTHSIDE. Viaggio al centro della Terra (Cremona, 2019) e GestoZero. Istantanee 2020 (Brescia, Bergamo e Cremona, 2020-2021). Nel 2021 tre sue Big Gea sono entrate nelle collezioni d’arte di Accenture Italia. Nel 2021-2022 si è tenuta la sua mostra bipersonale Giorgio Palù – Alfredo Rapetti Mogol. IT’S ALL IN MY HANDS, IT’S ALL IN YOUR EYES, a cura di Ilaria Bignotti e Vera Canevazzi, negli spazi di Blue Pavillon, Cremona.

https://www.giorgiopalu.it/

https://www.xn--giorgiopal-ldb.it/giorgio-palu-alfredo-rapetti-mogol/

 

INFORMAZIONI

Titolo mostra: MINERALI COSMOGONIE

Artisti: Tiziana Lorenzelli e Giorgio Palù

A cura di: Ilaria Bignotti e Vera Canevazzi

In collaborazione con Cortesi Gallery

Assistenza curatoriale: Camilla Remondina e Chiara Stefanini

Digital media coordinator: Chiara Mantegazza

Logistic coordinator: Federica Rigitano

Luogo: METALLI D’AUTORE Hangar, Via Milano 20, 26100 Cremona

Opening per la stampa e il pubblico: Sabato 26 novembre, dalle 18:00 alle 21:00

Periodo mostra: 26 novembre 2022 – 17 marzo 2023

Visita alla mostra: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18, su appuntamento: tel. 0372 835983