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I MERCANTI D'ARTE DI TEFAF MAASTRICHT 2018

La reputazione internazionale di TEFAF Maastricht e della sua offerta di opere di straordinaria e impareggiabile qualità continua a essere un cruciale punto di riferimento per i collezionisti globali.

L'edizione 2018 di Tefaf Maastricht, in corso dal 10 al 18 marzo e anticipata dall'Early Access dell'8 marzo e dall'Anteprima del 9 marzo, si è chiusa nell'unanime definizione di clamoroso successo, viste le numerose vendite riportate in ogni sezione della Fiera, che hanno interessato sia collezionisti privati che istituzionali. Quest'anno la Fiera ha accolto oltre 100 nuovi musei in aggiunta a quelli che già la visitano. La reputazione internazionale di TEFAF Maastricht e della sua offerta di opere di straordinaria e impareggiabile qualità continua a fare della Fiera un cruciale punto di riferimento per i collezionisti globali. Durante la Fiera,TEFAF Maastricht ha accolto oltre 68 mila visitatori.
Christian Hemmerle, tra i nuovi membri del Consiglio di Tefaf, nonché il più giovane, ha dichiarato: “Ogni anno gli espositori infondono grande impegno nella presentazione dei loro stand e quest'anno si sono superati sia come curatori che in termini di qualità delle opere in vendita, assolutamente altissima. Questo ha reso la Fiera uniformemente vivace e positiva”.

Le attente e curate esposizioni di ogni sezione della Fiera hanno portato risultati eccezionali per i mercanti d'arte. Tra questi, c'è il nuovo partecipante della sezione TEFAF Paintings, Lullo · Pampoulides (Stand 368). Durante la Fiera la giovane galleria, diretta da Andreas Pampoulides e Andrea Lullo, ha venduto prevalentemente a nuovi collezionisti, trovandosi a riorganizzare il proprio stand due volte a causa delle numerose opere acquistate. Tra queste, L'Assunzione di Santa Maria Maddalena, di Francesco Albani (1578 – 1660), olio su rame, datata ca.1630-1640, acquistata da un'istituzione statunitense. La galleria ha inoltre venduto una delle opere di punta del suo stand, San Francesco da Paola, olio su tela, ca.1625-1626, di Simon Vouet (1590-1649), il cui prezzo richiesto era di 250.000 euro. Acquistato venerdì da un collezionista privato, il dipinto aveva destato il forte interesse di ben quattro musei.
Stoppenbach & Delestre (Stand 333) ha presentato una mostra speciale intitolata La Bretagna dalla scuola di Pont-Aven al Post-Impressionismo che ha riscosso grande successo tra i collezionisti statunitensi in visita alla Fiera. La galleria ha venduto due opere di questa esposizione allo stesso collezionista americano: Pont Aven, Uscita dalla Messa delle Sette, 1923, olio su tela, di Gustave Loiseu (1865-1935), e La Vendemmia, ca.1890, olio su tavola, di Émile Bernard (1868-1941).
Jorge Coll e Nicolás Cortés, direttori di Colnaghi (Stand 306), hanno riportato finora 19 vendite, evidenziando la forte domanda dei collezionisti di opere degli Antichi Maestri. La galleria è stata inoltre felicemente sorpresa dal numero di compratori sia nuovi che di giovane età. Tra le opere vendute, una Testa di Donna Anziana, marmo bianco e bluastro, probabilmente di Luna (Carrara), proveniente dalla dinastia giulio-claudia, metà del I secolo d.C. L'opera è stata acquistata da un collezionista privato statunitense e aveva un prezzo richiesto di 700.000 euro.
Rupert Maas di The Maas Gallery (Stand 335) ha commentato così il fascino unico di Tefaf Maastricht: “...questa è la sola Fiera al mondo che conosco dove i musei si recano con il desiderio (i curatori), la decisione (i direttori) e i mezzi economici (sponsor e fiduciari) per far sì che il processo di acquisizione avvenga in un unico posto, con semplicità”.

