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Field, prima mostra personale in Italia dell’artista inglese Phoebe Unwin

La Collezione Maramotti presenta una serie di nuovi disegni e dipinti realizzati appositamente per la Pattern Room della Collezione. 

Collezione Maramotti dal 14 ottobre fino al 10 marzo presenta Field, prima mostra personale in Italia dell’artista inglese Phoebe Unwin, costituita da una serie di nuovi disegni e dipinti realizzati appositamente per la Pattern Room della Collezione.

Il titolo dell’esposizione evoca molteplici connotazioni. Il ‘campo’ rimanda al paesaggio, ma anche alle campiture di colore e al taglio della visione. È un luogo di mezzo, un soggetto pittorico tradizionale che permette all’artista di oscillare fra il figurativo e l’astratto, di investigare le qualità formali della pittura.

Sviluppando una ricerca sul paesaggio e sull’interazione fra la figura umana e l’ambiente circostante Unwin costruisce con la pittura una delicata alternanza di orizzonti, distanze variate che generano un’osservazione a diverse velocità. Anche la superficie stratificata e porosa delle opere e la messa a fuoco appannata dei soggetti generano un dinamismo della visione all’interno di ogni quadro e un’intima relazione tra un’opera e l’altra.

Il lavoro da cui prende avvio il progetto è un quadro del 2017, Approach, in cui Unwin dipinge due persone sospese in un incontro; i loro contorni si fondono, in parte, con il paesaggio, che viene così modellato dalla percezione.
L’esplorazione delle percezioni attraverso i colori, le forme e le loro combinazioni, lo studio dei percorsi visivi e delle reazioni emozionali, si uniscono a un interesse per i diversi tempi e i ritmi interni all’opera. Attraverso un processo che muove dall’astrazione verso la figurazione, in cui la materia si fa segno e le figure affiorano nel colore, Unwin crea immagini sospese in un tempo e in uno spazio indeterminati. L’artista stessa ha definito il guardare un’opera come un’esperienza che è “sentita fisicamente e si svolge, in un certo senso, sempre nel presente”.

Le influenze artistiche, letterarie, cinematografiche e personali di Unwin sono liberamente elaborate, agiscono come suggestioni aperte che l’artista incorpora nell’esplorazione del processo e del gesto della pittura. I suoi quadri sono luoghi visivi con infinite possibilità; la narrazione intrinseca delle opere non è definita né definitiva, si rivela in modi nuovi e diversi, emerge attraverso lo sguardo attivo di chi osserva.

Indagando i modi in cui astrazione e figurazione si confondono e sovrappongono Unwin ci invita a riflettere sulla complessità di piccoli momenti apparentemente senza importanza, e nello stesso tempo esplora e forza i limiti della pittura come mezzo di espressione.
L’artista non prende spunto da fotografie, né dall’immensa quantità di immagini che circolano in rete, ma da memorie personali o da blocchi da disegno sui quali traccia schizzi delle sue esperienze quotidiane.
La Collezione Maramotti include già una sua opera del 2015, anno in cui Unwin era stata nominata tra le finaliste della sesta edizione del Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con Whitechapel Gallery.

Nel 2019 sarà pubblicato un libro ad accompagnamento della mostra.


Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione permanente.
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 1 novembre, 25–26 dicembre, 1 e 6 gennaio


 

 

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TAN LINES di FREDRIK VÆRSLEV alla Fondazione Giuliani

Una riflessione sulla pittura intesa come risultato di un processo creativo dominato dalla tensione tra attenta programmazione e casualità 

Fondazione Giuliani è lieta di presentare Tan Lines, la mostra personale dell’artista norvegese Fredrik Værslev visibile dal 13 ottobre fino al 22 dicembre. Il lavoro di Fredrik Værslev è una riflessione sulla pittura intesa come risultato di un processo creativo dominato dalla tensione tra attenta programmazione e casualità. Interessato a ribaltare definizioni, convinzioni e limiti del medium pittorico, la genesi delle sue tele in larga scala è il risultato di un perpetuo incontro/scontro tra controllo e caso. Dopo aver progettato e realizzato un’opera con rigore scientifico, spesso la altera con l’intervento di circostanze fortuite (esponendola agli agenti atmosferici, lasciandola nella natura o in luoghi pubblici della città) o chiede agli amici di modificarla liberamente e completarla, portando agli estremi l’idea di appropriazione. Grazie a questi processi la realtà si deposita fisicamente sulla superficie della tela, entrando a far parte di una composizione astratta dove campiture di colore e pattern dialogano con un linguaggio fatto di numeri e simboli. Nei suoi quadri astrazione e figurazione convivono, materiali tradizionali si alternano a quelli industriali, pittura e graphic design si fondono, così come i gesti pianificati dell’artista e quelli accidentali del fato.