La sezione TEFAF Modern ha visto la vendita di una delle opere più preziose dell'intera Fiera: Lillà, 1887, del maestro olandese Vincent Van Gogh (1853-1890), olio su tela, venduto da Hammer Galleries (Stand 406). Il dipinto, dal prezzo richiesto di 9,5 milioni di euro, è stato acquistato da un collezionista privato nonché nuovo cliente della galleria. Si è trattato di una vendita molto entusiasmante per Hammer, che quest'anno ha celebrato sia il novantesimo anniversario di attività che il nono anno di presenza a TEFAF Maastricht. Il quadro era inoltre la terza opera di Van Gogh che il presidente della galleriea Howard Shaw ha venduto nella sua carriera.
Thomas Salis (Stand 404) ha reso noto che tutte le sue vendite sono state concluse con nuovi clienti, sia privati che istituzionali. L’allée cavalière, Tour Eiffel, 1898, olio su tela, di Pierre Bonnard (1867-1947) è stata acquistata per una collezione privata svizzera, mentre la scultura di bronzo Cardinale seduto, progettata nel 1975 da Giacomo Manzù (1908-1991) è stata comprata da un importante collezionista spagnolo. Nel frattempo, due preminenti istituzioni americane stanno considerando l'acquisto di tre opere di Édouard Vuillard (1868-1940) – Portrait de Misia Natansson, olio su tavola; Modèle se déshabillant, boulevard Malesherbes, tempera su carta montata su tela; e Les tasses noires, tempera su tela.

La prima partecipazione a TEFAF Maastricht del nuovo espositore Mazzoleni (Stand 500) si è rivelata di grande successo, con numerose vendite riportate durante i primi giorni della Fiera. Tra le opere vendute, una di Gino Severini (1883 – 1966) del 1918. Luigi Mazzoleni ha sottolineato che i visitatori europei dello stand sono stati particolarmente numerosi, estremamente eruditi e ben consapevoli di ciò che stavano cercando.
J. Kugel (Stand 200) ha portato alla Fiera uno dei più straordinari esempi di arti decorative: L'Orologio Bulgari, orologio astronomico in avorio e argento dorato realizzato ad Asburgo nel 1637-1639, acquistato da un collezionista europeo. Il prezzo non è stato reso noto. La sezione TEFAF Antiques ha riportato diverse vendite a varie istituzioni: Christophe de Quénetain (Stand 108), ad esempio, ha venduto al Metropolitan Museum of Art degli Stati Uniti sei piatti e due da portata firmati, provenienti o dal laboratorio di Carlo Giuseppe Rampini o da quello di Antonio Francesco Imbres, dipinti da Siro Antonio all'interno dei suoi soggetti sull'architettura africana, ceramica smaltata a stagno, ca.1700. Inoltre, una scultura di marmo bianco intitolata Giovanna d'Arco, ca.1840, di Auguste Trouchaud dopo Sua Altezza Reale la Principessa Maria d’Orléans (1813-1839) è stata riservata dal Museo di Belle Arti d’Orléans.
L'importante mercante di argenterie Koopman Rare Art (Stand 156) ha riportato diverse vendite durante la Fiera, che hanno seguito quelle significative che la galleria ha chiuso negli ultimi sei mesi, a dimostrazione dello slancio che attualmente sta interessando questo segmento del mercato. Tra le opere vendute a TEFAF Maastricht, un paio di caraffe in argento dorato realizzato da Edward Farrell per il Duca di York (1763-1827), dal prezzo richiesto di 175.000 sterline, e un set di quattro candelieri in argento dorato di epoca Giorgio II, progettato da William Kent e realizzato in argento da Paul Crespin, il cui prezzo richiesto era di 450.000 sterline.