In Tan Lines sono esposte per la prima volta due nuove serie di lavori: i monumentali Sail Paintings e i Garden Paintings.

Nella serie Sail Paintings, su uno sfondo monocrome, l’artista combina frammenti di tele di varia lavorazione provenienti da quadri sia datati che recenti, creando una composizione che ricorda le vele di una barca. Le opere si presentano come un ibrido complesso dove le tele ritagliate, combinate e minuziosamente ricucite si fondono con simboli dipinti che rievocano sia l’ambiente marittimo che numerologie, gesti e tracce appartenenti alla sfera privata dell’artista (come ad esempio il numero ‘79’, il suo anno di nascita). Cercando di eludere qualsiasi classificazione dei suoi lavori, Værslev li sottopone ad un processo di continua distruzione e ricostruzione per creare una frammentazione sia visiva che di contenuto, lasciando spazio a nuove connessioni.

I Garden Paintings oscillano invece tra il quadro e l’installazione e si presentano come lastre di legno che ricordano le panchine dei giardini ma installate a muro all’altezza dello sguardo. Oltre a rispecchiare il grande interesse dell’artista per l’architettura urbana e suburbana, queste opere sono il risultato di un lento processo di verniciatura a dieci strati con una copertura appositamente studiata per le barche. Questo elemento stabilisce un dialogo intrigante tra le serie Sail e Garden, concepite per coesistere come un paesaggio metaforico e allo stesso tempo reale nel quale immergersi liberamente.

Tan Lines alla Fondazione Giuliani è il terzo appuntamento di una mostra itinerante concepita in collaborazione con Kunst Halle Sankt Gallen in Svizzera (novembre 2017 – gennaio 2018) e Bonner Kunstverein in Germania (febbraio – aprile 2018).

In occasione di Videocittà (dal 23 al 27 ottobre), la rassegna culturale dedicata al cinema e all’audiovisivo con diversi eventi a Roma, verrà proiettato in Fondazione Giuliani il cortometraggio di Gordon Matta-Clark, Splitting (1974), selezionato appositamente da Fredrik Værslev.

Fredrik Værslev è nato nel 1979 in Norvegia, vive e lavora tra Dramman e Vestfossen. Tra le sue mostre personali più recenti si annoverano: Fredrik Værslev as I Imagine Him, Astrup Fearnley Museet, Oslo, Norvegia (2018); Tan Lines, Bonner Kunstverein, Bonn, Germania (2018); Tan Lines, Kunst Halle Sankt Gallen, Svizzera (2017); La Constance du jardinier, Kunsthal Aarhus, Aarhus, Danimarca (2016); All Around Amateur, Le Consortium, Dijon, Francia (2016); All Around Amateur, Le Bergen Kunsthall, Bergen, Norvegia (2016); Inner beauty, Museo Marino Marini, Firenze (2015); Querelle of Brest, CAC – Passerelle, Brest, Francia (2015); La Constance du jardinier, CNEAI, Chatou, Francia (2015).

Con il supporto di OCA – Office for Contemporary Art Norway

 

 

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Montblanc De La Culture Arts Patronage Award

L’edizione italiana del Montblanc de La Culture Arts Patronage Award 2018 celebra la Fondazione Memmo.

Giovedì 11 ottobre si terrà la 27ma edizione del Montblanc de la Culture Arts Patronage Award che vedrà protagonista la Fondazione Memmo.
La Fondazione Culturale Montblanc in partnership con Artissima premierà la Fondazione Memmo come vincitrice italiana della 27ma edizione del premio Montblanc de La Culture Arts Patronage; un riconoscimento che da 27 anni omaggia i Mecenati d’Arte in 17 paesi nel mondo.
Tra i Vincitori internazionali delle edizioni precedenti figurano Sua Altezza Reale il Principe di Galles, la Regina Sofia di Spagna, Renzo Piano, Franca Sozzani e Yoko Ono.  

Interverranno alla premiazione i presidenti della Fondazione Culturale Montblanc, Till Fellrath e Sam Bardaouil e la Direttrice di Artissima Ilaria Bonacossa.
Fondazione Memmo riceverà una somma in denaro a sostegno dei propri progetti e uno speciale strumento da Scrittura della collezione in edizione limitata “Patron of Art”, divenuto negli anni simbolo di questo importante riconoscimento e dedicato quest’anno a Ludwig II.

Durante il cocktail sarà possibile partecipare a visite guidate delle mostre Kerstin Bratsch_Ruine & Kaya_Kovo. La premiazione avverrà alle ore 20.00.

Nell’ambito del suo costante impegno come attiva promotrice delle Arti e della Cultura, da 27 anni Montblanc celebra l’inestimabile contributo dei moderni Mecenati in 17 paesi nel mondo, assegnando il prestigioso premio Montblanc de la Culture Arts Patronage. Per rendere tributo ai Mecenati odierni che continuano a far prosperare l’Arte impegnando altruisticamente risorse finanziarie, tempo ed energia in progetti culturali, ogni anno, la Fondazione Culturale Montblanc devolve un contributo in denaro a sostegno delle iniziative dei Vincitori e realizza un esclusivo Strumento da Scrittura in edizione limitata ispirato ad un Mecenate storico. “Grazie al loro generoso impegno, i Mecenati d’Arte hanno un concreto impatto sia sulla comunità artistica che sulla società in senso più ampio, contribuendo a rendere l’arte più accessibile al grande pubblico, arricchendone le menti e ispirando le future generazioni con punti di vista innovativi”, spiega Vincent de Montelascot, Board Member della Fondazione Culturale Montblanc.

“Il contributo di questi Mecenati è essenziale per sostenere e nutrire con nuova linfa, lo scenario artistico nazionale ed internazionale”. 

Ogni anno una giuria internazionale indipendente di personalità illustri seleziona e premia i sostenitori globali della Cultura Contemporanea nei rispettivi paesi di origine e negli altri paesi partecipanti al Premio per un totale di 17 paesi nel mondo: Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Giappone, Korea, Messico, Russia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, Brasile, Colombia, Grecia e Medio Oriente. Tra i Vincitori delle edizioni precedenti figurano Sua Altezza Reale il Principe di Galles, la Regina Sofia di Spagna, Renzo Piano, Yoko Ono e Franca Sozzani. Montblanc De La Culture Arts Patronage Award L’edizione italiana del Montblanc de La Culture Arts Patronage Award 2018 celebra la Fondazione Memmo. Montblanc De La Cuture Arts Patronage Award | corporate Pagina 2 L’edizione Italiana 2018 rinnovando la prestigiosa Partnership con Artissima, ha individuato nella Fondazione Memmo, la vincitrice di questo nuovo anno. La cerimonia del premio si svolgerà all’interno della sede della Fondazione a Roma alla presenza dei presidenti della Fondazione Culturale Montblanc, Till Fellrath e Sam Bardaouil e della Direttrice di Artissima Ilaria Bonacossa.

«La fiera - nelle parole di Ilaria Bonacossa - crede nella qualità della ricerca artistica nazionale ed è felice di unirsi a questo progetto a sostegno degli artisti italiani. Solo supportando le future generazioni e offrendo opportunità di confronto e dialogo internazionale possiamo garantire loro la visibilità che si meritano. La Fondazione Memmo e le istituzioni private che offrono un programma pubblico di mostre e di programmi educativi rappresentano sempre più una risorsa fondamentale per lo sviluppo dell’arte nel nostro paese».

 

 

 

Worl Report Award Master Award Winner Paula Bronstein

 Worl-Report-Award, Master-Award-Winner, ©-Paula-Bronstein 

9^ FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA

Saranno quattro weekend ricchi di incontri, presentazioni ed inaugurazioni. Ben 23 le mostre che comporranno il festival, 30 i fotografi che interverranno direttamente a Lodi, 130 quelli coinvolti nel festival, oltre 40 gli incontri previsti.

Inizia la nona edizione del Festival della Fotografia Etica di Lodi, in programma dal 6 al 28 ottobre.

Saranno quattro weekend ricchi di incontri, presentazioni ed inaugurazioni. Ben 23 le mostre che comporranno il festival, 30 i fotografi che interverranno direttamente a Lodi, 130 quelli coinvolti nel festival, oltre 40 gli incontri previsti.

Come ogni anno, le tematiche che verranno affrontate e proposte allo sguardo e alla riflessione dei visitatori saranno davvero molte. Dalla realtà sudamericana a quella asiatica, attraversando l’Africa e il Mediterraneo fino a risalire al cuore dell’Europa dell’est.
Sei le sezioni che compongono la kermesse: quella dedicata al World Report Award 2018, lo Spazio No Profit, Uno sguardo sul mondo, lo Spazio Approfondimento, lo Spazio Tematico e Corporate for Festival.
Un insieme assolutamente composito ed eterogeneo di proposte per andare a posare i nostri occhi su quel caleidoscopio complesso e vasto che è il mondo, e la vita che lo attraversa.