Rupert Wace Ancient Art (Stand 428) ha riportato numerose vendite durante tutta la Fiera. Tra le opere interessate, un coperchio con una scena di caccia, Villanova, VIII – VII secolo a.C., bronzo, acquistato per una collezione pubblica al prezzo di 150.000 euro. Inoltre, Sycomore Ancient Art (Stand 436) ha venduto a un collezionista privato mediorientale la sua opera più importante, dal prezzo a sei cifre. Si tratta di una testa egizia in vetro blu con intarsi, probabilmente raffigurante la divinità Nun, Nuovo Regno, 1570 – 1085 a.C.
I collezionisti privati hanno gremito la sezione TEFAF Tribal, che ha registrato diverse vendite tra i vari espositori. Il giorno di apertura la Galerie Meyer – Oceanic & Eskimo Art (Stand 135) ha venduto a dei collezionisti francesi un'importantissima figura Yipwon proveniente dall'area del fiume Korewori, mentre Bernard de Grunne Tribal Fine Arts (Stand 121) ha venduto a dei collezionisti privati uno dei pezzi più di richiamo della sezione, una figura Black Uli, proveniente dalla Nuova Irlanda, e anche una figura Kota Janus, Guardiano delle Reliquie, proveniente dal Gabon.
Le esposizioni dedicate a un singolo artista sono state uno dei grandi successi della sezione TEFAF Paper. Il gallerista britannico James Butterwick (Stand 725) si è concentrato unicamente sulle opere di Boris Kosarev (1897-1994), con un'esposizione intitolata Il Laboratorio Kharkov (1918-1929), nomignolo attribuito dall'artista al proprio studio. La galleria ha venduto sette opere, tutte a collezionisti privati europei differenti. I prezzi di vendita andavano dai 1000 ai 25.000 euro.
La Galerie Tanakaya (Stand 727) si è a sua volta focalizzata su un artista in particolare, Foujita Tsuguharu (1886-1968), in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte e in concomitanza alle mostre a lui dedicate a Tokyo e Kyoto, Giappone, ma anche al Musée Maillol di Parigi. Durante TEFAF Maastricht la galleria Tanakaya ha venduto 23 opere di Foujita, tra cui Giovane ragazza con in mano tre ranuncoli, inchiostro nero e acquerello su carta, dal prezzo di 180.000 euro.

Il design scandinavo si è rivelato molto popolare durante questa edizione della Fiera. La Dansk Møbelkunst Gallery (Stand 600) ha venduto diverse opere prevalentemente a nuovi clienti. Tra queste, il tappeto intrecciato ad affresco “Park, Grön”, 1957, realizzato da Märta Måås-Fjetterström AB per Barbro Nilsson (1899-1983) ed acquistato da un nuovo cliente americano. Inoltre, ha venduto due rare lampade di Poul Henningsen (1894-1967), realizzate da Louis Poulsen, una da terra in rame dipinto, ottone e ferro dipinto,1926-1928, e l'altra da soffitto in ottone e rame dipinto, 1926. In condizioni originali, entrambe sono state acquistate da un nuovo cliente tedesco.
Il TEFAF Showcase di quest'anno è stato di forte impatto grazie all'impegno che ciascuno dei suoi cinque partecipanti ha profuso nella creazione di meravigliosi stand espositivi. I loro sforzi sono stati ripagati dalle vendite a nuovi clienti e dai complimenti ricevuti sia dai visitatori che da altri espositori. La Kallos Gallery (Stand 3) ha venduto solamente a nuovi collezionisti. Tra le opere più rilevanti, un anello mesopotamico acquistato per 14.000 euro da un collezionista privato appassionato di gioielleria bizantina.
TEFAF Maastricht 2019 avrà luogo dal 16 al 24 marzo, con le giornate di Early Access e di Anteprima previste rispettivamente il 14 e 15 marzo 2019.
La prossima Fiera targata TEFAF sarà TEFAF New York Spring 2018, che avrà luogo a Park Avenue Armory, New York, dal 4 all'8 maggio 2018, con la giornata di Early Access il 3 maggio. La lista degli espositori del 2018 e i biglietti della Fiera sono già disponibili su www.tefaf.com




 

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Diego Marcon, Il malatino (film frame), 2017 Lavoro prodotto per la quinta edizione di Museo Chiama Artista, promosso da DGAAP - MiBACT e AMACI

 

PUBLIC PROGRAM

La nuova piattaforma di incontri, presentazioni, dibattiti e conferenze aperte al pubblico. Una delle maggiori novità della programmazione del 2018 della GAMeC.

Dal 12 marzo è partito Public Program, la nuova piattaforma di incontri, presentazioni, dibattiti e conferenze aperte al pubblico che costituisce una delle maggiori novità della programmazione del 2018 della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.

Nato dalla collaborazione tra la GAMeC e l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, il progetto coinvolgerà numerosi protagonisti del panorama artistico nazionale e internazionale, andando a definirsi come uno strategico punto di convergenza tra le politiche formative dell’istituto bergamasco e le attività della Galleria sul fronte dell’aggiornamento e della mediazione.

Un programma che durante la prima parte del 2018 sperimenterà il format dell’“artist talk”, aprendosi al contributo di autori di generazioni e provenienze diverse coinvolti nell’attività delle due istituzioni, e che nella seconda parte dell’anno – in occasione della mostra Black Hole. Arte e matericità tra informe e invisibile e in concomitanza con l’apertura del nuovo anno accademico – avrà invece carattere interdisciplinare e rifletterà, in maniera trasversale, sul tema della materia e sul rapporto tra arti visive e scienza.

Venerdì 16 marzo, alle ore 11:00, Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985) si confronterà invece con Fabiola Naldi nelle aule dell’Accademia.

Per l’occasione, dalle 15:00 alle 18:00 lo Spazio Caleidoscopio della GAMeC ospiterà

Il malatino (2017) il film di animazione in 16mm che Diego Marcon ha realizzato per la quinta edizione di Museo Chiama Artista.

Il progetto, promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e da AMACI – Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, è nato per sostenere attivamente il sistema del contemporaneo nel nostro Paese, attraverso la commissione ad artisti italiani di nuove opere che verranno presentate all'interno della rete museale.

PUBLIC PROGRAM 2018

Incontri aperti al pubblico.

Ingresso gratuito.

Sedi

GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Spazio ParolaImmagine

Via San Tomaso 53 – Bergamo

Tel. 035 270272

gamec.it

 

Accademia di Belle Arti G. Carrara

Piazza Giacomo Carrara, 82/d – Bergamo

Tel. 035 399563

accademiabellearti.bg.it

 

 

ITALO ZANNIER

 

Neorealismo e fotografia - conferenza con Italo Zannier

Un viaggio per immagini nel Neorealismo, con il più illustre storico italiano della fotografia.

Martedì 27 febbraio alle ore 18 siterrà la conferenza Neorealismo e fotografia nell'ambito della mostra Schegge di periferie. Il neorealismo a Milano - Fotografie di Nino De Pietro. Un viaggio per immagini nel Neorealismo, con il più illustre storico italiano della fotografia.

Critico appassionato, filologo attento, collezionista, direttore di riviste e saggista Italo Zannier fa il suo ingresso nel mondo della fotografia da fotografo nel 1952, due anni prima di iniziare anche l’attività critica. Zannier fotograferà ininterrottamente fino al 1976, anno del terribile terremoto friulano, dopo il quale si dedicherà esclusivamente alla storia della fotografia. Sul versante del Neorealismo il contributo del giovane Italo è precoce: grande appassionato del cinema di quegli anni, dopo essersi cimentato con alcuni cortometraggi in Super 8, passa definitivamente alla pratica fotografica a cui assocerà presto anche una lucida critica redigendo nel 1955 il manifesto del “Gruppo friulano per una nuova fotografia”. Zanier ha il merito di aver promosso, tra i primi in Italia, una fotografia non più rivolta esclusivamente alla ricerca del bello e all’immagine estetizzante fine a se stessa, ma con un approccio innovativo che entra nell’anima della gente e della terra e ne restituisce una visione precisa, senza sconti, distaccata e partecipe allo stesso tempo. Le sue immagini sono un patrimonio prezioso perché testimoniano l’evoluzione della società, dapprima friulana e poi, con l’incedere della globalizzazione, italiana ed europea

 

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Art will never die. Una performance alla Galleria Nazionale

Andrà in scena la performance Art will never die di Elsa Agalbato e Fabio Sargentini.