Il primo weekend prenderà avvio ufficialmente sabato 6 alle ore 10.30, con la visita guidata alla mostra Mwavita – Nata in tempo di guerra di AVSI Foundation, a cura di Valeria Presciutti presso Bipielle Arte.

Alle ore 11.30, sarà il turno della mostra Yemen, le rovine di quella che era una volta la “felice Penisola Araba” di Olivier LabanMattei a cura di Aldo Mendichi presso Palazzo Modignani.
Alle 14.30 inizierà il workshop Le icone della fotografia a cura di Frammenti di Fotografia, presso la Biblioteca Comunale Laudense.
Alle 15.00 sarà il turno del fotografo Johnny Miller con Strade che non conducono in nessun luogo presso Bipielle Arte.
Alle 16.30, nello Spazio Ex Cavallerizza, inaugurazione e visita guidata alla mostra Single Shot Award 2018 – L’attenzione ai valori per costruire una speranza a cura di Bente Marei Stachowske e Alberto Prina. Da segnalare il recupero di questo spazio espositivo, la Cavallerizza, importante e storico per la citta di Lodi.
A chiudere la giornata, alle 18.00, la visita con il fotografo Michele Guyot Bourg alla sua Vivere sotto una cupa minaccia, a Palazzo Modignani.

Domenica 8 ottobre sarà invece scandita secondo il seguente programma.
Alle 10.30 la visita con il fotografo Michele Guyot Bourg a Palazzo Modignani.
Alle 11.30 la visita guidata alla mostra fotografica Single Shot Award 2018 – L’attenzione ai valori per costruire una speranza con Bente Marei Stachowske e Alberto Prina.
Alle 15.00 la visita guidata con Aldo Mendichi alla mostra Yemen, le rovine di quella che era una volta la “felice Penisola Araba” di Olivier LabanMattei presso Palazzo Modignani.
Alle 16.30 l’incontro Lo Stato delle cose. Geografie e storie del doposisma con Leonello Bertolucci, Lorenza Bravetta e Antonio Di Giacomo.
Alle 18.00 la visita con il fotografo Johnny Miller presso Bipielle Arte.

 

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SERE D’ARTE E CULTURA

Continuano gli appuntamenti  - incontri, reading e proiezioni - in occasione della mostra "Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto" alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale

Continuano gli appuntamenti  - incontri, reading e proiezioni - in occasione della mostra, prorogata al 2 dicembre 2018, "Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto" alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale:

Venerdì 28 settembre - ore 19.00-21.30 Chiostro/giardino, ci sarà la proiezione del film "L’uomo che non cambiò la storia"," 2016, di Enrico Caria alla presenza del regista martedì 2 ottobre - ore 19.00-21.30 Chiostro/giardino.

Incontri

Le periferie romane negli anni ‘50-’60 tra neorealismo in architettura e cultura moderna. Fermenti del post moderno e le attuali soluzioni iper-moderne a cura di Fulvio Leoni (Università Roma TRE) La Roma di Mamma Roma a cura di Federica Capoferri (John Cabot University, Roma)

Reading

Periferie del mondo, Poesie e parole di Pier Paolo Pasolini lette da Mia Benedetta.

Proiezioni

La stazione, 1952, di Valerio Zurlini. Città nella città, 1953, di Romolo­ Marcellini. Confidenze di un gatto, 1953, di Giorgio Ferroni.

 

INFO

Galleria d’Arte Moderna di Roma

Via Francesco Crispi, 24

 

 

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FESTIVAL LA DEMOCRAZIA DEL CORPO

Il Festival, diretto da Virgilio Sieni si snoda con un ricco programma di spettacoli, creazioni site specific, pratiche di trasmissione, residenze e incontri.

Il Festival, diretto da Virgilio Sieni, si snoda dal 25 settembre al 30 dicembre con un ricco programma di spettacoli, creazioni site specific, pratiche di trasmissione, residenze e incontri. Cuore pulsante dell'attività è Cango, in via Santa Maria nell'Oltrarno fiorentino, che accoglie oltre agli spettacoli, ai percorsi di formazione e creazione, incontri con gli artisti al termine di ogni appuntamento.

Coreografi, danzatori, performer e cittadini di ogni età, formazione o provenienza, si fanno portatori di una trasmissione di gesti e codici espressivi capaci di generare attraverso l’ascolto, la vicinanza, la pratica, la condivisione e la visione, una comunità viva intorno ai linguaggi del corpo.