In occasione dei 60 anni della Galleria l’Attico, nell’ambito della mostra Scorribanda allestita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, curata da Fabio Sargentini, lunedì 26 febbraio alle ore 19.00 andrà in scena la performance Art will never die  di Elsa Agalbato e Fabio Sargentini. Per salutare la mostra, che rimarrà aperta fino al 4 marzo, è in programma ben più di un finissage.

Lo spazio della Sala delle Colonne, che abitualmente accoglie i visitatori all’entrata, si dilata fino a comprendere il Salone Centrale dove sono esposte le opere di Scorribanda. Un unico palcoscenico per una performance corale che dialoga con il museo, la sua architettura, il suo pubblico. Art will never die ha la durata di 15 minuti e prevede l’intervento di sette attori e un centinaio di performer.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Si raccomanda la puntualità. A performance iniziata non sarà consentito l’ingresso.

 

Info

Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

viale delle Belle Arti, 131 – 00197 Roma

orari di apertura: dal martedì alla domenica 8.30 – 19.30

ultimo ingresso 18.45

T +39 06 3229 8221

 

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IL SEGNO DELL’AVANGUARDIA

I Futuristi e l’incisione alla Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghiant

Visiltabile dal 23 febbraio al 15 aprile presso la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca.

Nel novero delle numerosissime esplorazioni del fenomeno futurista, questa mostra si propone come occasione di studio, mai prima d’ora affrontato, su un aspetto meno noto, ma importante, dei primi decenni del Novecento italiano. Il Futurismo, ultima corrente italiana che abbia condizionato con veemenza l’arte europea, costituendo la spina dorsale di molte avanguardie, è esaltazione della modernità e della tecnica attraverso l’adozione di scelte formali anti-accademiche, in forte polemica con ogni tradizionalismo, in tutti i campi dell’espressione artistica. La mostra si pone il compito di analizzare con un’ampia scelta di materiali, all’interno del Futurismo, la stampa incisa, fino ad oggi sottovalutata. Sebbene tra i numerosi ‘manifesti’, redatti come proclami e in tono reclamistico, ne manchi uno intitolato L’incisione futurista, è innegabile che l’analisi di questo copioso numero di fogli incisi e stampati direttamente dalle matrici (si sono escluse, in questo contesto, tutte le tecniche di riproduzione meccanica) possa essere finalmente un momento per comprendere quanto fossero diffuse tra i futuristi le pratiche incisorie. Soprattutto quelle della xilografia e della linoleumgrafia, tecniche che, nella loro immediatezza e nell’uso di materiali sintetici, semplici da incidere, rispettavano e anzi esaltavano i princìpi stessi della modernità. Per restituire un panorama, il più vasto possibile, che comprenda i precedenti storici e le ultime propaggini dell’attività grafica degli artisti coinvolti, la mostra copre un ampio arco cronologico che va dal Simbolismo della fine del XIX secolo fino al 1944. La rassegna si completa con le opere grafiche di incisori che parteciparono al movimento futurista anche soltanto per una brevissima stagione o che condivisero con i suoi protagonisti le sale di un’esposizione d’avanguardia, come nel caso di Lorenzo Viani. Lo spazio espositivo è suddiviso in tre aree tematiche, che tengono conto dello sviluppo cronologico del fenomeno.

a cura di Francesco Parisi e Giorgio Marini

 

cuschera

 

CUSCHERA Sculture 1990-2016

Presentazione del volume presso la GAM a cura e con saggio introduttivodi Giuseppe Appella 

 

Mercoledì 21 febbraio, alle ore 18.00, nella Sala delle Colonne della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea (Roma, Viale delle Belle Arti 131), lo scultore Nicola Carrino, il critico e storico dell'arte, Presidente della Fondazione "Alberto Burri" Bruno Corà, lo storico dell'arte e curatore di "ALIAS" (supplemento domenicale de "Il Manifesto") Federico De Melis, presentano la monografia dedicata a SALVATORE CUSCHERA da SilvanaEditoriale per le cure di Giuseppe Appella.