Il Centro nazionale di produzione propone un modello innovativo di residenza in cui l’artista ospite, oltre a presentare il proprio spettacolo, articola la presenza attraverso percorsi di creazione rivolti a diverse tipologie di interpreti - danzatori, professionisti, amatori, cittadini, adolescenti - costruendo un contesto di approfondimenti sul gesto e favorendo l’incontro tra individui di diversa provenienza culturale e sociale.

Nell’arco dei 3 mesi, 14 saranno gli artisti che presenteranno i loro spettacoli.

Due saranno i progetti speciali: Progetto Goldberg e Progetto gesto e marionetta.

Il Progetto Goldberg comprende un ciclo di pratiche di trasmissione, eventi e performance a cura di Adriana Borriello e Virgilio Sieni. Coinvolge danzatori e cittadini di tutte le età: un invito a interpretare e “abitare” la musica di J.S. Bach attraverso il linguaggio coreografico, l’improvvisazione, la musica dal vivo e la partecipazione del pubblico. Si articola in percorsi di creazione (Goldberg Variationen: studi sul corpo musicale di Boriello e Studi intorno alle Goldberg Variations di Sieni) e lezioni/performance aperte a tutti (Variazioni Golberg/Lezioni di Sieni), oltre agli spettacoli Duo Goldberg di A. Borriello e Solo Goldberg Improvisation di V. Sieni.

Il Progetto gesto e marionetta nasce dall’incontro tra Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni. La relazione tra danza e opera dei pupi rappresenta un elemento inedito che guarda alla trasfigurazione dell’uomo e alla natura del gesto. Il corpo del danzatore e della marionetta si pongono in dialogo sugli elementi fondamentali dello stare al mondo: camminare, sedersi, cadere, voltarsi, toccare. Il progetto comprende pratiche di trasmissione rivolte a danzatori e performer e lo spettacolo in prima assoluta Nudità che vede insieme sulla scena i due maestri Cuticchio e Sieni.

Saranno proposti 11 percorsi di trasmissione sui linguaggi della danza che nel loro insieme costituiranno un ciclo completo di formazione. Degli 11 percorsi, 8 sono rivolti a danzatori/performer, 2 sono rivolti ad amatori/cittadini di ogni età, 1 a danzatori adolescenti.

I percorsi avranno come esito una creazione site specific aperta al pubblico.

"Il Festival che si svolge tra settembre e dicembre propone un viaggio articolato nel corpo della danza attraverso spettacoli, performance, pratiche, laboratori e incontri. La democrazia del corpo intende così aprire degli spazi di riflessione e di vissuto sull’esperienza del corpo.

Le azioni che si diramano ricercano uno sguardo tattile sul gesto e gli artisti invitati sono chiamati a riflettere sulla capacità dell’uomo di mettersi in opera attraverso le pratiche e la visione.

Il modo avvolgente e cognitivo della danza, della consapevolezza rivolta al semplice gesto, così come all’ampiezza di uno sguardo partecipato, appare oggi come un atto fondamentale per intessere nuovi modi di abitare.

Il programma assume dunque l’aspetto di un cammino dove lo spettatore, insieme agli artisti, intraprende un viaggio di sensibilizzazione.

Cango, lo spazio in via Santa Maria, accoglierà spettacoli, performance e pratiche che saranno messe in relazione con alcuni territori di Firenze che in questi ultimi anni hanno assunto una funzione di ricamo e di rigenerazione di energie creative: PIA Palazzina Indiano Arte, il nuovo spazio nel Parco delle Cascine dove continueremo a sviluppare percorsi ed esperienze sulla relazione tra l’uomo e la natura; Cantieri Culturali Isolotto, con la Galleria Isolotto/Spazio d’arte, dove proporremo esposizioni e modi “artigianali” di rigenerare i luoghi e il territorio; le Piagge dove lavoreremo con laboratori e tragitti adiacenti alla costruzione di “comunità del gesto” intorno alla rigenerazione del territorio.

Le residenze degli artisti rappresentano dunque quel tempo dell’abitare dove è possibile scambiare pratiche, spettacoli, luoghi e performance pensate appositamente per gli spazi del festival. Il Festival è anche il territorio dove oggi praticare strategie di resistenza."

Virgilio Sieni

 

INFO E CONTATTI

Centro nazionale di produzione | Virgilio Sieni

CANGO _ via Santa Maria 23-25, Firenze

Tel. +39 055 2280525

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