Il volume ripercorre 26 anni del lavoro di Cuschera (Scarlino di Grosseto, 1958), dal momento del suo arrivo a Milano per frequentare il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti di Brera, allievo di Elisabetta Fermani, Tommaso Trini e Grazia Varisco, alla residenza londinese, iniziata nel 2012, all'Emerson College, avendo a fianco Rudolf Kaesbach e Fritz Manburg. Qui riattiva una vecchia fucina da fabbro e realizza lavori in ferro che alterna al legno e al gesso. Spesso sono materiali di recupero, antichi pezzi di cancellate, chiodi e ferri abbandonati da secoli, che espone in una serie di mostre in vari spazi londinesi, riscuotendo l’interesse di Ian Rosenfeld.

Scultori come Pietro Consagra, Gio e Arnaldo Pomodoro, Salvatore Scarpitta, e la migliore critica d'arte, da Tommaso Trini a Lea Vergine, Francesco Tedeschi, Guido Ballo, James Harithas, Fabrizio D'Amico, Flaminio Gualdoni, Luciano Caramel, Marco Meneguzzo, Maurizio Calvesi, Giovanni Carandente, Arturo Carlo Quintavalle, Gillo Dorfles, Claudio Cerritelli, Luigi Sansone, hanno seguito e incoraggiato l'opera di Cuschera che, con una semplificazione radicale di linee sempre più ardite e inusuali, ha capito che l'arte può avere un proprio linguaggio di forme che corrispondono a una realtà "altra", ma non meno rivelatrice dell'essenza della natura, e che la schematizzazione di queste forme può essere totale. Anche attraverso l'irruzione delle tecnologie elettro-magnetiche e di una qualità architettonica cresciuta insieme a Chillida e a Serra, a Caro e a Smith, alla scultura dell'Africa Nera, assimilando la grande potenza espressiva dei creatori di sculture in legno, al punto di arrivare a recitare con le forme come noi recitiamo con le parole. Nella consapevolezza di questa visione rigeneratrice nascono Bamiyan (2002), gli otto elementi che compongono Sciamani d'Occidente e Sciamani d'oriente (2003), Auriga (2005), Fiore del mali e Fantasma (2006), oggi in collezioni pubbliche e private.

 

Molte, nel corso degli anni, le mostre personali, in Italia e all'estero, e le partecipazioni di rilievo di Cuschera, a partire dall'Atelier del Mediterraneo (Gibellina, 1991) con Markus Lupertz, a cura di Achille Bonito Oliva. Tra le ultime: "BNL: una Banca per l'arte oltre il mecenatismo" (Roma, 2000), il "Premio Internazionale di Scultura della Regione Piemonte" (Torino, 2002) vinto con l'opera Omaggio a Elisabetta Fermani, "Nella Materia. Dal Futurismo a Kiefer alfabeti nell'arte del Novecento. Da Burri a Kounellis, metalli e ossidazioni" (Milano, 2003), "XIV Esposizione Quadriennale d'Arte di Roma 2003-2005" (Torino, 2004), "Posizioni attuali dell'arte italiana" (Göppingen, 2005), "La scultura italiana del XX secolo" (Milano, 2005), "Mythos. Miti e archetipi nel mare della conoscenza" (Atene, 2006), "Sculture nella città. Progetti per Milano" (Milano, 2009), "La scultura italiana del XXI secolo" (Milano, 2010), "LIV Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia" - Giardini dell'Arsenale (Venezia, 2011), "Donazioni. I Percorsi della creatività dal Novecento al nuovo Millennio" (Chiasso, 2016). "Exsperience Day initiative on 3 June" (Forest Row, Sussex, 2017).

Intervengono

Nicola Carrino, scultore

Bruno Corà, critico e storico dell'arte, Presidente Fondazione "Alberto Burri"

Federico De Melis, storico dell'arte e curatore di "Alias", supplemento de "Il Manifesto"

sarà presente Giuseppe Appella, storico dell'arte.

 

a cura e con saggio introduttivo di Giuseppe Appella